19 Agosto 2014

Marco Melandri al bivio 2015: la padella o la brace?

Marco Melandri era tornato in Aprilia per dominare ma ha festeggiato solo tre vittorie e non è mai stato realmente in lotta per Mondiale. Non è un bilancio esaltatante e  il 2015 sarà peggio. Rinnovando con Aprilia può scegliere se tornare in MotoGP con una moto che difficilmente sarà da top ten o restare in […]

Marco Melandri era tornato in Aprilia per dominare ma ha festeggiato solo tre vittorie e non è mai stato realmente in lotta per Mondiale. Non è un bilancio esaltatante e  il 2015 sarà peggio. Rinnovando con Aprilia può scegliere se tornare in MotoGP con una moto che difficilmente sarà da top ten o restare in Superbike con l’attuale RSV4 che con le nuove regole rischia di non essere più competitiva. A soli 32 anni Melandri deve convivere con l’idea che l’anno prossimo non vincerà. Una triste  prospettiva che rischia di condizionare pure il finale Superbike con tre GP da correre, il primo il 7 settembre a Jerez (Spagna).

Marco Melandri, 32, ha vinto tre gare con l’Aprilia RSV4

SALTO NEL BUIO – Aprilia aveva programmato  il ritorno in MotoGP nel 2016 con una nuova quattro cilindri che è ancora sulla carta. Anticipare i tempi è un’incognita per diversi motivi. Intanto la moto: l’anno prossimo Melandri avrà un’evoluzione dell’attuale ART (Aprilia Racing Technology) con lo stesso motore della Superbike da potenziare  con la distribuzione a valvole pneumatiche. In questo momento la ART guidata da Danilo Petrucci viaggia a distanza siderale dalle prime posizione e ha spesso problemi d’affidabilità. C’è di più: Aprilia tornerà in MotoGP dalla quale manca dal 2004 proprio nella stagione di transizione tra Bridgestone e Michelin. I tecnici veneti  dovranno far fronte ad un impegno ciclopico: 1. sviluppare la ART “evo”; 2. mettere in pista il progetto 2016; 3. correre con le gomme giapponesi; 4. fare sviluppo con Michelin su  entrambe le moto, la ART potenziata e la novità 2016 molto diverse tra loro. Un casino pazzesco. Tornare direttamente nel 2016 sarebbe stato più semplice ed economico ma la svolta regolamentare Superbike contraria all’interesse aziendale ha fatto cambiare i piani. Melandri ha davanti un impegno da far tremare i polsi. Altro che podio, restare a galla sarà già tanto.

Marco Melandri e il suo manager Albergo Vergani

E ALLORA PERCHE? – Marco in realtà non ha scelta. In Superbike i top team sono già a posto: parliamo di Ducati e Kawasaki, gli unici che hanno moto competitive e pagano ingaggi con diversi zeri. L’Aprilia offre poche certezze in MotoGP e ancor meno in Superbike: l’idea è trovare una squadra di adeguata levatura tecnica che si faccia carico (almeno) della gestione in pista. Peccato che non esista: chi è così pazzo da spendere qualche milione per far correre la RSV4 dopo che la stessa Aprilia ha fatto capire che con le nuove regole non sarà competitiva? E anche ammesso che il team salti fuori, chi farebbe lo sviluppo? Difficile pensare che possa occuparsene il reparto corse interno che, come abbiamo visto, avrà un impegno notevole sul fronte MotoGP.  Melandri non ha neanche preso in considerazione l’ipotesi di restare in Superbike. Del resto, detto tra noi: siamo sicuri che Aprilia ci sarà? La mia risposta è: no, al momento non è affatto scontato.

Attimi prima del via (AlexPhoto)

IN DISCESA – Melandri aveva salutato la MotoGP a fine 2010 con il decimo posto finale ottenuto con la Honda Gresini. Prima aveva gareggiato per il team satellite Hayate nell’annata del canto del cigno Kawasaki. Finì secondo a sorpresa a Le Mans dietro Jorge Lorenzo disputando anche altre belle gare. La speranza di Marco è partire da outsider e stupire come nel 2009 ma il parallelo regge poco perchè la Kawasaki era comunque una MotoGP al top dello sviluppo, mentre con l’Aprilia “patchwork” non dà alcuna certezza. Nel 2011 Melandri era sbarcato in Superbike da star con la Yamaha ufficiale conquistando 4 successi, poi è andato in Bmw sfiorando il titolo al primo colpo. Arrivò al comando alla volata finale ma nei tre GP finali cadde cinque volte sprecando l’opportunità. Al secondo anno coi tedeschi ha vinto tre gare, poi la Bmw si è ritirata. Con l’Aprilia siamo (per adesso) a quota tre vittorie, due a Sepang e una a Laguna Seca. Melandri ha vinto di più del suo compagno Sylvain Guintoli (3-2) ma è salito solo sette volte sul podio, contro dieci. Il francese, più consistente, ha 281 punti contro 217 ed è l’unico baluardo rimasto sulla strada del capofila Tom Sykes (Kawasaki) avviato al bis iridato. Nel Costruttori Melandri ha dato lo stesso identico apporto di Guintoli: 9-9. La parabola sportiva di Marco è in discesa e nel 2015 rischia di inabissarsi.

Seguitemi su Twitter: https://twitter.com/PaoloGozzi1

Facebook: https://www.facebook.com/paolo.gozzi.54

Lascia un commento

1 commento

  1. userID_10314179 ha detto:

    Melandri un perdente vero … strapagato da un azienda che ha visto nel corso degli anni perdere i suoi pezzi migliori …. Colannino dopo il “semi fallimento” Alitalia con Aprilia sta facendo meglio!
    Come si fa lasciare a piedi Laverty per puntare su 2 sole come Melandri e Guintoli?
    Pacchetto confezionato ad arte da Dall’Igna …. ed il management di Noale a dormire ….
    Programmi 2015 da suicidio ed i contribuenti italiani continuino a pagare le tasse per arricchire Colannino ed i finanzieri come lui.
    W l’Italia