19 Gennaio 2024

Jenson Button, il campione del mondo di Formula 1 più sottovalutato della storia

Il 19 gennaio del 1980 nasceva a Frome Jenson Button, il campione del mondo forse più sottovalutato nella storia della Formula 1

La Formula 1 ha avuto diversi campioni del mondo ed ognuno è ricordato per qualcosa che ha fatto in pista. Jenson Button, ad esempio, viene ricordato sempre per il titolo vinto con la fenice Brawn GP. Quel titolo non gli rende onore o, meglio, quella vittoria arrivò forse con una prima parte di stagione dove la vettura era troppo superiore alle altre. Questo macchiò la sua determinazione nel raggiungere il sogno di una vita. La verità è che Button si è dimostrato un pilota davvero capace, basta ricordassi alcune sue vittorie in McLaren.  

Jenson Button in Brawn GP solo una tappa

L’esordio in Formula 1 di Jenson Button fu nel 2000, a soli vent’anni. Button chiuse la sua prima stagione in ottava posizione, con la casa di Groove che per la stagione seguente lo mandò in Benetton. Il britannico non si trovò a suo agio, ma già dal 2002 quando la scuderia anglo-italiana fu acquistata dalla Renault le cose cambiarono. Nel 2002 Jenson sfirò il podio ma a fine anno Flavio Briatore preferì il giovane Fernando Alonso a lui. La scelta si rilevò vincente sia per la scuderia transalpina che da lì a poco avrebbe vinto con lo spagnolo ben 2 titoli iridati, ma anche per lo stesso Button che andò in BAR Honda.

Il progetto della BAR Honda era quello di riportare in alto la casa giapponese, anche se la struttura era tutta in terra britannica. I risultati arrivarono, dato che il pilota di Frome giunse 14 volte a podio e in Ungheria nel 2006 trovò la sua prima vittoria in Formula 1. Nel 2007 la casa nipponica era pronta al grande salto, ma non aveva fatto i conti con la crisi economica. Situazione che portò ad inizio 2009 la casa a chiamarsi fuori dalla Formula 1. La vettura era ormai pronta, con Ross Brawn alla guida del progetto tecnico. Nasce così il team Brawn GP che diede vita alla gloriosa BGP 001. Jenson Button grazie alla trovata del doppio diffusore, vinse 6 gare e arrivò 3 volte a podio quell’anno. Numeri che ad Interlagos gli valsero il titolo mondiale.

Il peso della vittoria iridata dovuta alla furbizia di Ross Brawn

La macchina grazie al doppio diffusore era nettamente più veloce delle altre, una cosa che non piacque ai grandi team, che per far correre la scuderia erano giunti ad un patto. La macchina montava addirittura un motore Mercedes, un propulsore sbagliato visto che la monoposto era progettata per avere un motore Honda. La scuderia vinse il titolo ma calò alla distanza, dato che i soldi per mantenere la struttura non c’erano, ma sta di fatto, che Davide batté Golia. Quel titolo però, ha messo Jenson Button nella condizione di essere sempre etichettato, come il vincitore dovuto più alla sua vettura che al suo talento. Nel 2010 la scuderia Brawn GP era diventata Mercedes e Button passò in McLaren.

Gli anni da vero campione del mondo arrivano in McLaren

Gli anni con la casa di Woking sono stati i veri anni da campione del mondo del pilota d’oltremanica. Jenson Button vinse otto gare con la McLaren negli anni che vanno al 2010 al 2012, gare vinte per la sua forza di saper leggere le situazioni soprattutto quando la pista era bagnata. Il successo che ricordiamo arriva proprio con la scuderia inglese, ovvero, quello in Canada nel 2011. Gli appassionati di Formula 1, hanno votato la gara di Montréal di quell’anno, come una delle più emozionanti della storia. Un successo che dimostrò al mondo, quanto il pilota inglese fosse forte nel sapere leggere le situazioni. Una gara che sembrava compromessa per lui, per via del contatto con il compagno Lewis Hamilton e il drive-through che gli fu comminat per l’incidente. Jenson rientrò con le intermedie sotto il diluvio, ma la pista iniziava ad asciugarsi, tanto che girava molto più veloce degli altri. La gara è poi diventa la più lunga della storia della Formula 1. Questo grazie anche all’ingresso di 6 Sefety Car per i tanti incidenti occorsi per via delle condizioni di pista bagnata. Situazione che aiutò Button nella risalita vincente, dato che egli si trovava a suo agio in quelle condizioni climatiche estreme. L’apoteosi per il pilota d’oltremanica arrivò nel corso dell’ultimo giro, quando Sebastian Vettel sbagliò, lanciando Jenson per primo verso la bandiera a scacchi.

Jenson Button è stato il campione dell’impegno

La carriera di Button si è arenata in Formula 1 con il momento no della McLaren, dato che dopo la vittoria in Brasile nel 2012, non solo il pilota non vincerà più nel massimo campionato, ma anche la scuderia inizierà un momento duro della sua storia. Il ritiro di Jenson dalla Formula 1 fu a fine 2016, ma corse l’anno dopo a Montecarlo per sostituire Alonso impegnato nella 500 Miglia d’Indianapolis. Il britannico continuò ancora a correre lontano dai riflettori della massima categoria. Nel 2018 vinse la serie nipponica Super GT e sempre nello stesso anno partecipò anche alla 24h di Le Mans ma con poco successo. Nel 2021 iscrive un suo team al campionato Extreme E, una competizione elettrica che si svolge in luoghi stile Dakar. La scuderia è ancora presente, ma lui non ci corre più, dato che adesso fa altri tipi di campionato sempre a quattro ruote. Jenson Button nella sua carriera non è stato forse il pilota dal talento cristallino, tuttavia è stato colui che con la costanza è arrivato a grandi risultati. Una sua celebre frase, infatti, recita:” L’importante non è pensare di essere il migliore, ma bisogna impegnarsi per diventarlo”.   

Oggi 19 gennaio si festeggia il suo 44esimo compleanno e il regalo più grande è quello che ci ha fatto lui. Ovvero quello, di dimostrarci che con l’impegno si possono raggiungere i sogni del noi bambino.

FOTO: social Formula 1

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