12 Agosto 2009

MotoGP: Sempre più derby, sempre più Italia Vs Spagna

Duello diretto, anche di supremazia in squadra

Con l’ormai certo, almeno per la stampa iberica, accordo tra Alvaro Bautista con Suzuki per il 2010, la MotoGP prospetta per l’anno venturo un confronto di campo, scuola, tradizione. Si chiama Motomondiale, più verosimilmente è un campionato “latino”. Italia contro Spagna, la storia di questo sport contro la nuova realtà, che negli ultimi 20 anni (soprattutto nell’ultimo lustro e oltre) ha prodotto più talenti logica conseguenza di progetti lungimiranti, oculati, investimenti e appoggi… dall’alto.

Nulla di nuovo, chiaro, ma è la formazione delle squadre “ufficiali” che per il 2010 esalta questo confronto. In Yamaha Valentino Rossi sarà, come sembra, affiancato nuovamente da Jorge Lorenzo, che alla Honda un pensiero l’ha fatto, salvo presumibilmente tornare sui propri passi. Proprio là in HRC ci si prepara alla conferma di Dani Pedrosa e Andrea Dovizioso, mentre in Suzuki “strappato” (proprio il caso di dirlo) Alvaro Bautista gli si affianca l’esperienza di Loris Capirossi.

Il dualismo Italia Vs Spagna vede esclusa la Ducati, che con Casey Stoner problemi a parte ha pur sempre un contratto, al suo fianco è da verificare la posizione di Nicky Hayden, specialmente dopo “l’esperimento” delle prossime 3 gare di Mika Kallio. A Borgo Panigale si parla inglese, agli altri box ci si capisce: l’italiano e lo spagnolo con le sue varie sfumature è comprensibile senza bisogno di un dizionario, come non c’è bisogno di una chiave di lettura per capire che il 2010 diventa sempre più uno scontro tra le due principali scuole di motociclismo.

La Dorna in questi anni ha cercato sempre più di allargare gli orizzonti del Motomondiale: ha spinto verso nazioni emergenti inserendo nel calendario tappe come Cina e Turchia, ha investito sull’Ungheria (e Talmacsi), è tornata a capire l’importanza del pubblico e piloti di Giappone, Regno Unito e Germania, puntando forte nella ricerca dei talenti del futuro per la MotoGP Academy. In più c’è pur sempre la “scommessa” Ratthapark Wilairot, già star in Thailandia che in prospettiva Moto2 può aver la possibilità di emergere definitivamente.

Gira che ti rigira, alla fine a dispetto della mastodontica invasione dei fenomeni di Australia e Stati Uniti, il motociclismo continua a parlar latino, con i migliori rappresentanti di Italia e Spagna che monopolizzano le squadre ufficiali. Siamo sempre noi, sarà così. Non basta un programma, un progetto, un Gran Premio a concretizzare nel breve-termine interesse e formazione immediata di nuove stelle in grado di attrarre pubblico e media. E’ un processo lungo, è questione di storia, di tradizione: Italia e Spagna restano davanti, e per il 2010 non si può che esaltare questo confronto evitando eccessi che, Mugello e Barcellona lo testimoniano, rischiano di macchiare un momento, se vogliamo, epocale di questo sport.

Alessio Piana

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