8 Giugno 2023

MotoGP, il manager di Joan Mir: “Marquez sa dove può rischiare”

Paco Sanchez, manager di Joan Mir, parla del difficile inizio di stagione MotoGP con la Honda. Il nuovo format gioca a suo sfavore.

MotoGP, Joan Mir

Il manager di Joan Mir è stato abile a trovare una sella libera nella passata stagione, quando Suzuki ha dato l’annuncio a sorpresa dell’addio alla MotoGP. Paco Sanchez gli ha trovato forse la migliore sistemazione dal punto di vista economico, garantendogli un ingaggio degno di nota, seppure con la consapevolezza delle difficoltà in sella alla Honda. Forse nessuno si aspettava che l’approccio alla RC-V fosse così traumatico, con 11 cadute e solo 5 punti raccolti nei primi cinque Gran Premi.

Problemi di ergonomia sulla Honda

Il campione 2020 ha firmato un biennale con HRC fino al termine del prossimo anno, anche se sarà difficile proseguire con questi risultati. “A nessuno piace cadere. Non ottieni i risultati, perdi fiducia. È stato un anno molto difficile, il più difficile della sua carriera“, ha spiegato il suo manager Paco Sanchez sul canale Twitch di Nico Abad. Uno dei problemi riguarda la sua posizione in moto. Joan Mir è un pilota alto e fa fatica a sentirsi a suo agio sulla moto. Sanchez ricorda che è successo anche nel suo primo anno con la Suzuki. “Non si sentiva a suo agio, i risultati non arrivavano. In un circuito ha provato una cosa diversa in posizione e all’improvviso, boom! Tante volte un piccolo click… proprio come Jorge Lorenzo con la Ducati. Ha apportato alcune modifiche e ha iniziato a vincere proprio quando la Ducati si è stancata“.

Il confronto con Marc Marquez

Nel caso della Honda RC-V non sembra possa bastare una soluzione ergonomica, visti anche i risultati dei colleghi di marca. Marc Marquez resta l’unico che può spremere questa moto al limite e fare risultato. “Abbiamo bisogno di Joan per fare quel clic con la posizione, ma abbiamo anche bisogno della moto per farne un altro. Abbiamo bisogno di quel doppio clic“, ha proseguito Paco Sanchez. “Marc conosce la moto, la guida da tanti anni e sa dove può rischiare. Joan non ha ancora quella conoscenza per raggiungere quel limite e quando ci prova, cade. Questo lo frustra molto perché non può fare quel passo per mettere la moto dove dovrebbe essere, davanti“.

Il nuovo format della MotoGP rema contro le necessità del pilota maiorchino, perché il primo giorno di prove libere è già importante per accedere alle qualifiche, c’è poco tempo per adattarsi e testare novità. “Un altro problema è il poco tempo a disposizione per provare, dobbiamo testare le cose in pista. Ma non c’è tempo – ha concluso il manager spagnolo -, c’è molta pressione ed è difficile lavorare“.

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Foto: MotoGP.com

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