9 Dicembre 2023

Motoestate, che storia! Edoardo Boccellari, l’imprevedibile campione Twins Cup

Edoardo Boccellari primo e unico campione della Twins Cup del Motoestate. Conoscete la sua bella storia? Ve la raccontiamo: l'intervista.

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Se chiedete ad Edoardo Boccellari qual è il suo vero grande amore, l’inevitabile risposta sarà le moto. Quest’anno però, alla fine di una stagione decisamente avventurosa e ricca di incertezze per questioni di budget, il 20enne piacentino si è anche tolto la soddisfazione di diventare il campione della neonata Twins Cup del Motoestate. La nota curiosa è che si tratta di una categoria vista per la prima volta in questo 2023 e già defunta, visto che l’anno prossimo diventerà Sportbike. Un unicum quindi per il giovane Boccellari, che nella vita quotidiana troviamo impegnato 8 ore al giorno in Astra come “intermediario” tra ingegneria ed officina nel settore dei prototipi, per poi impiegare il suo tempo libero anche per alcuni esperimenti privati. Ma conoscete tutta la sua storia? La lasciamo raccontare al protagonista.

Edoardo Boccellari, da dove inizia la tua storia?

Ho iniziato a 6 anni correndo in enduro. Ero anche tra i piloti di interesse nazionale, il punto però è che non mi allenavo mai perché non avevo voglia, poi puntualmente le suonavo chi si allenava tutti i giorni, quindi Yuri Simoncini si arrabbiava sempre! Ma alla fine ho cominciato così perché qui da me c’era solo quello, quindi mi sono buttato. Anzi l’idea iniziale erano i kart, ma il mio babbo mi ha detto subito di no perché costavano troppo e col tempo mi sono reso conto che non era la mia strada. Come mondo mi si addice molto di più la moto, anche perché ero cresciuto con il buon Sic come idolo.

Inizi poi a disputare le prime gare.

Sì, a otto anni. L’età minima era 7 anni, però ho aspettato di prendere il 65cc. Dal 2013 al 2019 ho fatto sempre il campionato regionale, che ho vinto nel 2014, e quello italiano, oltre al provinciale che è sempre molto sentito, ed il Gran Ducato, che ho vinto nel 2016. Il colmo è che rileggendo i nomi dei ragazzi che correvano con me, vedi che stanno facendo tutti il Mondiale! Io ed un mio amico invece facciamo le invenzioni in garage, cos’è andato storto? [risata]

Ma cominci a cambiare idea ed a guardare le corse su strada, come mai?

Ero stanco di correre in enduro, non mi piaceva più e l’ho detto al mio babbo, ma mi ha fatto subito notare il problema dei soldi. Io però mi sono messo a correre con un RS 50, mi sono capottato varie volte e alla fine ha deciso di prendermi un RS 125, per poi portarmi a provare in pista. Abbiamo fatto un serale a Franciacorta, cinque giri, finché non mi è esploso il motore, ma si sono avvicinati gli istruttori e mi hanno detto che ero bravo, che potevo fare qualcosa.

Edoardo Boccellari, nel 2020 inizi a pensarci davvero.

Ho fatto ancora qualche gara di enduro, ma così senza pretese, mentre ho iniziato ad allenarmi di più in pista. Ho preso in mano il 600 e ho fatto un paio di uscite, la prima una prova libera, un Ligurbike a Varano, vincendo la categoria “bassa” degli Esperti. Anche la seconda uscita è stata lì, ma piovigginava ed io ero nella categoria dei Piloti, con mia madre preoccupata: era la mia seconda volta sul 600, pioveva e avevo le slick, e io non sono tipo che fa le cose con calma! Sono andato a cannone e ho finito 7°, 3° tra i 600. Con un rischio: uscendo dalla S stretta la moto me la sono quasi “messa per cappello”, proprio a bandiera! Ma non so come sono riuscito a tenerla, diciamo che andata bene. A parte questo, in quel momento ci siamo davvero convinti.

Da tre anni quindi le tue gare sono solo in pista.

Sì, anche se arrivo sempre all’ultimo senza sapere bene cosa devo fare, fino al colpo di scena magari anche la sera prima della gara. Come la prima gara del 2021, ad aprile: avevo usato appena tre volte il CBR, un originale del 2006, e l’avevo portato dal meccanico per montare la frizione antisaltellamento. Me lo ritrovo con tutte le carene del team MRT Corse&2R Moto, mi hanno fatto correre praticamente senza pagare quasi niente, dopo qualche prova di partenza fatta in una zona industriale. Il giorno dopo ero in gara e ho guadagnato 6-7 posizioni solo al via. Così è iniziato il mio primo anno, mi ha aiutato molto!

Un anno d’esordio, com’è andato?

Ho vinto la categoria Rookies della Race Attack 600, ma sono successe talmente tante cose… Come ad esempio il weekend al Tazio Nuvolari: ero 11°, era la prima volta che partivo così avanti in griglia, all’inizio in qualifica non c’era verso di fare bene. Gara 1 non ho ingranato, Gara 2 sono partito, ma alla seconda curva io e un altro ci siamo toccati, siamo andati larghi e siamo rientrati in coda. Ma mi sentivo davvero bene su quella pista: in 8 giri ho chiuso la vena e sono arrivato 8°, con un sorpasso all’esterno a tre curve dalla fine, quasi da kamikaze. O lo passavo o piegavo la moto, e ce l’ho fatta.

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    Edoardo Boccellari, nel 2022 sei sempre in Race Attack 600.

    Col team Biker da Cordoli, hanno fatto l’impossibile per farmi correre. Non sono una persona che dà la colpa alla moto, ma è stato così. Avevo una R6 che già aveva problemi appena presa, facciamo un paio di test giusto per provare ed al secondo, una settimana prima della gara, è successo di tutto. Prima mi è arrivato dietro uno con una R1 senza freni, che mi ha centrato alla X di Varano. Il team in due ore mi ha rimesso assieme la moto per finire la giornata di prove di Ligur Bike, ma è durata un giro e mezzo. I primi due giri si fanno piano, eravamo in colonna, e quello davanti ad un certo punto ha inchiodato. Io mi ero pure spostato fuori dalla fila per evitare incidenti, ma uno davanti a me si è lanciato fuori all’ultimo, ha inchiodato e io gli sono finito addosso.

    Alla moto non ha fatto molto bene…

    Siamo diventati matti per cercare i pezzi da una parte e dall’altra, il meccanico ha fatto un lavoro pazzesco per rimontarla e sabato mattina la moto era pronta. Non era perfetta, ma siamo partiti così. Iniziamo, un giro e mezzo e si spegne, più di così non andava, finché non abbiamo scoperto un piccolo problema al cambio elettronico, subito risolto.

    Inizia così la tua stagione.

    Il primo round è andato abbastanza bene, ma è stato un anno un po’ così. Il momento migliore è stato Varano-2, ho fatto 3° assoluto grazie ad una squalifica ad un altro, però poi c’è stato il grosso incidente a Castelletto. Sono arrivato giù al tornantino e solo lì mi sono accorto che la R6 non ne voleva sapere di frenare: ho usato il freno posteriore, ma una volta in ghiaia la moto mi ha lanciato e sono finito contro il muretto a 80-90 km/h. Ho ancora adesso la tuta coi segni dei copertoni. Si era fermata tutta la pista, io non ricordo proprio nulla, anzi poi ho capito che avevo un mese di buco di memoria. Ma mi hanno detto che non era niente e dopo due settimane sono andato a provare la Moto2 di Fantom sempre a Castelletto e sono andato subito bene.

    Riuscite a rimettere insieme la R6 e tocca al round Motoestate a Cremona.

    Sabato pioveva, ma andavo fortissimo: era la prima volta che provavo le rain, ma sono sempre stato nelle prime posizioni. Non male visto che rientravo dall’incidente, ma per la gara ha smesso di piovere. Quando s’è asciugato ho iniziato a fare il gambero… La stagione quindi è finita così, ce l’ho messa tutta ma non ne potevo più. A modo suo però mi ha lasciato anche dei bei ricordi: non mi sono fatto troppo male e comunque ho corso per tutto l’anno, imparando un sacco di cose ed anche a guidare una moto “storta”. È il momento in cui cominci a mettere in dubbio un po’ tutto: se ha senso, il rischio di farti molto male, i soldi spesi per non combinare niente… Lì mi sono detto “Mi sono fatto conoscere, ho dato il 1000%, adesso vediamo”.

    Edoardo Boccellari, arriviamo all’anno del titolo.

    Non dovevo neanche correre, ad inizio anno non avevo ancora la moto. Ma a gennaio-febbraio Alberto Gini aveva appena sviluppato le sue prime Protogini, sulla base delle Kawasaki ER-6N: Delmonte gli aveva passato il mio contatto ed abbiamo girato a Castelletto assieme ad un suo pilota, ho provato il suo secondo prototipo. Non avevo mai guidato quella moto, né una bicilindrica, ma solo una R6 ed un CBR 600 prima di quel momento, ma me la sono cavata bene e Gini era tutto contento.

    Inizia quindi il tuo 2023 in Twins Cup.

    Decidiamo di fare assieme le prime gare. Inizio a Varano con un 3° posto, primo delle Special, quindi i prototipi, anche se eravamo appena in sei! Piano piano però il numero dei partecipanti è aumentato durante l’anno. A Cremona ho fatto 2°, me la sono giocata fino all’ultimo con Piero Roma, che aveva un’Aprilia e andava davvero forte, mentre all’inizio alla Protogini mancava ancora qualcosa di velocità, cosa poi sistemata. Arriviamo poi alla terza gara a Magione, una trasferta che costava un sacco per me da Piacenza: non sapevo se farla, ma eravamo più sul no. Spendere soldi per una gara in un campionato che, sulla carta, io non potevo neanche vincere!

    Edoardo Boccellari, una premessa decisamente curiosa visto il risultato finale.

    Proprio Magione è stato il punto di svolta. Mike D’Ambrosio, un mio grande amico che era giù con altri due piloti, si è offerto di farmi da meccanico ad un prezzo irrisorio per quella gara e per il noleggio della moto ho pagato poco, quindi abbiamo deciso di provare a vedere come andava. All’inizio non mi sono trovato benissimo, sono riuscito poi a migliorare ma non mi schiodavo dalla 3^ posizione, tra i 12 in azione.

    Sabato notte, fino alle tre del mattino, si sono messi a guardare la moto per capire cosa fare, fino all’illuminazione: “Ma è montata al contrario!” Hanno stravolto completamente il setting e ho quasi vinto la gara, finché non si è piegata l’astina del cambio e sono arrivato 4°. Mike guardava la moto con la stessa espressione di Giovanni davanti alla macchina rigata in “Chiedimi se sono felice”. Alla fine la collaborazione con Gini si è interrotta proprio dopo quel weekend per problemi di budget.

    Sembra la fine della tua stagione, invece non lo è.

    No, perché Mike mi dice che ha un’Aprilia sul furgone e che mi avrebbe fatto correre per un prezzo mega-irrisorio per farmi finire la stagione. A Magione i soldi erano finiti! Direi però che s’è risolta bene: siamo andati a provare a Varano e siamo andati subito molto forte, poi nel weekend di gara abbiamo fatto la pole e vinto, anche con un pizzico d’astuzia. Ad un certo punto avevo sbagliato una cambiata e Conte, mio rivale diretto, mi aveva passato, ma gli sono rimasto attaccato finché più avanti, sotto pressione, non ha sbagliato lui e poi s’è steso.

    L’occasione giusta per recuperare terreno sul leader.

    In quella gara ho recuperato una caterva di punti e sono passato davanti in campionato. A Cremona poi bastava che finissi la gara: siamo arrivati lì, abbiamo fatto dei test, ma il motore aveva parecchi chilometri e non potevo permettermene un altro. Siamo comunque andati forte finché abbiamo potuto, anche perché faceva caldo, ma è andata bene e abbiamo vinto il campionato.

    Edoardo Boccellari, che cosa significa per te questo titolo?

    Devo essere sincero: mi rendo conto dopo che io voglio qualcosa, la faccio, e a quel punto mi dico “Ah ok, bene”. Per qualche motivo tendo quasi a denigrare quello che ho fatto, a non dare il giusto credito alle cose che faccio. Io tendo sempre a spingermi, a cercare di fare sempre di più, guardo al prossimo obiettivo, senza sedermi. Devo dire che mi era rimasto un po’ l’amaro in bocca perché volevo vincere il titolo vincendo l’ultima gara, invece non ci sono riuscito. Ma alla fine, a mente fredda e tirate le somme, ripensi a tutto quello che è successo e sì, abbiamo vinto! Mi rendo conto che devo imparare a godermelo un po’ di più.

    Diciamo che in generale riesci ad essere “freddo e distaccato” quando devi correre.

    A Varano, quando ho vinto il titolo, ero la persona più tranquilla del mondo. Per dirti, Mike invece era agitatissimo: sono andato da lui e gli ho detto di stare tranquillo, che era tutto a posto, che entravo in pista a vincere. Lui ha sgranato gli occhi, ma anche nel box erano così. Sembra che non mi interessi mai di niente, invece sono fatto così.

    Edoardo Boccellari, hai già qualche programma per il 2024?

    Al momento no, prima bisogna cercare gli sponsor. Con qualche piccolo aiuto farei una signora stagione, ma è sempre dura trovare qualcuno che dia una mano.

    Foto di copertina: Andrea Soldati/edoboccellari21.it

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