24 Novembre 2019

Scott Redding, quando la Superbike era peggio che lavorare al McDonald

Anni fa il britannico aveva dichiarato che non avrebbe mai gareggiato con le derivate dalla serie. Ora è destinato a diventare la bandiera del Mondiale alternativo

Scott Redding

“Piuttosto che andare a correre in Superbike vado a lavorare al McDonald“. Scott Redding, ai tempi della MotoGP, apriva bocca senza pensarci tanto su. Disprezzava l’altro Mondiale senza conoscerlo, come la maggior parte dei suoi ex colleghi. Ma le strade della vita sono tortuose e adesso pilota britannico si ritrova proprio lì dove non avrebbe immaginato di essere. Pilota di Superbike, in sella alla Ducati ufficiale schierata dalla squadra più titolata. Candidato al titolo Mondiale, ma non solo. Scott Redding fra tre mesi sarà una delle bandiere del campionato. Il pilota più mediatico, quello da cui gli stessi organizzatori si aspettano quel “qualcosa in più” per riportare l’entusiasmo degli appassionati al top. Il bancone del fast food può attendere…

“ERO IMMODESTO, SONO CAMBIATO”

Per tanto tempo sono stato molto ingenuo nei miei commenti” ammette, oggi, Scott Redding. “Anche del British Superbike avevo sempre detto peste e corna, ma andarci a correre si è rivelata la scelta più azzeccata della mia carriera. Nel BSB mi sono rilanciato, ho vinto il titolo e mi sono guadagnato la Ducati ufficiale per il Mondiale. Ma soprattutto sono cambiato come uomo. Il BSB mi ha fatto tornare sulla terra, ed era quello di cui avevo bisogno. Ho anche imparato che è meglio non parlare per partito preso, di cose che non si conoscono.” 

“LA SUPERBIKE E’ CAMBIATA”

Poi però Scott Redding, intervistato da Speedweek, fa una precisazione. “Oggi le Superbike sono tecnologicamente avanzatissime, sono autentiche moto da corsa. La mia Ducati V4R è nata per correre, in anni recenti soltanto l’Aprilia aveva fatto qualcosa del genere. Oggi la Superbike mi piace di più di qualche anno fa.” 

 

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