18 Agosto 2023

MotoGP, KTM-Marc Marquez prove d’intesa: “Parlarne è prematuro”

Francesco Guidotti, team manager KTM, parla dell'ascesa del marchio austriaco e del possibile accordo con Marc Marquez.

MotoGP KTM 2023

KTM è la vera sorpresa del campionato 2023 di MotoGP. Il primato assoluto delle Ducati era scontato, non quanto l’ascesa del marchio austriaco che finora piazza Brad Binder al 4° posto in classifica. L’avanzata del colosso europeo è frutto di un lungo lavoro che affonda le radici negli anni passati ed è culminato con l’arrivo di diverse figure tecniche, fra queste Francesco Guidotti.

L’avanzata KTM in MotoGP

Il team manager KTM, classe 1972, è cresciuto nell’ambiente Ducati Pramac. Al suo secondo anno in KTM, ha contribuito alla crescita del team impegnato in classe regina. Insieme a lui sono arrivati altri esperti da Borgo Panigale, trasferendo una logica di lavoro già ben collaudata. “Se vuoi migliorare devi prendere persone esperte“, spiega a ‘La Gazzetta dello Sport’. Da qui l’arrivo di Sterlacchini (direttore tecnico), Giribuola (coordinatore degli ingegneri), Jack Miller e il suo capotecnico Pupulin. “Non penso che per Ducati sia stato un problema. Oggi credo conti di più l’organizzazione che la singola persona“.

In un futuro non troppo lontano potrebbe arrivare persino un pezzo da novanta come Marc Marquez, il corteggiamento a distanza è iniziato e potrebbe giungere in porto entro il prossimo anno, con l’esordio sulla RC16 pianificata per il 2025. Finora mantengono stretto riserbo, serve tempo prima di scoprire ufficialmente le carte. “Pensare al 2025 è prematuro, siamo concentrati sull’aspetto tecnico, e siamo contenti dei nostri piloti. Poi a fine 2023…“.

I piani futuri

L’obiettivo di KTM è proseguire l’attuale progressione per puntare al titolo MotoGP nella prossima stagione. Battere Ducati non è compito facile per nessuno, servono tempo e scelte azzeccate. Difficile “recuperare 15 anni in 7“, sottolinea Francesco Guidotti. Nel frattempo i produttori europei hanno surclassato quelli giapponesi, nonostante un budget ridotto. Tutto merito della giusta direzione tecnica e manageriale e dell'”adagiamento sugli allori” di Honda e Yamaha. La Casa di Mattighofen spinge per avere un team satellite in più, una trattativa non facile e che trova il bastone fra le ruote dei rivali. Per Guidotti non rappresenta comunque un problema: “Per me, avere cinque o sei moto potrebbe essere una distrazione, siamo ancora in fase di crescita“.

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