20 Luglio 2022

Superbike: Eddi La Marra “Sogno ancora il Mondiale”

Eddi La Marra si racconta in esclusiva a Corsedimoto. "Senza l'incidente del 2013 sarei nel Mondiale Superbike"

Eddi La Marra; Superbike

Eddi La Marra ha già realizzato il sogno di suo padre ma non il suo. Il pilota ciociaro avrebbe dovuto debuttare nel Mondiale Superbike il 15 settembre 2013 in Turchia ma il 27 agosto cadde durante l’ultimo test prima della partenza per Istanbul. All’epoca era il pupillo di Ducati. Quel giorno batté violentemente la testa. Lo trasportarono in elicottero al Bufalini di Cesena dove venne sottoposto ad un delicato intervento. Con il tempo si è completamente ripreso, è tornato a gareggiare a livello nazionale, a vincere, ma le sue speranze mondiali erano ormai svanite. Da alcuni anni Eddi La Marra è tra i principali protagonisti del National Trophy.

Eddi, come sarebbe stata la tua vita senza quell’incidente?

“Sarei diventato un pilota del Mondiale Superbike. Non dico di MotoGP ma credo che avrei corso sicuramente nel WSBK. Nel 2013 ho vinto il CIV senza aver corso l’ultima gara e andò mio babbo a ritirare il premio al Mugello mentre io ero in ospedale. Nel 2014 sarei dovuto passare alla serie iridata invece appena mi sono ripreso sono andato a fare il camionista”.

Il camionista?

“Mio padre ha una ditta di autotrasporti. Sognava di fare il pilota ma iniziò a lavorare e aprì la sua azienda. Io a 18 anni avevo già tutte le patenti e guidavo ogni mezzo. Dopo l’incidente non ero riuscito ad avere subito l’idoneità sportiva ma stavo bene e guidavo i camion. Poi sono tornato a gareggiare ma a quel punto non riuscivo a fare sia il pilota che il camionista allora ho chiesto a mio padre di potermi occupare di altro. Ora faccio il supervisore e il braccio destro di mio babbo che dopo 40 anni di attività si vuole riposare. Alterno il lavoro nell’azienda di famiglia agli allenamenti e le gare”.

Come ti sei avvicinato al motociclismo?

“Mio padre era super appassionato e a 3 anni mi comprò un un Grizzly. Sono poi passato alle minimoto, ed alle 125 SP in cui mi sono classificato secondo in Coppa Italia. Ero già abbastanza grosso quindi sono approdato subito all’ Europeo Stock 600 che si correva nell’ambito del Mondiale Superbike e sono stato il migliore degli esordienti. Poi però mi sono infortunato. Nel 2009 ho lottato per il titolo assieme a Danilo Petrucci poi sono passato alla Coppa del Mondo Stock 1000 con i Lorini che mi hanno formato tanto. L’anno dopo, nel 2012, sono approdato al team Barni e correvo assieme a Lorenzo Savadori. Ho lottato per il titolo fino all’ultima gara poi l’ho buttato via io con una scivola. Da quel giorno il disastro”.

Il 2013 è stato drammatico.

“Era subito partito male, fin dall’inverno quando mi ero fatto male ad un polso cadendo per le scale. Io ogni caso stavo dominando il CIV e stavo facendo i test con le Superbike. Poi la mia compagna dell’epoca (Alessia Polita) ha avuto l’incidente e per me logicamente è stato un colpo pesantissimo a livello psicologico. Poi in luglio è venuto a mancare Andrea Antonelli e anche quello era stato uno choc tremendo. Il mese dopo c’è stato il mio incidente”.

Oggi qual è il tuo sogno?

“Ho 33 anni e mi sono dato 2 o 3 anni di tempo per realizzarlo: voglio partecipare ad un Gran Premio del Mondiale Superbike. E’ sempre stato il mio sogno fin da quando ero bambino. Sono un grande sognatore e penso che se uno ci crede tanto e si impegna al massimo poi qualcosa si realizza. Lo so che è difficile ma almeno una gara la vorrei fare. Intanto il mio numero lo ha preso Axel Bassani ma se lo merita, è fortissimo e porta il 47 alla grande!”.

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