18 Ottobre 2023

National Trophy orizzonte ’24 “L’asticella si è alzata un po’ troppo”

Il promoter Daniele Cesaretti fa il bilancio '23. "Con Canepa e il team Yamaha abbiamo osato troppo, siamo un campionato amatoriale"

National Trophy

Giovani talenti in gara con i veterani, griglie piene e sfide fino all’ultima curva. Sono i segreti del successo del National Trophy, un campionato amato sia dai piloti che dai team. Nei prossimi giorni verrà ufficializzato il regolamento 2024, ci sarà qualche piccola modifica ma non si prevedono grossi stravolgimenti. L’ultima stagione è stata molto positiva con i titoli assegnati solo nel round finale ad Imola.

“Il National Trophy gode di ottima salute – afferma il promoter Daniele Cesaretti a Corsedimoto – tracciando il bilancio del 2023 vedo il bicchiere mezzo pieno con campionati combattuti e tanti potenzialmente in corsa per il titolo. Ringrazio i partner, i piloti ed i team che ci hanno dato fiducia e sono convinto ce la rinnoveranno anche in futuro. Sono molto contento dell’ultima stagione sia per quanto riguarda la 600 che la 1000. Lì però abbiamo osato un po’ troppo accettando l’invito di Yamaha per sviluppare da noi la nuova moto con Canepa. Per noi è stato un onore. In precedenza c’eravamo trovati in una situazione analoga con Ducati quando face debuttare al National addirittura la Panigale che avrebbe usato poi nel Mondiale. Hanno esordito con noi pure le NG. Ci piacciono le sfide ed essere in qualche modo un laboratorio in cui si sviluppano nuovi progetti. Tuttavia con un super professionista quale Niccolò Canepa e la sua struttura si è creato un gap notevole nei confronti di altri piloti. L’asticella si è alzata un po’ troppo. Ora dovremo cercare di abbassarla perché siamo un campionato amatoriale, non bisogna dimenticarlo”.

Qual è la vera natura del National Trophy?  

“Il National è un trampolino di lancio verso il CIV e non è assolutamente un’alternativa. Siamo un campionato in cui i giovani inesperti si possono confrontare con piloti a fine carriera rubando con gli occhi i loro trucchetti per poter dunque crescere ed approdare poi al Campionato Italiano. È un trofeo per gli esordienti ma anche per dei piloti che magari avevano smesso, lavorano a tempo pieno e vengono al National per divertirsi. Non è per i piloti professionisti all’apice della loro carriera, al massimo della loro prestanza fisica ed agonistica. Il National Trophy deve avere una valenza formativa per chi è ancora troppo acerbo per poter gareggiare al CIV che è la massima espressione del motociclismo italiano”.

Foto sito National

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