21 Aprile 2024

Cecchini Racing, la “giovane” squadra CIV che sogna il Mondiale

Il Cecchini Racing Team è nato nel 2022 nel CIV, ora è una solida realtà che pensa al Mondiale. Francesco Cecchini ci ha raccontato la sua storia.

cecchini @photo_Marzio Bondi

Conoscete la storia del Cecchini Racing Team? Vi abbiamo parlato del suo team manager, il pluricampione di flat track Francesco Cecchini, figlio dell’esperto tecnico Fabrizio, ma ora assieme a lui vi raccontiamo qualcosa di più di questa giovanissima squadra attiva nel Campionato Italiano Velocità ma con l’obiettivo di approdare quanto prima nel Mondiale. Quest’anno la struttura è al via in Moto3 con Cristian Lolli e con l’esordiente Valentino Casalboni, in più c’è la sfida Supersport con l’ex Mondiale Leonardo Taccini. In occasione del primo round tricolore a Misano, chiuso con due piazzamenti sul podio per Lolli, abbiamo avuto modo di parlarne proprio con il team manager, ecco cosa ci ha raccontato.

Come nasce il Cecchini Racing Team?

Nasce dalla voglia di portare il cognome di mio babbo, e giustamente anche il nostro, nel mondo delle corse. Ha fatto diventare grandi tanti team mondiali, ma si era un po’ stufato e abbiamo iniziato questo percorso che vogliamo ci porti al Motomondiale. È nato insieme a Cristian Lolli, che ci ha dato un po’ la spinta perché crediamo molto in questo ragazzo. Nel 2022 siamo quindi partiti dall’Italiano Moto3 solo con lui, durante la stagione si è appoggiato a noi Lorenzo Gabellini con la Ducati V2 in 600. Ha fatto solo qualche gara, ma abbiamo ottenuto due podi.

A livello di squadra, di persone?

Il bello del nostro team è che stiamo lavorando in modo professionale, non solo piloti ma anche la gente, che stiamo cercando di far crescere con noi col metodo giusto. Tanti del team ci sono dal primo giorno, cercherò di portarmeli dietro anche al momento del salto nel Mondiale. Sono dell’idea che un team dev’essere un po’ come una famiglia, quindi ci dev’essere affinità anche tra le persone con cui lavori, sennò non può funzionare. Non dev’essere solo il pilota che va forte, ma dev’essere tutta la squadra che va nella stessa direzione.

cecchini racing team @photo_Marzio Bondi

Sei un pluricampione di flat track, come mai questo ‘passaggio’ alla velocità?

Mi sono spostato perché negli ultimi due anni che ho corso ho avuto degli infortuni un po’ pesanti. Non sono mai riuscito a recuperare del tutto fisicamente, quindi ho deciso di “abbandonare” per il momento la mia disciplina principale. A 27 anni poi sono un po’ grandino e sto ragionando anche sul fatto che questo percorso mi può dare un futuro. In più quello sport non mi dà da mangiare: ho vinto tanto, ma mi ha dato poco a livello finanziario. Non mi lamento perché sono stato uno dei pochi a guadagnarci qualcosa, però se avessi vinto tutti quei mondiali nella velocità avrei smesso di correre! [risata] Ci ho ragionato da persona matura diciamo. Mi devo ancora abituare all’idea, ma arrivano comunque emozioni forti con ragazzini che ascoltano e recepiscono i tuoi feedback, le tue esperienze.

Come cambiano le sensazioni da pilota a team manager?

Diciamo che i primi anni mi dicevo che era meglio quando avevo il casco sulla testa! Quando sei pilota hai l’ansia e l’adrenalina prima di partire, ma quando scendi in pista sparisce tutto. Lavori su te stesso, pensi a te stesso. Da fuori è molto stressante, a volte anche più di quando si è piloti. Un team manager è h24, 365 giorni all’anno, con la testa lì: bisogna organizzare, gestire le persone e quello che serve in un team, sapere tutto di tutti… Sai l’impegno che ci metti e i sacrifici che fai, quando partono c’è una tensione forte perché vuoi che tutto vada bene.

Soddisfazioni tue e soddisfazioni coi tuoi piloti: si può fare un paragone?

Non sono paragonabili, sono emozioni diverse. Quando vincevo io era più una pace che trovavo dentro di me perché ce l’avevo fatta. Ma vedere che i tuoi piloti fanno bene… A volte è più emozionante, ti scende più la lacrimuccia.

Guardando al Cecchini Racing Team, come mai siete partiti dal CIV Moto3?

Avevamo Cristian ed era l’anno in cui era cambiata la categoria. Nell’Italiano abbiamo i motori 450, un dispendio economico molto minore rispetto ad una vera Moto3. Ci ha aiutato quindi a partire, a cominciare questo percorso.

Nel 2023 i piloti del team aumentano.

Abbiamo iniziato subito con tre piloti: Lolli sempre in Moto3, Valentino Casalboni in PreMoto3 e quest’anno sempre con noi ma in Moto3, e Brian Uriarte, che correva nella ETC ed era venuto a fare qualche gara con noi. Eravamo partiti bene, nella PreMoto3 abbiamo vinto subito con Brian, purtroppo poi ha avuto un infortunio quindi è sfumato il sogno di vincere il campionato. Cristian invece si è comportato bene: ci siamo fatti sfuggire il vice-campionato italiano all’ultima gara, ma abbiamo chiuso terzi.

Quest’anno il team Cecchini corre in due categorie, obiettivi stagionali?

Da Lolli pretendiamo molto quest’anno: è al suo terzo anno e sta crescendo come passo, ma i due davanti vanno forte… Quindi dobbiamo migliorare di più. Valentino deve fare esperienza, ma secondo me è un ragazzo che merita e, se riusciamo a fargli trovare il giusto feeling con la moto, si toglierà delle soddisfazioni anche lui. Invece in 600 Taccini si deve adattare un po’ allo stile della V2 bicilindrica, la Ducati è una moto che va guidata un po’ diversamente rispetto alle quattro cilindri, ma è un ragazzo che non molla e che va forte, già ce l’ha dimostrato.

Come mai avete scelto anche la Supersport?

Ci era piaciuta dopo le gare fatte con Gabellini, con una moto che abbiamo sempre preparato noi. In più ci siamo incontrati con Leonardo Taccini, in cui crediamo molto e che aveva voglia di riscattarsi dopo aver avuto un po’ di sfortuna nella sua carriera.

Il grande sogno del Cecchini Racing Team però è il Motomondiale.

Stiamo facendo sempre un passo avanti tutti gli anni. Sarebbe bello riuscire a fare il grande salto già il prossimo anno, o quello dopo. Stiamo cercando di mettere a posto tutte le cose a livello finanziario per riuscire ad andare a fare il Motomondiale in Moto3. In questo momento abbiamo trovato delle persone che ci stanno dando una grossa mano e stiamo parlando per il nostro futuro, per concretizzare il tutto.

Ma non è l’unica idea, giusto?

Quest’anno corriamo anche in Supersport con una Ducati V2. È un passaggio un po’ diverso perché ti potrebbe portare a fare il Mondiale Supersport e Superbike, differente rispetto a quello di Moto3, Moto2, MotoGP. Giustamente consideriamo tutte le cose, potremmo fare un’esperienza anche lì. Se non incastriamo tutte le cose per la Moto3, la Supersport è un’alternativa valida: la nostra aspirazione non è rimanere nel Campionato Italiano ma puntare al Mondiale. Incrociamo le dita.

Foto: Marzio Bondi

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