28 Giugno 2023

MotoGP, Honda RC213V: i veri motivi della profonda crisi

Honda vive il peggior momento della sua storia in MotoGP. Una crisi iniziata nel 2020 e che prosegue senza via di uscita.

MotoGP, Honda RC213V

Honda, il più grande produttore mondiale di motociclette, si trova in fondo alla classifica dei costruttori MotoGP e non ci sono segni di rallentamento del declino. L’arrivo dell’ex Suzuki Ken Kawauchi come direttore tecnico doveva servire anche per semplificare la comunicazione tra il team in pista e la base in Giappone. Invece i tecnici del Sol Levante sono ancora restii ai cambiamenti e sull’aerodinamica sono nettamente indietro rispetto ai marchi europei.

Le radici della crisi Honda

Una crisi che ha una doppia radice. La prima risale all’epoca della pandemia, con le fabbriche nipponiche che sono state maggiormente colpite dalle restrizioni rispetto a quelle europee. Basti pensare che fino al Gran Premio dello scorso settembre a Motegi era necessario un visto speciale per entrare nel Paese. La seconda alla lunga assenza di Marc Marquez dopo l’infortunio del luglio 2020, che ha coinciso temporalmente con la prima. A ciò si aggiungano gli evidenti progressi di Ducati, Aprilia e KTM, con la Casa emiliana che ha dominato il campo non solo in termini di prestazioni ma anche in termini di numeri con otto prototipi in pista.

Honda sembra sapere come ribaltare la situazione, ma sembra non voglia apportare le modifiche necessarie per apportare un effettivo miglioramento: affidarsi alla controparte europea e assumere figure chiave dalla concorrenza. Le decisioni a livello operativo vengono prese dal gruppo dirigente dell’HRC, guidato da Koji Watanabe, il presidente, e articolato attraverso Shinichi Kokubu, il direttore tecnico, e Testuhiro Kuwata, il direttore dell’HRC. Questo triumvirato dovrebbe consentire l’uso di esperti in materia in aree in cui la Honda RC213V è inferiore ad altri prototipi, a cominciare dall’aerodinamica. Adesso si è raggiunto il fondo, con tre piloti infortunati e Marc Marquez che finora non ha tagliato il traguardo in una gara domenicale del 2023. Inevitabilmente crescono le voci di un suo possibile addio anticipato all’Ala dorata, anche se non sarà per nulla facile.

L’evoluzione del prototipo MotoGP

Taka Nakagami corre la sua sesta stagione MotoGP in sella alla RC213V ed è l’unico pilota HRC a non essersi infortunati quest’anno. La sua versione del momento negativo del marchio è dall’interno: tutto sarebbe cambiato agli inizi dell’anno scorso. “La moto del 2022 è stata un completo cambio di concetto“, spiega a ‘Mundo Deportivo’. “Improvvisamente tutto è cambiato: il grip al posteriore, le sensazioni dell’avantreno… tutto è diventato diverso. Il problema più grande è che non abbiamo potuto attingere a tutta l’esperienza accumulata negli anni“. Quando sorgevano problemi di set-up ogni pilota doveva provvedere in maniera autonoma con la propria squadra.

Una situazione che ha portato l’ingegnere responsabile del progetto MotoGP a dare libero sfogo a ciascun pilota per sviluppare la propria moto in modo indipendente. Da qui si è arrivati alla confusione totale… “Sì, i quattro piloti avevano telai diversi e seguivano strategie di sviluppo diverse. Ogni caposquadra ha applicato idee differenti – ha sottolineato Nakagami –. Non potevamo condividere i dati, nemmeno le idee, perché ognuno dei quattro aveva le sue“.

Foto: Box Repsol

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