9 Marzo 2023

MotoGP, Marco Rigamonti: “Marquez più forte di Rossi e Stoner”

Marco Rigamonti, capotecnico di Enea Bastianini, ripercorre la storia di Ducati in MotoGP e ricorda il biennio di Valentino Rossi.

MotoGP, Enea Bastianini e Marco Rigamonti

Marco Rigamonti ha vissuto quasi interamente la storia di Ducati nel campionato MotoGP. Al servizio di Ducati dal gennaio 2004, ha iniziato a collaborare con il team di sviluppo per poi passare alla mansione di capotecnico, prima al fianco di Max Biaggi in Superbike poi in Pramac. Ha vissuto da vicino la vittoria mondiale di Casey Stoner, il biennio difficile di Valentino Rossi, ha affiancato Andrea Iannone, accompagnandolo nell’avventura in Suzuki, ritornando infine con il costruttore italiano. Dopo la collaborazione con Johann Zarco dal 2023 affiancherà Enea Bastianini nel team factory.

Il biennio in rosso di Valentino Rossi

L’ingegnere Marco Rigamonti è una delle figure storiche del marchio di Borgo Panigale in classe regina. Ha vissuto il passaggio ai motori 800cc e il ritorno alla cilindrata 1000cc, l’adozione della centralina unica e del fornitore unico di pneumatici, ha visto trionfare Casey Stoner e fallire cavalli di razza come Valentino Rossi. Nel 2009 il passaggio alle gomme Bridgestone uguali per tutti ha messo in difficoltà la Desmosedici e i problemi sono emersi in tutta la loro evidenza con l’arrivo del campione di Tavullia. “Durante gli anni di Stoner tutti elogiavano il nostro sistema anti-impennata… Quando Valentino iniziò a provare la nostra moto chiese come mai fosse stato disattivato… invece non avevamo mai avuto quella tecnologia“. Già dal test di Valencia nel 2010 era apparso evidente che Vale non avrebbe avuto vita facile…

Si cominciarono a provare aggiornamenti a ritmi frenetici, c’era abbastanza confusione e dopo la prima stagione sulla Rossa apparve evidente che Valentino Rossi avrebbe presto cambiato costruttore. “Valentino aveva una mente straordinaria“, racconta Marco Rigamonti a Slick-Magazine. “Era capace di mettere tutti in difficoltà, anche chi era più forte di lui. Casey aveva un talento eccezionale nella guida, più di Valentino, ma non riusciva a reggere la pressione: quando arrivava in griglia di partenza aveva la nausea, l’ansia lo mangiava vivo, voleva andare a casa. Anche questo l’ha spinto a ritirarsi. Più forte di loro, secondo me, c’è solo Marquez… Perché è l’unione perfetta dei due: Marc unisce al talento di Stoner, la tenuta mentale di Rossi“.

Le quattro stagioni di Andrea Iannone

L’arrivo di Gigi Dall’Igna ha messo ordine all’intera struttura Ducati, il regolamento sempre più stabile, la centralina unica, l’arrivo delle gomme Michelin, i passi avanti nel settore dell’aerodinamica e i dispositivi holeshot hanno permesso di avvicinarsi alle big giapponesi. Rigamonti ha collaborato a stretto giro con Andrea Iannone, anche se purtroppo ha pagato lo scotto di arrivare nel peggiore anno della Ducati (2013) e nella stagione dell’exploit di Marc Marquez, subito campione del mondo all’esordio. “Difficile da accettare” per un pilota orgoglioso come ‘The Maniac’: “Le sue relazioni sentimentali hanno forse peggiorato ancora di più la situazione“. Tra i due si era creato un ottimo feeling, tanto da decidere di seguirlo anche in Suzuki, dove però non ha brillato. Al momento della firma con Aprilia il capotecnico ha preferito ritornare in Ducati per non rischiare di restare definitivamente fuori dai giochi della MotoGP.

Assalto al titolo MotoGP con Bastianini

Marco Rigamonti ha vissuto le ultime tre stagioni nell’angolo di box di Johann Zarco, prima di essere promosso nel team Ducati factory con il neo promosso Enea Bastianini. A priori è una situazione entusiasmante con due galli nel pollaio che si sfronteranno per sedersi sul trono iridato, in una stagione inedita per l’introduzione delle Sprint Race. Le gare “ridotte” potrebbero penalizzare il ‘Bestia’ che finora ha fatto della rimonta il suo cavallo di battaglia. “Dovrà cambiare approccio. Non si potrà puntare più su un setting della moto che dà i suoi frutti negli ultimi giri di gara. Anzi, bisognerà forse osare maggiormente sacrificando un po’ nella parte finale. Come novità in sé, non mi dispiace. Mi preoccupa che questo format possa penalizzare il mio pilota“.

Foto: MotoGP.com

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