23 Marzo 2020

MotoGP, Pit Beirer: “Dopo il Coronavirus sarà crisi finanziaria”

Il Coronavirus non solo ha bloccato il campionato MotoGP, ma prepara il terreno ad una crisi finanziaria. Ne parla Pit Beirer, manager sportivo KTM.

MotoGP, KTM, Pit Beirer

Gli impianti KTM di Mattighofen e Munderfing hanno chiuso lunedì scorso. L’emergenza Coronavirus non solo ha messo in ginocchio il campionato MotoGP, ma anche la produzione industriale. Per Pit Beirer, direttore di KTM Motorsport, la sospensione del Motomondiale è il male minore. Il motto è: inutile sforzarsi a correre un Gran Premio, la priorità adesso è contenere i costi aziendali. Quando Dorna ha annunciato il rinvio della gara in Qatar nessuno avrebbe immaginato che l’emergenza sanitaria precipitasse a tal punto.

Attualmente in Austria si contano oltre 3.500 casi e 16 morti, ma fortunatamente le misure restrittive imposte dal governo sembrano sortire gli effetti sperati. La chiusura degli stabilimenti KTM proseguirà almeno fino al 14 aprile. “Bisognerà vedere per quanto tempo resteremo chiusi“, ha anticipato Pit Beirer a ‘Motorsport-Total.com’. La casa austriaca ha oltre 300 dipendenti impegnati nel motorsport e 80 piloti. “Fermarli è stata la prima decisione. Poi c’è un sacco di lavoro amministrativo dietro di esso. Non puoi semplicemente dire alla gente che starai a casa per quattro o cinque settimane e poi daremo un’occhiata“.

KTM, UN’AZIENDA CON 4.200 DIPENDENTI

Il cancelliere Sebastian Kurz ha stanziato un pacchetto di aiuti da 38 miliardi di euro per l’economia austriaca. Anche KTM con circa 4.200 dipendenti è interessata. “Non importa quando ricominceremo a lavorare. In primo luogo, le vacanze sono ridotte e poi passeremo al lavoro per brevi periodi. Da questo punto di vista, i dipendenti in Austria sono curati in modo eccellente, perché riceveranno fino all’80% del loro reddito netto“. Quando il Coronavirus sarà solo un ricordo bisognerà fare i conti con la crisi economica derivante. “Ora è importante che l’intera azienda sopravviva a questa crisi in termini di salute e poi sopravviva anche finanziariamente. Dobbiamo riprenderci rapidamente il motorsport. L’azienda ora ha bisogno di ossigeno per svolgere importanti lavori e mantenere 4.200 lavori“.

Fortunatamente KTM e il governo austriaco hanno capito subito la gravità della situazione, non hanno atteso inermi come successo in altri stati. “Se lavori con 400 persone in tutto il mondo come me, puoi naturalmente sapere cosa sta succedendo in ogni paese. Ero mentalmente preparato – ha proseguito Pit Beirer – anche se non volevo ammetterlo da solo. Quando abbiamo disputato le prime gare di motocross e la gente si spostava in tutto, ci furono molte responsabilità. Così ho avvisato la FIM che non avremmo più viaggiato per la gara in Argentina“. Al momento di chiudere gli stabilimenti il direttore del settore motorsport racconta: “Le persone con il pc sotto il braccio mi hanno detto che potevo scrivere quello che volevo: vacanza, lavoro part time… Ma avrebbero proseguito il lavoro a casa. Ho visto una solidarietà nel dipartimento motorsport che mi ha commosso“.

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