31 Luglio 2023

Toprak crash: chi controlla la pressione gomme in Superbike?

La posteriore montata sulla Yamaha del fuoriclasse turco ha ceduto di schianto: ecco come funzionano i controlli prima del via

Toprak Razgatlioglu, Superbike

L’improvvisa perdita di pressione della gomma posteriore montata sulla Yamaha di Toprak Razgatlioglu ha amputato la gara Superbike più bella di quest’anno, forse di questa epoca recente. Il fuoriclasse turco, lo sfidante, e il campione in carica Alvaro Bautista a Most stavano offrendo uno spettacolo strepitoso. Sorpassi, traiettorie impossibili, frenate come non ci fosse domani. Mancavano sei giri, Toprak era davanti, forse l’avversario era piegato. Avesse vinto, sarebbe piombato a soli 44 punti dal ducatista, con dodici corse ancora a disposizione per la rimonta miracolo. Il Mondiale si sarebbe lanciato a tutta velocità verso un autunno caldissimo. Invece il funambolo Yamaha si è trovato sparato in aria. Subito dopo il duro atterraggio ha allargato le braccia, attonito, come ad esclamare: “Ma cosa avete combinato?” Bautista ha vinto a braccia alzate e rimbalzando a +74 punti ha il secondo iride Superbike nel taschino. Com’è potuto succedere?

Partiamo dal primo punto: la grande flemma

Un episodio così avrebbe potuto scatenare un armageddon nel paddock, invece c’è stata grande compostezza. La Pirelli non si è nascosta dietro un dito. Il direttore del racing moto, l’ingegner Giorgio Barbier, ha ammesso un problema di blister sullo pneumatico di Toprak, cioè il distacco di parte del battistrada. “La telemetria ha rilevato il repentino sgonfiamento, i ritmi di gara del pilota Yamaha sono stati estremamente elevati ma pneumatici di tutti gli altri piloti non presentano alcun segno di stress o usura. E’ chiaro che episodi di questo tipo non devono accadere. Quindi sarà nostra cura analizzare in laboratorio i tre pneumatici posteriori che hanno presentato dei blister per capire cosa possa averli innescati”. Toprak ha usato toni diplomatici, da campione consumato: “Non sono arrabbiato con Pirelli, che qui ha portato una gomma più dura.”

Il primo indizio

Barbier non ha nascosto alcun dettaglio, anzi ha specificato che un analogo problema di blister, di entità per fortuna molto minore, si è verificato anche sulle posteriori di Remy Gardner (sesto) e Jonathan Rea (terzo). Il tecnico della multinazionale ha fornito un indizio importante, perchè Rea non aveva montato la stessa C0567 utilizzata da Toprak e da quasi l’intera griglia. Si tratta della SC1 evoluzione, con struttura rinforzata, che Pirelli ha portato per la prima volta a Most proprio per evitare problematiche di questo genere su un tracciato ritenuto impegnativo al pari di Phillip Island, la pista più mangia-gomme del calendario. Rea invece è partito con la A1126, cioè la SC1 standard, sulla quale piloti e team hanno abbondanza di riferimenti. Quindi l’identico problema, il blister, si è verificato su due soluzioni differenti. Quindi potrebbe esserci una motivazione esogena, cioè non strettamente legata alla specifica, ma ad altri fattori?

Come si controllano le pressioni in Superbike?

Ogni team del Mondiale dispone di propri sensori di pressione. Ma sono sensori diversi fra loro e soprattutto tarati dalla singola squadra, quindi non è un sistema di misurazione certificato da un’entità esterna, come in F1 e MotoGP. Yamaha ha fatto subito sapere che dai dati dell’acquisizione è risultato che i valori erano nella norma. E’ una precisazione importante, perchè per regolamento la pressione della posteriore al momento del via deve essere di almeno 1,65 bar, o sopra. Andare “sottopressione” darebbe, quasi sempre, un vantaggio di prestazione: con la gomma meno gonfia, aumenta l’impronta a terra, dunque il grip. Però le temperature salgono, quindi la struttura e la mescola possono andare in crisi. La pressione è un set up fondamentale, per questo viene imposto un limite minimo di sicurezza. Il problema sono i controlli…

Verifiche random

Prima del via di ogni gara vengono effettuati tre controlli a campione. La verifica la fanno i tecnici Pirelli, direttamente in griglia, e il dato viene certificato dai commissari della Federmoto Internazionale. Toprak non figura nella lista dei tre controllati prima di gara 2. A Imola, nel round precedente, era stata rilevata un’anamalia sulla Honda HRC (ufficiale…) di Xavi Vierge. Non superare l’esame comporta l’immediata retrocessione nell’ultima posizione sullo schieramento, quindi una penalità molto seria. A questo punto pensiamo sarà auspicabile che il controllo venga esteso a tutti i partenti, onde evitare qualunque dubbio.

Ma ci possono essere altre cause

Torna in mente un precedente incidente verificatosi sempre in Superbike a Misano nel 2017, in gara 1. A distruggersi per un improvviso calo di pressione fu la posteriore montata sulla Yamaha di Michael van der Mark, in quel momento al comando della corsa (qui i dettagli). Per combinazione, era lo stesso team di Toprak. In quella circostanza Pirelli rilevò che il problema non era stato il blistering, ma un cedimento partito da dentro lo pneumatico, originato da un trattamento speciale che alcuni team avevano ordinato per evitare che le coperture girassero sul cerchio. In quella circostanza il fornitore unico Superbike prescrisse severe istruzioni di montaggio, con l’uso dei normali lubrificanti applicati per far scivolare la gomma nel canale del cerchione. Da quel momento era filato tutto liscio. Fino a quel maledetto sedicesimo giro di gara 2 a Most…

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