1 Agosto 2023

Calvaruso e Brigaglia: Brevo Evotech, quando l’unione fa la forza

Da anni Brevo Evotech è uno dei costruttori italiani protagonisti nel CIV. Ma conoscete la sua storia? Ve la raccontiamo.

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Nel Campionato Italiano Velocità si trovano tante realtà italiane interessanti. Come Brevo Evotech, binomio tutto tricolore arrivato a competere nel CIV. Biagio Calvaruso è il fondatore di Evotech s.r.l, azienda nata nel 2004 che produce e vende in tutto il mondo componenti speciali per moto. Brevo invece diventa realtà nel 2019 grazie all’ex pilota di esperienza mondiale Domenico Brigaglia. Due realtà indispensabili per quella che è diventata una solida partnership protagonista nel CIV, nel segno dell’italianità (un altro esempio è la collaborazione con Maselli, e non Ohlins, per le sospensioni).

Quest’anno Brevo Evotech disputa solo la PreMoto3, una categoria però che sembra ormai destinata ad essere sostituita da un monomarca Honda modello Talent Cup in un futuro non molto lontano. Anzi molto probabilmente già dall’anno prossimo: ancora non è arrivata l’ufficialità vera e propria, ma appare davvero solo questione di tempo. Non la migliore notizia per queste realtà italiane… Guardando al costruttore tricolore, da dove comincia la sua storia? A Misano abbiamo avuto modo di parlarne con Calvaruso, che ci ha raccontato il percorso.

Partiamo dall’inizio, com’è nato il progetto Brevo Evotech?

Lo “chef” delle moto è Domenico Brigaglia, conosce lui le ricette. Alla fine possiamo dire che tutti sono più o meno capaci di fare una moto, bisogna poi farla andare e forte! In Evotech quindi potevamo anche metterci a farle, ma farle poi vincere in un campionato era molto più difficile. Servono conoscenze a 360° di chi è stato un pilota e ha lavorato ad altissimi livelli: Ducati, Aprilia, BMW… Sia con moto piccole che con moto grandi. Ha quindi una visione totale del mezzo, sa cosa fare e quali sono le conseguenze se si cambia qualcosa.

Un’idea di una moto da corsa che quindi comincia a prendere forma.

Con un motore derivato dal cross. È economico e funziona bene, ma richiede un’altra ciclistica e con determinati vincoli. Ad esempio il perno del forcellone infulcrato sull’attacco del motore, quindi ti vincola il pignone e la catena. Devi capire esattamente dove posizionarlo questo motore, con l’inclinazione giusta per avere una moto gradevole da guidare, con cui si ha un buon feeling. Le conoscenze di Domenico sono fondamentali.

Ma qui entra in scena Evotech.

Abbiamo messo in campo alcune nostre tecnologie che ci permettono così di essere dei veri costruttori, non sono tanti in Italia. C’è tanta brava gente, ma se manca qualcosa non si va avanti. Serve l’ingegno, come quello di Domenico, ma servono anche le risorse che abbiamo noi di Evotech. C’è bisogno delle due cose messe insieme e sta funzionando: né lui né noi saremmo arrivati a questo livello senza l’altro.

Servono poi anche le persone giuste, con quello che si sente in giro…

Sì, magari hai l’idea, poi la dai a chi ha le risorse, ma si rivela un balordo e te la ruba. Bisogna metterci la passione, certo serve anche una visione imprenditoriale per non fare buchi nell’acqua.

Un progetto concretizzatosi ed infine approdato nel CIV.

Quest’anno per la prima volta abbiamo un team factory nostro. Dal 2019 avevamo affidato le nostre moto sempre ad altri, come AC Racing, con cui collaboriamo fianco a fianco nello sviluppo. Hanno un bacino di piloti molto forti, cosa che mancava a noi: l’anno scorso ad esempio siamo arrivati davanti sia con un pilota audace come Zanni che con uno più pulito come Pugliese. Vuol dire quindi che il progetto è buono! Ma anche tutte le altre moto sono davanti: abbiamo 8 piloti, chiaro che qualcuno è un po’ più indietro, ma bene o male nelle prime 10 posizioni abbiamo sempre 5-6 moto.

La Brevo Evotech quindi è una moto che si adatta a più stili diversi.

Parliamo di una moto che costa rispetto ad altre, con la possibilità di regolare ad esempio l’angolo di sterzo od il pivot del forcellone. Tutti aspetti però che permettono l’adattamento della moto al pilota. Pensiamo a Volpi (che l’anno scorso ci ha aiutato tanto nello sviluppo) e Pini, due stili che sono uno l’opposto dell’altro: Mattia è molto aggressivo in frenata, Guido invece ha una guida più pulita. Due anni fa, quando gli abbiamo fatto provare la moto, non s’era trovato subito, ma è stata una scommessa: abbiamo fatto le modifiche che voleva e poi i risultati si sono visti.

Una moto che aiuta a a far crescere i giovanissimi.

L’abbiamo fatto con Pini, con Volpi, lo stiamo facendo anche con Fabio Zanellato. Nel 2022, suo primo anno in PreMoto3, ha ottenuto risultati pessimi, quest’anno è arrivato da noi e abbiamo capito che gli mancavano proprio le basi. Assieme a Christian Femia, nostro meccanico di esperienza, andiamo a vederlo in pista e controlliamo come si comporta, per poi dargli le dritte giuste su partenza, frenata (non usava il freno posteriore), più altre piccole cose. Come risultati è ancora lontano dai primi, ma da ultimo è passato in top 10: gli stiamo dando fiducia, cerchiamo di farlo crescere il più possibile.

Li seguite insomma nei “primi passi” per diventare piloti completi.

Ricordiamoci sempre che sono bambini di 14 anni, che certo vanno bacchettati quando serve ma senza esagerare, tenendo in considerazione l’esperienza che hanno e contro chi corrono quando arrivano. Non tocchiamo poi la foga dei genitori convinti di avere i nuovi Valentino Rossi o Marc Marquez in casa… Arrivare nel Campionato Italiano è l’inizio: noi come squadra e costruttore Brevo Evotech dobbiamo far sì che questi ragazzi che passano da noi abbiano fatto un bel percorso. Vogliamo far crescere il pilota e crescere anche noi, questo è il nostro scopo.

Non solo PreMoto3 per il progetto Brevo Evotech.

Abbiamo anche la Moto3, la MiniGP e la Moto2 (anche se per ora abbiamo fatto solo tre gare nel Mondiale Junior l’anno scorso). Sempre moto propedeutiche da corsa. La nostra MiniGP ad esempio ha un telaio inedito interamente ricavato da un pieno in alluminio, una piccola opera d’arte. L’impostazione è quella di una vera moto da corsa, con cui il pilota deve saper lavorare.

Tornando all’attualità nel CIV, Brevo Evotech sta facendo decisamente bene.

Abbiamo cominciato nel 2019 solo con Bianchi e siamo arrivati secondi in campionato. L’anno scorso abbiamo raccolto parecchie soddisfazioni: tutte le pole position con Pugliese, 9 primi posti e 6 secondi posti. Quest’anno vediamo crescere piloti molto più giovani, magari al primo anno, ma alcuni che hanno già fatto dei podi. Vincere il campionato è bello, ma vedere i giovani che crescono lo è altrettanto.

Quest’anno però siete al via solo in PreMoto3.

Bartalesi, il pilota che avevamo scelto per la Moto3, s’è fatto male l’anno scorso a Imola e l’infortunio alla spalla poi s’è rivelato più serio del previsto. Ma non abbiamo neanche spinto più di tanto. Per la prima volta abbiamo la nostra Scuderia Brevo e preferiamo concentrarci sulla crescita dei nostri due giovani in PreMoto3 [Samuele Baldi e Fabio Zanellato, ndr]. Non abbiamo neanche pensato ai “campioni”, non voglio che si pensi che la mia moto vinca solo grazie al pilota, né vogliamo lucrare su questi giovani per far quadrare il bilancio.

Come sta andando la stagione?

I nostri ragazzi si stanno comportando molto bene. Ora devono fare ancora un altro step: il primo l’hanno fatto, adesso devono diventare piloti del livello della PreMoto3, che è veramente alto. Anche i ragazzi spagnoli che vengono a correre qua si rendono conto che non è per niente facile e loro hanno campionati di alto livello in Spagna. In PreMoto3, a differenza di una Talent Cup, ci sono diverse realtà ed i ragazzi possono cercare quella più adatta per crescere. Ma sembra che la direzione presa sia un’altra…

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