17 Giugno 2023

Niccolò Canepa Re dell’Endurance: fatica e coraggio, perchè seguire la 24h Spa

Alle 14 il via della seconda tappa del Mondiale: un tracciato terribile, una sfida oltre i limiti. Nick ce la racconta così

Niccolò Canepa, FIM EWC Endurance

Oggi non sarà solo la MotoGP a regalare emozioni, ma anche l’Endurance. Il Mondiale fa tappa a Spa-Francorchamps, tracciato vecchio stampo: quasi sette chilometri di curve mitiche, velocissime, terribili. Ogni giro a oltre 180 km/h di media, per 24 ore. Un giorno e una notte di sfida al limite, di giorno, di notte, contro gli avversari e se stessi. Niccolò Canepa, 35 anni, in qualifica è stato il più veloce dei tre piloti di Yamaha Yart (qui la cronaca), equipaggio che punta a strappare il Mondiale ai campioni in carica di Honda FCC-TSR.

Il ragazzo genovese, ex di Superbike e MotoGP, nell’Endurance ha trovato la sua dimensione. Ha vinto il titolo nel 2017 con Yamaha GMT94 e da anni è il “capitano” della formazione ufficiale di Iwata. Velocissimo, determinato, consistente: quello che serve per primeggiare in questa disciplina durissima. A poche ore dal via della 24 Heures Moto di Spa il nostro Niccolò Canepa ci spiega com’è correre qui dentro. E perchè l’Endurance è una disciplina appassionante. Da duri e puri.

Spa è vecchio stampo, una pista difficile e terribile. Il Radillon è la curva più evocativa…

E’ qualcosa di eccezionale, mi viene la pelle d’oca ogni volta che ci passo. Sono cresciuto guardando gare mitiche qui a Spa, parlo di F1. Ogni giro è emozionante, un godimento, anche se è molto dura. Quando arrivi in cima, sullo scollinamento, il cambio di direzione destra-sinistra ti mette davvero in difficoltà. Con la F1 non dà fastidio, ma a quella velocità la moto tende a impennarsi e sbatterla a sinistra è una cosa molto fisica. Immaginate di farlo per 24 ore…

Poi c’è Blanchimont, uno dei curvoni più difficili del mondo

Sono due curve diverse, difficile dire quale mi esalta di più. Il Radillon è evocativo, vedi una foto e capisci subito che parliamo di Spa. A Blanchimont invece ci vogliono le palle, veramente. La facciamo al limite, in sesta piena a limitatore, ginocchio e gomito per terra, è una curva da pelo. Le sensazioni sono forti quando la fai, specie quando da metà stint la gomma comincia a consumarsi e la percorri completamente di traverso. L’impegno è massimo. Anche qui: immaginate farla per 24 ore, di giorno, con la pioggia, con il buio. Ma non si molla.

In qualifica Yamaha Yart è andata fortissimo: come avete fatto?

Nel primo settore molto veloce la nostra Yamaha fatica un po’, ma nel secondo, che dura oltre un minuto, siamo davvero veloci. La moto si guida in maniera incredibile, grazie anche alle gomme Bridgestone. Si poteva fare anche meglio, il mio ideal time era tre decimi sotto, ma sono contento perchè siamo andati tutti e tre forte, gli unici a scendere sotto 2’20. Ottimo!

Che strategia avete pianificato per le 24h?

Nel primo stint di ciascuno staremo tranquilli, per capire le condizioni della pista. Prima del via della 24h c’è una gara del mondiale sidecar, lasceranno tanta gomma a terra. Tranquilli si fa per dire, perchè ormai nell’Endurance spingiamo sempre forte. Poi dal secondo stint in poi ci scateniamo, contiamo soprattutto sulla notte. Al buio andiamo molto forte, facciamo la differenza. Lì daveremo il massimo per fare il gap, speriando che tutto vada bene…

Fra FCC TSR, BMW e Suzuki chi pensi possa essere il team più temibile? 

FCC TSR e Suzuki sono sempre lì. Anche quando faticano nelle simulazioni dei giorni prima, poi in gara fanno sempre uno step e sono vicini a noi. Su questa pista siamo in vantaggio, è quella dove possiamo fare più la differenza.

Il problema dell’illuminazione è stato risolto?

Noi di notte andiamo bene, l’anno scorso si erano lamentati tutti ma noi ci siamo adattati. Giravamo due secondi più veloci del resto. Sembra che quest’anno ci sarà addirittura qualche luce in meno, non sono d’accordo perchè qui giriamo a 180 km/h di media e diventa un po’ pericoloso. Spero ci siano le condizioni adatte per correre in sicurezza. Però ragazzi, è l’Endurance: corriamo di notte! Io mi ricordo le prime 24h che ho fatto, nel 2016, erano tanto peggio. Non era cent’anni fa e non c’era luce, ultimamente l’Endurance ha fatto passi da gigante. Però correre di notte a me piace, è una sfida che mi eccita.

Rispetto alle 24 ore francesi, in Belgio com’è l’atmosfera?

A Le Mans fanno cose pazzesche durante la notte, in certe curve non ci vedi bene perchè sale il fumo dei mille barbecue accesi. Inoltre quando ti fermi è impossibile riposare, ci saranno tremila moto al limitatore è molto peggio che al Mugello per la MotoGP. A Spa c’è molto pubblico, ma è tutto più tranquillo.

Oltre a te ci sono altri 9 italiani in pista: ti senti un pò l’apripista dell’invasione italiana nell’EWC?

Mi fa enorme piacere. Anch’io la conoscevo poco prima di arrivare, ma con il tempo ho imparato ad amarla. E’ bello che il mio titolo Mondiale e le mie vittorie abbiano aiutato a far venire la voglia di Endurance a tanti. Diversi team e tanti piloti si sono avvicinati, hanno scoperto un bel mondo e stanno andando forte. Però il mio sogno vero sarebbe correre una tappa del Mondiale Endurance in Italia. Abbiamo le piste molto belle, Misano sarebbe prontissima per la notturna. Spero succeda.

Come ti alimenti durante la gara?

In Yamaha Yart abbiamo una persona che ci segue per questo aspetto. Con l’esperienza ho capito che alimentarsi è fondamentale, ma bisogna farlo in modo corretto, senza appesantirsi. Bisogna fornire al corpo le calorie necessarie, altrimenti la stanchezza vince. Adesso arrivo con tanta energia alla fine. Consumiamo circa 7-800 calorie l’ora, per dieci stint, diventa impegnativo anche per la mancanza del sonno.

Niccolò Canepa, c’è tempo per dormire fra un turno e l’altro?

Faccio dei microsonni da 15-20 minuti. E’ questo il tempo che resta, perchè appena rientro dopo il turno di guida devo parlare con gli ingegneri, fare la doccia, mangiare, il massaggio. Alla fine il tempo che resta è pochissimo, ma io cerco sempre di chiudere gli occhi. Non sempre riesco ad addormentarmi, ma se succede mi aiuta molto a recuperare. Quando ti vengono a svegliare non è piacevole…

La prossima è Suzuka: rivedremo vincere un italiano dopo Valentino Rossi?

Ci penso ogni giorno. L’anno scorso siamo arrivati vicino al podio, sarebbe stato bello. C’è stato solo un italiano a vincerla (Valentino Rossi nel 2001, ndr) non mi posso paragonare a lui, ma la possibilità c’è. Per me è “la gara delle gare”, Suzuka è una pista pazzesca, cui dare rispetto, velocissima, pericolosa. Gli avversari sono di livello altissimo, è una sfida oltre il limite. Nella mia carriera mi sono tolto tante soddisfazioni e salire sul podio a Suzuka sarebbe il coronamento di tutto…

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