11 Luglio 2022

Jake Gagne da meteora Superbike a mattatore del MotoAmerica

Jake Gagne e la sua Attack Yamaha sono un avversario ostico anche per il nostro Danilo Petrucci: il californiano è cresciuto rispetto alla parentesi nel Mondiale Superbike.

Jake Gagne da meteora Superbike a mattatore del MotoAmerica

Per chi conosce Jake Gagne esclusivamente per i suoi trascorsi (tutt’altro che memorabili) con Ten Kate Honda nel Mondiale Superbike, la domanda è legittima. Com’è possibile che un pilota che faticava nella serie iridata, si ritrovi a monopolizzare la scena nel MotoAmerica Superbike? Davanti ad un pilota di-e-da MotoGP del calibro di Danilo Petrucci, oltretutto. Livello basso? Caso di omonimia? Contesti differenti? Moto-missile a disposizione? Sì e no. O meglio: come sempre in questi casi, la verità sta nel mezzo. Tra un’esperienza e l’altra di carriera, i piloti crescono, cambiano, si migliorano a tuttotondo. Non solo: le realtà sono diverse, per certi versi diametralmente opposte. Se un pilota fatica in un contesto, in una dimensione a lui più congeniale può metter in mostra il proprio valore. Jake Gagne lo sa bene e, loro malgrado, altrettanto i suoi avversari.

JAKE GAGNE NON É UN FERMONE

Partiamo subito con una considerazione di massima: no, Jake Gagne non è scarso. Affatto. Tralasciando anche l’ultimo biennio da mattatore del MotoAmerica, in carriera ha spesso e volentieri dimostrato di esser veloce. Non nel Mondiale Superbike, verissimo (ne parleremo in seguito), ma in altri contesti ha ampiamente dato prova di avere una manetta non da poco. Nel Vecchio, così come nel Nuovo Continente. Basti pensare che nel 2010 si è laureato Campione dell’agguerritissima Red Bull MotoGP Rookies Cup, serie-monomarca che affianca nei principali round europei il Motomondiale, battendo in un sol colpo due futuri Campioni del Mondo come Danny Kent (2°) e Brad Binder (5° al debutto).

HA VINTO TUTTO NEGLI STATES

In linea di massima un Campione della Rookies Cup, americano oltretutto (passaporto invitante per il promoter Dorna), dovrebbe ritrovarsi una strada spalancata per correre nel Motomondiale. A Jake (anzi, Jacob, il suo nome all’anagrafe) non è andata propriamente così. Per mancanza di budget ed altre situazioni/scelte poco felici, si è ritrovato costretto a ripiegare sul CEV Moto2, marcando soltanto un paio di gettoni di presenza nel Mondiale da wild card e/o sostituto. Non il massimo della vita, tanto da propendere nel 2012 verso il ritorno in madrepatria, riuscendo a vincere di fatto tutto quello che c’era da vincere (200 miglia di Daytona esclusa) in 10 anni.

VERSO IL MONDIALE SUPERBIKE

Grazie a Red Bull legatosi al team RoadRace Factory, nel 2014 conquistò il titolo nella defunta Daytona SportBike, vincendo nella stagione seguente il titolo MotoAmerica Superstock 1000. Con la medesima struttura, nel 2017 tentò l’azzardo del passaggio da Yamaha a Honda: poco felice sul profilo dei risultati, ma per una serie di circostanze la sua fortuna. Da pilota Honda U.S.A., fu convocato da Ten Kate Honda per correre a Laguna Seca nel Mondiale Superbike. Complice la tragica scomparsa di Nicky Hayden e la svariata serie di infortuni di Stefan Bradl, Gagne disputò più round del previsto e, grazie al gradimento Red Bull, nel 2018 affiancò a tempo pieno Leon Camier al via del Mondiale.

PARENTESI WORLD SUPERBIKE DA DIMENTICARE

Lo si voglia o meno, ma la sua CBR non era propriamente la miglior moto del lotto. Oltretutto Gagne approdò al Mondiale con un team a fine-corsa con Honda e, lui stesso, da pilota non ancora al livello odierno. Qualche top 10 non salvò un bilancio in passivo, tanto da dover per il 2019 tornare per la seconda volta in madrepatria al fine di rilanciare la propria carriera. Sposando la causa di un team prestigioso (Scheibe Racing), ma con una BMW “reperto storico“. Sufficiente per piazzare qualche buon risultato e ricevere la chiamata Attack Yamaha per il 2020.

DA SPALLA DI BEAUBIER A CAPITANO

Tornato in sella ad una R1, Gagne si è ritrovato a proprio agio. Dopo aver scontato un anno da spalla dell’inavvicinabile compagno di squadra Cameron Beaubier, nel 2021 si è assicurato il titolo MotoAmerica Superbike da indiscusso mattatore: 17 vittorie in 20 gare, 16 delle quali consecutive. Ritrovandosi come team-mate Josh Herrin e, negli ultimi round, Toni Elias, volendo vincere con una sfida-nella-sfida: riscrivere i record. Storici e del cronometro, puntando su ogni tracciato a battere i riferimenti siglati nella stagione precedente da Beaubier.

COME FA LA DIFFERENZA NEL MOTOAMERICA SUPERBIKE

Tornando al quesito iniziale, perché Jake Gagne oltreoceano è il pilota da battere? Lo è per la sua esperienza costruita nel corso degli anni, trovandosi storicamente tutt’uno-con-la-R1. Ed è coadiuvato da un team (Attack Performance) che ha una banca-dati inestimabile sulle piste del MotoAmerica. Appena messe le ruote in pista, lo staff diretto da Richard Stanboli ha già il set-up ideale. Pochi affinamenti, messa a punto della ciclistica e dell’elettronica già ottimale, di fatto Gagne ed il suo compagno di squadra Cameron Petersen devono soltanto aprire il gas. Jake, in un contesto a lui congeniale, lo sa fare bene. Oltretutto con delle peculiarità di massima: parte bene e trova subito il giusto ritmo. Prendete anche soltanto Gara 2 a Laguna Seca: comodamente in 1’23″4 al terzo giro (crono da prima fila in qualifica), con Petrucci che si è dannato l’anima per siglare un 23″6. Con una R1 che gli consente di guidare come più gli piace, gestendo e gestendosi nell’arco della contesa.

RESTA BATTIBILE

Nel MotoAmerica chiaramente Jake Gagne ha trovato la sua dimensione. Manca la controprova di cosa potrebbe fare oggi in altri contesti, ma negli States viaggia che è una meraviglia. Tuttavia, su certi aspetti è monodimensionale. Se messo sotto pressione, alle volte sbaglia malamente. Nel corpo-a-corpo (anche perché sono due anni che di lotte ne ha vissute ben poche), fatica. Un combattente come Danilo Petrucci, adesso a -3 in classifica, a tutti gli effetti è il pilota giusto (e l’unico, oggi) che può impensierirlo e, già successo, batterlo. Dal palmares prestigioso, dalla velocità straordinaria, scontando tuttavia un colossale gap di esperienza nel MotoAmerica rispetto al trinomio Gagne-Yamaha-Attack. Brainerd a fine mese sarà una nuova sfida per Petrucci-Ducati contro Gagne ed una R1 che viaggia sui binari. Anche perché è lo stesso Jacob ‘Jake’ a farla andare così forte…

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