20 Novembre 2017

Superbike 2018: Ben Spies vuole tornare, riportatelo nel Mondiale!

L'iridato 2009 è fermo da quattro anni, gli è tornata la voglia ma non trova una moto. Per rilanciare il campionato basterebbero i soldi...

Ben Spies, 33 anni, ha voglia di tornare a correre,  dopo quattro anni di stop. Sarebbe un jolly fantastico per rilanciare l’interesse del Mondiale Superbike. Ma è  molto strano che team e soprattutto il promoter Dorna non ci abbiamo pensato…

CHI E’ – Texano, tre volte campione americano Superbike, Ben Spies è stato uno dei piloti più grandi mai visti nella serie. Ha gareggiato nel Mondiale una sola stagione, nel 2009, vincendo il titolo da debuttante. Senza conoscere le piste,  tantomeno la Yamaha R1, una moto che nessuno era riuscito a domare: il suo compagno, un certo Tom Sykes, finì nono in campionato, senza andare a podio una volta. Spies invece  sbaragliò: 14 vittorie in 28 gare, 17 volte a podio. Non solo talento, anche personaggio: il pubblico lo ha amato al primo sguardo, per quella stile di guida poco ortodosso, coi gomiti larghissimi, ma terribilmente efficace. Sorridente, affabile, aggressivo. Perfetto, per i gusti del popolo Superbike. Tra l’altro Ben, avendo disputato successivamente tre stagioni complete in MotoGP, è ancora molto conosciuto anche dal “grande pubblico”. E’ stato ufficiale Yamaha, in coppia con Jorge Lorenzo, è passato dall’orbita Ducati (Pramac). In una parola:  è andato forte (un GP vinto, in Olanda 2011) anche in top class.

RITORNO – Ben è fermo da metà 2013, quando si ferì per l’ennesima volta la spalla. E’ stato un recupero lunghissimo, praticamente un ritiro anticipato. “Ma adesso sono di nuovo in forma, ormai riesco a guidare al limite in allenamento con la moto da cross, come facevo prima dell’infortunio.” A luglio è stato spettatore del round iridato a Laguna Seca (California) e ad Eicma, il salone della moto a Milano, Spies ha parlato con parecchie persone dell’ambiente, cercando uno spiraglio. “Ma sono fuori da tempo, non è facile trovare opportunità. E poi mancano i soldi…“. Già, è proprio questo il problema…

DORNA – Il promoter spagnolo è convinto di poter rilanciare il Mondiale con le nuove regole, che nessuno (neanche i team…) ha ancora ben capito. Il rischio che possano vincere i soliti noti è molto alto. Per aumentare lo spettacolo bisognerebbe alzare l’asticella, portare dentro piloti forti. Meglio se carismatici, e con un certo nome da spendere. Ben Spies, aldilà del lunghissimo stop, sarebbe stato sicuramente un contenuto di altissimo prestigioso. E’ vero che le quattro moto migliori (Kawasaki e Ducati ufficiali) erano già occupate, ma un posto per Ben Spies si sarebbe potuto trovare, volendo. In BMW, in Honda, in Yamaha (che invece ha rinnovato con Alex Lowes e Michael van der Mark), perfino in MV Agusta. Invece squadre e promoter si sono rigirati tra le mani i soliti nomi, che non scaldano nessuno. Il problema non è il regolamento:  alla Superbike mancano soldi, e soprattutto le idee coraggiose.

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