28 Marzo 2023

Moto2, Mattia Volpi lancia la sfida: “Antonelli? Punto a tenerlo dietro!”

Mattia Volpi carico verso il primo anno completo nell'Europeo Moto2 con il Team MMR. "Ero troppo grande per la Moto3, obiettivo top 5."

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Mattia Volpi non è un volto nuovo del JuniorGP, ma sarà un “semiesordiente” nella categoria Moto2. Il giovane pilota potentino, 17 anni a fine settembre, è uno dei tre ragazzi schierati dal Team MMR di Massimiliano Morlacchi in questa stagione 2023. A referto tre round disputati nell’Europeo nel 2021, ma per Volpi sarà questa la prima vera annata nella categoria. Quali sono le aspettative? Ecco cosa ci ha raccontato.

Mattia Volpi, “veterano” del JuniorGP.

Sono nel CEV dal 2019, partendo da due anni in Talent Cup con la squadra di Simoncelli. Nel 2021 sono passato in AGR Team in Moto3, mentre nel 2022 ho fatto le prime tre gare sempre con la Moto3, per le ultime tre invece sono passato in Moto2.

Un cambio in corsa, come lo valuti?

I risultati in Moto3 erano abbastanza scarsi, tranne qualche exploit, oltre al fatto che ero troppo alto [1.78, ndr] e pesante, quindi abbiamo deciso di cambiare. Già dai test a Portimao con la Moto2 sono stato nel gruppo dei primi, ho chiuso 12° in Gara 1. Ad Aragon sono partito 9°, ho chiuso 10° in Gara 1, mentre in Gara 2 ero vicino al podio, ma sono scivolato. Anche a Valencia sono stato sempre nel gruppo dei primi, ma sfortunatamente mi sono dovuto ritirare per un problema alla moto. Direi però un cambio assolutamente favorevole.

Il tuo boss Morlacchi ti ritiene un esordiente in Moto2. Tu come ti consideri?

Da una parte sono un debuttante, alla fine ho fatto pochi chilometri con la Moto2. Però ho già capito un po’ le gomme, le strategie di gara, in parte il comportamento della moto. Dall’inizio della gara, quand’è più pesante per la benzina, alla fine quando invece si alleggerisce. Un po’ 50 e 50.

Quali sono stati i cambiamenti più importanti nel passaggio dalla Moto3 alla Moto2?

Sicuramente la potenza, che è tanta in più, ma anche il peso e la guidabilità della moto. La Moto2 è molto rigida e la devi portare tu a curvare, la Moto3 invece era molto leggera e più facile in questo senso. Si nota poi moltissimo anche la differenza con gomma nuova e gomma usata, direi anche i freni, è molto più aggressiva. In generale la Moto2 è molto più scorbutica rispetto alla Moto3.

Come sei arrivato alla firma con il Team MMR?

Ci siamo sentiti tramite il mio manager Massimiliano Ripamonti di GRD Sport Management ed abbiamo già parlato dopo Portimao. Aveva visto che non andavo male, sapeva comunque che Rato avrebbe cambiato e cercava quindi un pilota italiano giovane e veloce. Ora sono molto concentrato sul cercare i risultati quest’anno, sarà molto importante per me.

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Ti sei già confrontato con i tuoi nuovi compagni di squadra?

Antonelli lo conoscevo di vista, quando correvo con Simoncelli lui faceva il Mondiale con la stessa squadra. Toth invece ci ho corso da piccolo, mi sembra in Pre MiniGP, MiniGP e PreMoto3, quando ho fatto la wild card.

Antonelli è l’unico con esperienza mondiale. Cosa puoi ‘assorbire’ da lui, quanto potrà aiutarti a crescere?

Ha tanta esperienza, ha fatto il Mondiale per molti anni e sicuramente ha una visione diversa da noi del CEV. Io punto comunque a tenerlo dietro! Morlacchi punta più su di lui, devo fargli cambiare idea [risata].

Quali sono gli obiettivi stagionali?

Diciamolo: mi piacerebbe stare sempre in top 5, riuscire a lottare sempre per quelle posizioni di vertice. Per il campionato invece direi che è ancora presto, prima mi serve un anno in cui riesco a stare sempre lì davanti, poi ci si pensa.

Hai già un’idea di cosa ti manca per arrivare ‘più su’?

Magari un po’ di incisività nel giro secco. A livello di passo gara sono sempre stato veloce, però partire in seconda fila invece che in terza… In Moto3 potevi anche partire ultimo, in Moto2 cambia molto.

Come vedi l’Europeo Moto2 quest’anno?

Aspetto il venerdì a Estoril prima, ce ne sono tanti forti quest’anno. Senna [Agius] è sempre stato davanti con Tulovic, sicuramente è il pilota da battere. Ci sono poi anche Tatay e Surra dal Mondiale… Quest’anno poi siamo anche tanti in Moto2, sicuramente sarà una categoria combattutissima.

Finora qual è stato il circuito più ostico per te? Su quale invece ti sei trovato meglio?

Ostico direi Valencia, ma da sempre, dalla Moto4. Non mi piace proprio, è troppo piccolo. Poi gli spagnoli lì ci girano sempre, quindi vanno fortissimo. Quella è una pista con determinate caratteristiche, se non le sai diventa difficile. La più bella per me invece è Portimao, mi piace tantissimo! Ma dico anche Aragon, sono proprio delle belle piste: lunghe, larghe, con dei bei curvoni… Sono piste complete.

Come ti stai preparando per il primo anno completo in Moto2? Cambia qualcosa nella preparazione?

Sì, ho cambiato tipo di allenamento. Adesso nei fine settimana vado di più in moto, d’inverno invece faccio più motocross perché tanto le piste sono fredde oppure chiuse. Ma soprattutto ora faccio palestra tutti i giorni, mi serve visto che la Moto2 è molto fisica. Anche il mio fisico è cambiato, ho preso 8 chili rispetto all’anno scorso. In generale però ero ormai troppo grande per la Moto3, magari anche più formato rispetto agli altri, nonostante fossi il più piccolo in griglia. Anche sui rettilinei prendevo minimo 10 km/h per il peso! Cinque chili vogliono dire un cavallo e su una Moto3 è tantissimo. Il cambio era inevitabile.

Quali sono i programmi verso la nuova stagione?

Tra una settimana andiamo a Valencia per due giorni di test, poi il 24-25 aprile invece corriamo a Estoril. Dieci giorni dopo abbiamo la gara, così ci prepariamo bene e mettiamo delle buone basi. Il team è competitivo, quindi la moto non è un problema. Ora devo solo vedere come mi trovo con i tecnici nuovi, ma è tutta gente che viene dal Mondiale, quindi non c’è da preoccuparsi.

Come riesci a bilanciare questi impegni con la scuola?

Diciamo che a volte è un po’ un casino: faccio il liceo scientifico, ma più o meno riesco a seguirlo. Anche se a periodi: quando ho le gare un po’ meno, poi però ce la faccio. È importante, altrimenti non ti rimane niente, bisogna sempre avere una seconda possibilità.

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