31 Maggio 2023

Viaggio nella bollicina ufficiale della WorldSBK: il Prosecco DOC

Prosecco DOC è un'eccellenza italiana che si abbina alla perfezione alla Superbike. Ecco dove e come nasce

Prosecco DOC, Superbike

Il Prosecco è uno dei vini frizzanti più̀ famosi ed apprezzati a livello mondiale. Un successo per niente sorprendente: è perfetto all’aperitivo, si abbina facilmente a moltissimi cibi ed è superbo da bere da solo, in santa pace. Inutile provare a descrivere che vita triste sarebbe la nostra (e la vostra) senza Prosecco, ma molto utile invece scoprire qualche chicca sulla bollicina che sta piano piano riscrivendo la storia della viticoltura italiana. Prosecco DOC è anche la bollicina ufficiale di uno dei campionati motoristici più amati dagli appassionati: il Mondiale Superbike, che questo week end sbarca a Misano Adriatico. Rilassatevi mentre cominciamo questo viaggio nelle terre dello spumante italiano più̀ amato al mondo, e perché no, nel mentre vi consigliamo un calice di Prosecco DOC bello fresco, così da immergervi totalmente in questo racconto.

… era un giorno di sole in Friuli-Venezia Giulia

Correva l’anno 500 circa in Friuli-Venezia Giulia, e nonostante l’Italia fosse molto diversa da come è oggi, il clima e la biodiversità non sono poi tanto cambiati. I Romani, già andavano pazzi per il Pucino: castellum nobile vino Pucinum, che all’epoca non era ancora spumante ma fermo. Era un vino che veniva prodotto nella zona, e gli antichi scrivevano poemi e sonetti su quanto amavano il vino. Emblematico è l’esempio di Plinio il Vecchio; e poi, a quanto pare, il Pucino era il vino preferito dell’Imperatrice Livia, la moglie di Augusto.

Il Prosecco DOC, vino che abbiamo imparato ad amare, ha cominciato ad essere prodotto nel modo moderno solo nel diciannovesimo secolo. E’ allora che è diventata una delle nostre più̀ grandi “scoperte” enologiche. Porta questo nome proprio grazie a Prosecco, piccola cittadina vicino a Trieste.

L’area del Prosecco DOC copre nove province tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia. E’ l’unica zona al mondo in cui può essere prodotto. È un’epitome di qualità. La denominazione è una sicurezza sia di provenienza che di qualità del prodotto, in quanto per ogni bottiglia i vignaioli della zona seguono determinati standard e protocolli, secondo regole scritte nel Disciplinare di Produzione.

Le nove province del nord-est Italia in cui può essere prodotto il Prosecco sono: in Veneto, Venezia, Vicenza, Padova, Belluno e Treviso; invece, in Friuli Trieste, Udine, Gorizia ed infine Pordenone.

Ma cos’è il Prosecco?

Per metterla giù̀ in maniera semplice semplice, il Prosecco è uno spumante prodotto quasi interamente da uve Glera, prodotto in due regioni italiane, come menzionato prima, in Veneto ed in Friuli.

Queste uve regalano caratteristici sentori primari alle nostre bollicine, tipiche del varietale, in primis troviamo fiori bianchi, pera, mela e frutta con nocciolo. Il perlage invece è composto da bollicine fini ed eleganti. Troverete nei vostri studi -come potete immaginare questi studi richiederanno molta pratica, dunque un numero interessante di “assaggi” – che il Prosecco di grande qualità̀ può̀ presentare note gustative che ricordano la nocciola, la vaniglia, banana, frutti tropicali e crema.

I vini prodotti con Metodo Martinotti, come il Prosecco DOC, richiedono tempi ridotti rispetto ai vini che usano il Metodo Classico.

Detto questo potreste pensare che un metodo o bottiglia sia dunque superiore all’altra, ma non siamo d’accordo, sono semplicemente due tipologie molto diverse di produzione e di vino. Il metodo Martinotti produce un vino più leggero, fresco e giovane, pensato per essere degustato in leggerezza. In effetti il Prosecco non è pensato per “invecchiare” è un vino dal pronto consumo, da bere in un paio d’anni.

Come si “spumantizza” un vino bianco fermo?

Come dicevamo poche righe più̀ su, il metodo che si usa per produrre il Prosecco prevede l’uso di autoclavi e si chiama Charmat-Martinotti. Questo metodo è diverso da “Méthode Champenoise” che è il metodo di produzione dello Champagne, anche chiamato Metodo Classico.

In questa velocissima lista vi spiegheremo le tappe della produzione della bottiglia di Prosecco DOC.

• In primis parte la raccolta delle uve, nel momento in cui c’è perfetto equilibrio tra componente zuccherina e acidica.

• Segue la pigiatura delle uve fino a produrre un “succo” chiaro e nitido, il mosto.

• A seguire, il nostro mosto viene posto in cisterne di acciaio per la prima naturale fermentazione. Questo processo produrrà̀ un vino bianco fermo.

• Il nostro vino base viene quindi trasferito in un’autoclave di acciaio sotto pressione, dove, con l’aggiunta di zucchero e lieviti autoctoni, viene sottoposto alla seconda naturale fermentazione. Durante questa fase di rifermentazione che dura tra un minimo di 30 giorni (60 per il Prosecco DOC Rosé) a 6 mesi all’incirca, parte la magia. I lieviti “mangiano” gli zuccheri e li trasformano in alcol e Co2, le nostre bollicine sono dunque intrappolate dall’autoclave nel nostro vino, senza via di scampo. Fino alla fatidica apertura della bottiglia a casa nostra, al bar o al ristorante.

• Dopo la seconda fermentazione, si filtra il tutto per rimuovere sedimenti, residui di lieviti.

• Un macchinario specifico si assicura che la stessa pressione che avevamo nell’ultimo serbatoio sia la stessa che ritroveremo in ogni bottiglia.

• Ultimo step, ma non meno importante, l’etichettatura!

Quali cibi si possono abbinare?

Il Prosecco è estremamente versatile per quanto riguarda l’abbinamento col cibo grazie alle sue bollicine delicate e buona acidità. Soprattutto un bel tagliere di salumi e formaggi per l’aperitivo, ed una grande varietà̀ di antipasti. È perfetto per una buona piadina da gustare a Misano in occasione del Pirelli Emilia-Romagna Round. E perché non abbinare le versioni più secche ad un ottimo Fish&Chips mentre vi godete le gare del prossimo Prosecco DOC UK Round di Donington. Sul tracciato britannico la Superbike sarà di scena il 1-2 luglio.

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