26 Aprile 2019

Superbike: Kawasaki 2020 con la MotoGP replica come Ducati? “Può farlo”

La Kawasaki "minaccia" di progettare una MotoGP replica per sfidare ad armi pari la Ducati V4R. Il promoter Superbike dà il via libera

Superbike Assen 2019

Nei giorni scorsi Ichiro Yoda, direttore tecnico Kawasaki, parlando con Speedweek ha detto: “Dorna ci faccia sapere che strada prenderà la Superbike, perchè anche noi siamo un grado di fare una MotoGP replica omologata per la strada da 40 mila €“. La risposta è arrivata a stretto giro direttamente da Gregorio Lavilla, nuovo capo della divisione Superbike del promoter spagnolo. “Se Kawasaki è in grado di fare una moto top che rispetta il price cap (40 mila €, ndr) perchè non la fa?“. Suona come un deliberato via libera. “Due anni fa, quando abbiamo introdotto il sistema di equilibrio basato sui giri motore, noi avremmo voluto che tutte le Superbike avessero il motore stock. Ma proprio Kawasaki si è opposta, così abbiamo dovuto fare un compromesso.

“NON PENALIZZEREMO CHI INVESTE”

Introducendo il price cap, noi abbiamo voluto avere la garanzia che tutti i Costruttori non avrebbero potuto fare follie, dovendo restare nell’ambito di un certo limite di prezzo. A noi interessa che le moto siano disponibili e un certo numero di componenti sia accessibile dai privati, ad un prezzo controllato. Adesso non possiamo penalizzare chi investe: è difficile equilibrare le prestazioni di una moto appena progettata, e seguita in forma ufficiale da una grande azienda, con quelle di un modello uscito dieci anni fa. Ci stiamo provando, con la regola sui giri. Dorna vuole che ci sia una certa parità di prestazioni. Dorna non conosce la visione di lungo periodo dei Costruttori. Inoltre, importantissimo: il regolamento tecnico non è l’unico elemento. Il promoter deve fare anche l’interesse dei team, dei circuiti, dei promoter nazionale e degli appassionati.” 

“LA DUCATI? TUTTI I PROMOTER VOGLIONO CHE CI SIA”

La Ducati V4R non ha richiesto l’omologazione Superstock eppure gareggia anche in un campionato come il British Superbike che ha un regolamento molto più stock del Mondiale. Anche il Mondiale Endurance, che ha norme ancora più restrittive del BSB, sta facendo pressioni per avere la Ducati al via. “Questo perchè nessun promoter può rinunciare alla presenza delle Case, che significa sfida tecnica, interesse degli appassionati e spettacolo. La mia idea è che nei prossimi anni altre case seguiranno la strada Ducati, progettando moto da sogno ispirate al top della tecnologia. Per creare desiderio e fascino. Noi cercheremo di tenere a freno i costi, perchè vogliamo che la Superbike resti accessibile anche ai privati. Nel 2020 avremo una griglia con 22 piloti permanenti, che per noi è il numero ideale.” Adesso sono 19, incluso Loris Baz che debutterà a Jerez.

“APRIRE A MOTO DIVERSE, COME NELLA 300”

Secondo Gregorio Lavilla la strada regolamentare da seguire  è quella della 300. “Nel mondiale entry level facciamo correre moto diverse, anche come cilindrata, con un sistema di bilanciamento della prestazioni che funziona. Sarebbe perfetto se trovassimo il modo di applicare questo sistema anche per la Superbike. Non sarebbe bello avere in pista anche l’Aprilia RSV4 1100? A noi interessa che le Case investano in Superbike. Che una stagione sia alla portata anche dei team privati e che le gare siano belle e combattute.”  Semplice, no?

 

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