25 Aprile 2023

Superbike, appunti di viaggio: il futuro del Mondiale è tutto da scrivere

Federmoto e Dorna sulle barricate: grandi cambiamenti in vista nel WorldSBK. Intanto la gran folla di Assen si è divertita

Superbike, Assen

Assen è una delle culle del Mondiale Superbike e anche stavolta ha scritto una pagina importante. L’evento del fine settimana scorso è stato il primo in Europa dell’era post covid: niente più restrizioni, grande presenza di pubblico (54.496 spettatori nel week end, sembravano pure di più), divertimento e passione palpabili. Gli addetti ai lavori si fanno tante domande, sollevano interrogativi su regolamenti tecnici, sul dominio Ducati, la sicurezza e mille altri aspetti. Ma alla gente, quella che paga il biglietto, pare importare poco di tutto questo. Si mettono in fila agli ingressi (ed era molto tempo che ad Assen non le vedevo…), passeggiano nel paddock con la birra in mano e vanno a caccia di piloti e ricordi. Il colpo d’occhio delle tribune ricolme è stato entusiasmante. Tutto come ai vecchi tempi, in fin dei conti.

L’Olanda è un Paese avanti

Ad Assen vengo dal 1982 e gli olandesi mi sono sempre piaciuti: gente di larghissime vedute, scaltri, colti. Non per niente, pur così piccola, è stata per secoli una delle grandi potenze commerciali del mondo. La mentalità calvinista qui la respiri camminando la sera per strada, osservando belle villette di un piano senza neanche una tendina alle ampie finestre. Qui nessuno ha niente da nascondere, nell’accezione più ampia. In Italia parliamo a sfinimento di cambiamento, di rivoluzione energetica, di mega strutture. Loro discutono poco, ma fanno. Da queste parti il sole è una rarità, eppure dall’ultima volta che ero venuto, adesso è un fiorire di impianti fotovoltaici. Così ad occhio, almeno una casa su tre ce l’ha, perfino le stalle. Ho letto che l’Olanda, così piccola, è la terza nazione europea per superficie fotovoltaica installata. In ogni distributore hanno montato mega colonnine di ricarica da 300 kWh. Infatti le auto elettriche in giro sono tantissime.

La Superbike diventerà Stock?

E’ quello che chiede a gran voce la Federmoto Internazionale, nell’ottica di abbassare i costi, coinvolgere un numero crescente di costruttori e ristabilire la distanza prestazionale dalla MotoGP. Ma Dorna non ci sente, perchè non ha garanzia che altre organizzazioni sparse per il Mondo si adeguino. Per il promoter spagnolo sarebbe un disastro se nel British Superbike girassero due secondi più veloci, come potrebbe vendere “il campionato per derivate di serie migliore di tutti?” Non ci sente neanche la MSMA, cioè l’ente che riunisce i Costruttori da corsa. Le idee sono talmente discordanti che in Superbike, oggi, alcuni componenti sono più “liberi” rispetto alla top class. Il caso clamoroso è l’elettronica: in MotoGP vigono centralina e software unico, da questa parte è tutto libero. Vero, c’è il budget cap, cioè il prezzo imposto di alcuni componenti, ma è una limitazione che le Case aggirano facilmente.

Rivoluzione o lento cambiamento?

La cosa più razionale, fattibile da subito, sarebbe intervenire su questo punto, seguendo la strada già imboccata dal BSB, dove la centralina è unica e controlli motore sono vietati. Se le parti coinvolte marciassero tutte nella stessa direzione, sarebbe facilissimo mettere mano alle regole senza stravolgimenti, riducendo i costi e probabilmente aumentando lo show. Ma i Costruttori, specie alcuni (BMW) non ci sentono. Per cui si va avanti così, ben consapevoli che prima o dopo il cambiamento in Superbike arriverà. Intanto c’è da capire chi comanda: la Federmoto o Dorna?

Lotta di potere

Gira tutto intorno a questa domanda. Per tanti anni il promoter spagnolo ha fatto il bello e il cattivo tempo. L’unico referente in termini di regolamentazione tecnica era la MSMA, mentre la FIM era tagliata fuori da tutto. L’ente supremo si limitava ad incassare i diritti, senza rompere le scatole. Jorge Viegas, presidente appena rieletto, sta spingendo fortissimo per un radicale cambiamento. Due anni fa disse che non era opportuno che Dorna avesse in mano i campionati principali. Non sappiamo se stia aprendo la strada ad un’alternativa, ma è un dato di fatto che la FIM stia riconquistando terreno. Intanto ha inserito molti uomini FIM in ruoli chiave che prima erano di fatto controllati da Dorna. E’ caso, per esempio, del direttore tecnico, figura importantissima perchè da lui passano tutti i controlli e la verifica dei sistemi di bilanciamento delle prestazioni. Per dieci anni ci pensava l’ex pilota Scott Smart, che indossava la maglietta FIM ma a tutti gli effetti era uomo Dorna. Adesso Viegas ha dato quel ruolo al francese Ludovic Reigner, uno dei suoi.

Il fuoco amico

In questo complicato panorama ci sono altre dinamiche, più sottili. Nelle segrete stanze del paddock si parla di contrasti crescenti fra i manager Dorna che gestiscono la Superbike e il plenipotenziario Carmelo Ezpeleta. Al quale la svolta della Superbike verso il concetto Stock sta benissimo, lo ha ripetuto in parecchie occasioni. Se succedesse, la MotoGP, il gioiello di famiglia, ne trarrebbe guadagno sotto vari profili. E’ facile immaginare che a Ezpeleta convenga concedere posizioni alla FIM sul fronte Superbike, in modo che Jorge Viegas non invada il terreno più pregiato, quello della MotoGP. Il futuro è tutto da scrivere, intanto gli appassionati Superbike si godono lo show, con le birre in mano. Com’è sempre stato.

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