6 Settembre 2023

MotoGP e Superbike copiate la F1: il pilota di riserva “fisso” è una necessità

Con l'aggiunta della Sprint gli infortuni si sono moltiplicati: avere un terzo pilota pronto a subentrare darebbe tantissimi vantaggi

Danilo Petrucci, MotoGP

La MotoGP scruta la F1 nell’evidente tentativo di seguirne il successo. Da due anni vincono sempre gli stessi, cioè Max Verstappen e la Red Bull, eppure gli autodromi di ogni parte del Mondo sono pieni come mai. Perfino a Monza, nonostante la Ferrari non vinca un Mondiale dal lontanissimo 2007, ci sono state 300 mila persone, come non si vedeva da anni. I meccanismi del marketing sportivo sono complicati, Dorna come mentalità e origine è lontana anni luce da Liberty Media, cioè Warner Bros. Sarà difficile che l’attuale gestione abbia le risorse e le capacità di seguire la strada. Ma in attesa di osservare cosa ci riserverà il futuro, ci sono alcuni aspetti della F1 che potrebbero essere facilmente esportati in MotoGP e anche in Superbike. Il pilota di riserva a disposizione di ogni team è uno di questi.

Le gare aumentano, i rischi anche

Con la dilatazione del calendario a venti GP e l’introduzione della Sprint al sabato aumentano lo show, la quota dei diritti TV e i contratti coi circuiti. Ma, inevitabilmente, con quaranta gare in programma salgono anche i rischi. Quest’anno la serie di infortuni, specie in MotoGP, è ininterrotta e la girandola di piloti in sostituzione è continua. Istituire per regolamento la figura del pilota di riserva darebbe una serie considerevole di vantaggi.

A cosa servono i tappabuchi?

Oggi, quando un titolare si ferisce ed è costretto a saltare uno o più GP, si vanno a cercare soluzioni tappabuco. Malcapitati piloti impegnati tutto l’anno in altri contesti finiscono in squadre che conoscono pochissimo, o per nulla. Prendete Iker Lecuona. Da inizio MotoGP è stato chiamato a sostituire Marc Marquez in Honda HRC, poi ha preso il posto di Alex Rins in Honda LCR. Dovendo adattarsi a moto, gomme e tecnici che gli erano del tutto sconosciuti. Un salto senza rete, che serve unicamente non mostrare falle sullo schieramento. Una semplice cosmesi, che non fa il gioco di team e dei piloti stessi.

Prevedere la sfortuna

Indicare ad inizio stagione un pilota di riserva, permetterebbe a ciascun team di avere sempre nel box un pilota pronto a subentrare. Costui avrebbe la possibilità di allenarsi durante i test Irta e, al pari dei titolari, seguire il lavoro, conoscere le strategie, le evoluzioni e tutto il resto. In caso di bisogno, il subentrante non sarebbe un semplice riempitivo, come adesso, ma il team potrebbe contare su un pilota pronto a svolgere il suo compito. Più o meno quello che accade in F1. La riserva potrebbe essere un giovane rampante, oppure il big che lo stesso costruttore impiega in un altro campionato. Pensate come sarebbe affascinante se un top rider Superbike fosse al tempo stesso riserva in ogni GP della top class. E, potendo permetterselo, magari anche viceversa.

Un’economia virtuosa

C’è di più. La figura del pilota di riserva, se fosse istituzionalizzata per regolamento, potrebbe diventare una nuovo asset di marketing, fra ingaggi, sponsor personali e tutto il resto. Il personaggio in questione potrebbe non solo fare comodo al team di riferimento, ma anche innescare un processo economico virtuoso, basato sulla visibilità che il ruolo garantirebbe. Fateci caso: i piloti di riserva dei team F1 sono inquadrati spesso e volentieri durante il GP. Pur non correndo, in un certo senso, sono anch’essi protagonisti dello show.

Purtroppo servono basi più solide

Nel motociclismo manca il “racconto”, cioè la strategia complessiva per far crescere fascino, interesse e attrattiva per il pubblico e chi sponsorizza. Ma questi sono i grandi obiettivi, che costano competenza e soldi. Purtroppo ad oggi mancano anche le basi: prendete i calendari. MotoGP e Superbike sono in mano alla stessa Dorna, ma succede che dopo oltre un mese di stop la Superbike riparta proprio in concomitanza con il GP di Misano. Una follia che ha impedito a Iker Lecuona di correre in top class e costretto Honda a chiamare il malcapitato Takumi Takahashi a fare la riserva della riserva in LCR. “Finalmente uno forte” ha commentato un lettore sui social. Inevitabile: è con castronerie di questo genere che si distruggono l’immagine e l’autorevolezza di un campionato sportivo.

Le concomitanze sono una follia

Le concomitanze fra le due massime serie della moto continueranno anche il 24 settembre (GP in India, SBK ad Aragon) e il 1 ottobre (GP in Giappone, SBK a Portimao). Risultato? Danilo Petrucci avrebbe potuto correre tre GP al posto dell’infortunato Enea Bastianini e invece non potrà. Quindi l’introduzione del pilota di riserva dovrebbe arrivare di concerto con una razionalizzazione di uno degli asset principali, cioè il calendario. E’ uno spreco enorme che MotoGP e Superbike corrano nella stessa domenica. Sappiamo bene perchè succede: a Carmelo Ezpeleta delle derivate dalla serie non importa quasi niente. Però dovrebbero interessare tanto ad altri “stakeholders” che nelle moto investono decine di milioni: cioè Case costruttrici e sponsor. Ma, ancora di più, alla Federazione Motociclistica Internazionale, cioè l’ente sportivo che ha venduto i diritti di entrambi i campionati alla Dorna. Jorge Viegas professa di voler cambiare le cose alla radice. Ma gli anni passano e niente mai cambia. Neanche le cose che sembrano più scontate.

Foto: Instagram

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