29 Ottobre 2021

MotoGP, Gubellini e Simon svelano il ‘background’ di Quartararo

Fabio Quartararo conquista il suo primo titolo MotoGP. Parlano il capotecnico Diego Gubellini e il coach Yamaha Julian Simon.

MotoGP, Fabio Quartararo

Sette stagioni nel Motomondiale: due in Moto3, altrettante in Moto2, tre in MotoGP. Un esordio non facile per il francese da subito additato come il nuovo Marc Marquez, a 14 anni aveva già vinto nel campionato spagnolo. L’impatto con il Mondiale non è stato semplice, la sua carriera sembrava aver subito un dietrofront con l’arrivo nella middle class, poi la vittoria in Catalunya nel 2018 convince Yamaha e Petronas SRT a scommettere su di lui. Non è certo mancato un pizzico di fortuna, dal momento che Miguel Oliveira e Alex Marquez, all’epoca ricercati da molti, erano già assegnati.

Le voci dai box

La Casa di Iwata ha avuto fiuto, scommettendo su un pilota “anonimo”, dato per spacciato ancor prima di esordire in MotoGP. E invece ha sbalordito sin dalla prima stagione, alla seconda ha sfiorato il titolo iridato, al terzo tentativo ha centrato il successo. Nel passaggio dal team satellite al factory è stato affiancato dal suo capotecnico Diego Gubellini. Un trionfo che ha inevitabilmente un retrogusto italiano. “L’avevamo immaginata tante volte, questo lavoro qui è un bel lavoro perché segui la passione per le moto e le corse. Però è un lavoro stressante, fai fatica e sudi ogni risultato. L’obiettivo è sempre quello di riuscire a vincere il titolo“.

Collaborare con un giovane pilota come Fabio Quartararo è un piacere per tutti gli uomini ai box. “Ha un grande talento, è arrivato molto giovane in questa categoria. Ha avuto un passato “difficile” nelle categorie minori, ma ha avuto la fortuna di trovare un gruppo di lavoro, e non intendo io, che gli hanno voluto bene. Lui ha solo tirato fuori quello che aveva già dentro“. Il 22enne di Nizza ha portato una ventata di allegria e ottimismo nel garage Yamaha. Ne sa qualcosa Julian Simon, il coach della squadra. “Mi piace vederlo ogni mattina dare il buongiorno a tutti i componenti del box, uno per uno, compresi i meccanici di Franco Morbidelli. È un pilota umile, rispettoso ed educato“.

La frenata è l’asso nella manica

Ma soprattutto ha saputo fare la differenza con questa moto che ancora non può considerarsi la migliore. Se in Ducati è evidente il passo avanti compiuto dalla 2020 alla stagione MotoGP 2021, non può dirsi altrettanto per la M1. Certo, Yamaha ha dovuto risolvere alcuni problemi importanti come le valvole motore, ha saputo attrezzarsi in tempi rapidi con il dispositivo holeshot. Eppure continua a peccare in termini di potenza e sulle condizioni miste resta impossibile da guidare. “Il suo punto di forza come pilota è la frenata brutale – evidenzia Julito ad ‘AS’ -. Soprattutto con la moto dritta, il primo punto di frenata è incredibile come lo gestisce. E poi lo combina con le curve“. I piloti del marchio avranno molto da apprendere se vorranno tenere il passo del nuovo campione.

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