18 Dicembre 2022

Quanti piloti con tre Case in MotoGP, Marc Marquez l’unico fedelissimo

La storia MotoGP ci racconta che tutti i big hanno cambiato spesso. L'eccezione è il Marcziano, da sempre bandiera Honda

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Ci sono i ‘fedeli’ ad un unico marchio, come ad esempio Marc Marquez, sempre con Honda nella sua decennale carriera MotoGP. Possiamo citare anche i più giovani Fabio Quartararo (Yamaha) e Pecco Bagnaia (Ducati), da meno tempo però in classe regina. Ma c’è invece chi si sfida con più case, senza farsi mancare quindi una bella dose di rischio. I casi visti anche in MotoGP ci confermano che non è mai facile adattarsi ad un’altra moto e quindi ottenere risultati di peso. L’anno prossimo Jack Miller sarà al via 2023 con il terzo marchio differente in MotoGP, chissà se anche con KTM riuscirà a vincere come con Honda e soprattutto con Ducati… Ma ci sono altri piloti che hanno fatto lo stesso, vi ricordate com’è andata? Dopo la prima parte, ecco la seconda ed ultima parte.

Jorge Lorenzo (Yamaha/Ducati/Honda)

Tre marchi anche per il campione maiorchino, che ha decisamente brillato però solo con la casa dei tre diapason. Chissà invece se sarebbe stato in grado di riportare Ducati alla vittoria prima di questo 2022, una questione che rimarrà senza risposta. Ma andiamo con ordine: dal 2008 al 2016 è uno dei piloti di punta Yamaha, con risultati che valgono tre titoli mondiali, tre secondi posti e due P3 in classifica generale. Nel 2017 decide di tentare l’avventura Ducati: due podi nel primo anno, passo avanti dopo i primi GP del 2018, ma i vertici in rosso avevano già guardato altrove… Il maiorchino conquista tre vittorie, un altro podio e quattro pole prima di un infortunio. Il 2019 con Honda invece è decisamente da dimenticare, a fine anno ecco il ritiro.

Andrea Dovizioso (Honda/Yamaha/Ducati)

Debutta in MotoGP nel 2008 con un quadriennio in Honda, ottenendo una vittoria ed altri 15 piazzamenti sul podio. Segue la sua unica stagione Yamaha, mettendo a referto altri sei podi, per poi aprire nel 2013 il lungo periodo Ducati. Inizio tra alti e bassi, ma i podi iniziano poi ad aumentare, arrivano anche le vittorie… Finché non inizia ad ottenere risultati tali da essere in lotta per la vittoria finale contro Marc Marquez! Dal 2017 al 2019 è vice-campione del mondo, nel 2020 annuncia di volersi prendere un anno sabbatico. Ma a fine 2021 accetta la sella del team satellite Yamaha per gli ultimi GP, un ritorno non fortunato fino al ritiro definitivo a Misano 2022. Ma in molti sottolineano (a ragione) il suo grande lavoro su una Desmosedici ostica ed ora diventata la ‘moto dei sogni’ in MotoGP.

Scott Redding (Honda/Ducati/Aprilia)

Cinque anni in classe regina per il britannico, precisamente dal 2014 al 2018. Inizia con un biennio in Honda, ottenendo il primo podio MotoGP a Misano nel 2015. Seguono poi due anni coi colori Ducati, ma a livello di risultati non va molto meglio. L’unico picco è il suo secondo podio in carriera ad Assen nel 2016, che sarà anche l’ultimo della sua breve carriera in MotoGP. Nel 2018 invece è in azione con Aprilia in uno degli anni difficili del marchio. Per lui 20 punti in totale ed un 11° posto come miglior risultato stagionale.

Cal Crutchlow (Yamaha/Ducati/Honda)

È approdato in MotoGP nel 2011, con l’iride Supersport 2009 in tasca ed un anno completo in Superbike a referto. Un cambio quindi tutt’altro che semplice, ma il pilota di Coventry rimane in top class fino al 2020, anno in cui annuncia il ritiro. Crutchlow comincia con un triennio Yamaha, conquistando i primi sei podi nella categoria. Segue il suo unico anno con Ducati, in cui arriva anche un podio, mentre dal 2015 al ritiro è in Honda. In questi anni, oltre a nove podi, arriveranno tre vittorie mondiali: la prima a Brno nel 2016, si ripete a Phillip Island, l’ultima è in Argentina nel 2018. Dal 2021 è collaudatore Yamaha, pur con 10 GP a referto da sostituto.

Andrea Iannone (Ducati/Suzuki/Aprilia)

La sua carriera si è interrotta a fine 2019, ma il pilota abruzzese ha corso in MotoGP dal 2013. Anche lui con tre marchi diversi, a partire da Ducati, con cui è rimasto per quattro stagioni. Nell’ultimo biennio è arrivata la sua prima ed unica vittoria, assieme ad altri sei podi, prima di passare a Suzuki. Due anni in cui ha ottenuto quattro piazzamenti sul podio, tutti nel 2018, per poi cambiare ancora ed approdare in Aprilia. A referto c’è un 6° posto come miglior risultato stagionale, qui appunto la sua carriera si è arrestata.

Aleix Espargaro (Ducati/Suzuki/Aprilia)

Il suo primo anno completo in MotoGP è stato il 2010, il suo unico anno Ducati con due ottave posizioni come migliori risultati. Saltando il periodo CRT in cui comunque s’è ben comportato (è arrivato anche il primo podio), andiamo al 2015, primo dei due anni coi colori Suzuki. Stagioni tra alti e bassi, con un 4° posto come miglior piazzamento, prima di accettare la sfida con Aprilia a partire dal 2017. Anni piuttosto difficili, fino al 2021, in cui arriva il primo podio: è il primo segnale di ciò che s’è visto nel campionato appena concluso. Il miglior anno del marchio e di Espargaro: una storica vittoria, altri cinque podi, costanti piazzamenti in top ten (tranne in tre GP), un unico zero. Nonché la soddisfazione di essere rimasto in lotta per il titolo fino a pochi round dalla fine!

Maverick Vinales (Suzuki/Yamaha/Aprilia)

Il pilota spagnolo è arrivato in MotoGP nel 2015, disputando le prime due stagioni con Suzuki. Con questi colori arrivano la prima vittoria ed altri tre podi in classe regina, segue poi il passaggio in Yamaha. Quattro anni completi dai risultati però altalenanti: arrivano vittorie e podi, ma in campionato non riesce ad andare oltre il 3° gradino del podio iridato. Nel 2021 la frattura con il marchio di Iwata, nel 2022 ha disputato la prima annata completa con Aprilia, terzo costruttore differente quindi nella sua carriera in classe regina. Si sono visti interessanti segnali di crescita, come dimostrano anche i tre piazzamenti sul podio ad Assen, Silverstone e Misano.

Pol Espargaro (Yamaha/KTM/Honda)

Arriva in MotoGP nel 2014, da campione Moto2 in carica, per disputare un triennio assieme a Yamaha. Dimostra una buona costanza di risultati, piazzandosi spesso in top ten e ottenendo due quarti posti come migliori risultati. Nel 2017 inizia l’esperienza con KTM, costruttore appena arrivato ed al quale il minore di casa Espargaro regalerà i primi risultati importanti. A Valencia 2018 arriva il primo storico podio, si ripete poi per cinque volte nel 2020, per poi accettare la sfida con Honda. Nel periodo però più buio dell’Ala Dorata: seguono due stagioni difficili, con due podi alternati a tante gare complicate. Il 2023, pur con i colori GasGas, sarà l’anno del suo ritorno in KTM.

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Foto: motogp.com

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