MotoGP, Joan Mir demolisce la Honda: “Male in tutte le aree”
Mir è preoccupato dalla situazione in casa Honda. La RC213V è un prototipo che non gli dà nessun feeling positivo, servono cambiamenti netti.
A Silverstone c’è stato il ritorno di Joan Mir, che si era infortunato nelle prove libere al Mugello e non aveva più corso prima della pausa estiva della MotoGP. In Inghilterra le cose non sono andate bene né per lui (17° nella sprint e ritirato in gara) né per la Honda (0 punti). C’è stata la conferma delle difficoltà già viste in precedenza e la RC213V attuale costringe un fenomeno come Marc Marquez a cambiare totalmente approccio, ora molto più cauto (quasi rinunciatario).
Se l’otto volte campione del mondo fatica, figuriamoci un pilota che fino al 2022 correva con la Suzuki e che ha salto un po’ di gran premi per problemi fisici. Il maiorchino si sta impegnando dal massimo per ribaltare la situazione assieme alla sua squadra, ma non è semplice. La stagione 2023 appare ormai segnata e in HRC sono concentrati soprattutto sulla moto del 2024.
MotoGP Silverstone, Joan Mir sconsolato dopo il weekend
Mir nel post-gara ha raccontato di aver avuto un ostacolo già alla partenza ed è qualcosa che lo ha condizionato: “Non sono riuscito a innestare il dispositivo anteriore – riporta Motosan.es – e ho dovuto guidare senza poterlo utilizzare, con tutto ciò che questo comporta. L’elettronica è calibrata in modo tale che la moto sia bassa, quindi avevo enormi impennate e non potevo contare su molta potenza. Ho dovuto rallentare. Inoltre, la moto aveva un problema nel retrotreno e si bloccava quando scalavo marcia, per questo sono andato lungo sulla ghiaia e sono caduto. Credo sia qualcosa di meccanico“.
Il due volte iridato non ha potuto guidare in condizioni normali, poiché limitato da due problemi tecnici della sua RC213V e spera che non ricapitino più: “Dobbiamo capire cosa è successo alla moto. Questa non è la nostra posizione. Spero arrivi un pacchetto più favorevole per me, poi vedrò cosa posso fare“.
In Honda serve una rivoluzione
Mir ha faticato fin dall’inizio a guidare la Honda e cercando il limite è anche incappato in diverse cadute rovinose per il suo fisico. Quello di Tokio è un prototipo che non ha particolari pregi e che andrà cambiato radicalmente in ottica 2024: “Questa moto non va bene in nessuna area. Dobbiamo migliorare elettronica, trazione, aerodinamica. Se non ci saranno miglioramenti con l’aiuto di Honda, saremo così in ogni gara“.
L’ex rider Suzuki è preoccupato dalla situazione: “Sarei meno preoccupato se un pilota Honda vincesse tutte le gare, però nessuno riesce a stare davanti“. A Silverstone la Honda ha provato una nuova carena sulla RC213V di Takaaki Nakagami e che si ispira a quella KTM. L’aveva già utilizzata Stefan Bradl in un test. Anche Mir e Marquez dovrebbero avere modo di testarla in Austria, sperando di riscontrare magari qualche beneficio.
Foto: Honda Racing Corporation
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