28 Luglio 2022

MotoGP, Fabio Alberti: un jolly nel team LCR Honda di Cecchinello

Fabio Alberti, Customer Relationship Manager del team LCR Honda, ci svela qualche retroscena sulla vita nel paddock della MotoGP.

MotoGP, Fabio Alberti

Fabio Alberti è un volto noto nel paddock della MotoGP e collabora con Lucio Cecchinello tra una dozzina di anni. Ricopre la carica di Customer Relationship Manager, ma ha un ruolo abbastanza poliedrico grazie alla sua tempra forgiata anche fuori da questo mondo. E all’ambiente familiare che si respira in LCR Honda, dove tutti i componenti della squadra si muovono in piena armonia. Una storia che merita di essere raccontata per dare uno sguardo anche dietro le quinte della MotoGP.

Ciao Fabio, ci racconti di cosa ti occupi?

Il mio ruolo è molteplice, mi occupo di commerciale, del customer care, degli eventi del Team e collaboro con la comunicazione. Cerchiamo tutti di renderci utili e di essere molto flessibili. Happiness manager è una qualifica che mi sono dato da solo perché in effetti cerco di fare strafelici i nostri ospiti. Devono vivere una esperienza speciale non solamente venire ad un Gp. La mia qualifica ufficiale è Customer Relationship Manager.

E’ vero che sei stato un pilota di aerei? Da quanto tempo non guidi un aereo e ti piacerebbe riprendere questa attività?

Si subito dopo la scuola Ufficiali dell’Esercito Italiano, ho frequentato una scuola piloti prima in Italia poi negli States. Ma, sebbene io abbia conseguito tutte le licenze, purtroppo non sono riuscito a farne il lavoro della mia vita. Ma non mi lamento, il lavoro che ho adesso mi fa viaggiare lo stesso anche senza essere in cabina di pilotaggio. Non volo in maniera seria da tanti anni, anche se ogni tanto faccio qualche voletto come allievo pilota.

Ci racconti un tuo week-end di gara, dall’arrivo nel paddock fino alla ripartenza?

Questa è una domanda non facile perché ogni gara è diversa, di sicuro diversa fra europee ed extraeuropee. In genere arrivo il mercoledì mattina e mi occupo subito del mio ufficio, sistemo tutto e poi mi devo dedicare ai pass, devo ritirarli, fare le buste e prepararli per il centro accrediti e verificare che tutti gli invitati abbiano le informazioni per il ritiro dei pass e cosa fare una volta in circuito.

Il giovedì in genere ci sono le conferenze stampa, le attività con i piloti, la preparazione delle attività di intrattenimento con i miei colleghi Fabio, Elisabetta e spesso abbiamo anche riunione con Lucio. In genere non ho mai un minuto libero, per tutte le cose che si evolvono di minuto in minuto. Il venerdì arrivano gli invitati, gli mostriamo il box, spiego in italiano o in inglese le informazioni basiche del nostro mondo, come funziona la logistica ad esempio. Durante le sessioni MotoGP accompagno gli ospiti nel box, poi al muretto quando è fattibile. Queste piccole cose esaltano gli invitati. Faccio loro tante foto e poi gliele mando subito così possono condividerle. A pranzo siedo con qualcuno degli invitati che desidera avermi al tavolo.

La giornata prosegue così e si ripetono le attività, paddock tour dedicati a singoli gruppi, ospiti al box, risposte alle domande degli ospiti sulle performances della giornata. Il sabato si ripetono queste attività ma è di gran lunga la giornata più entusiasmante e ricca di contenuti, le qualifiche sono adrelina pura. Il sabato sera ceno con ospiti anche nelle tappe extra europee dove non abbiamo la nostra struttura hospitality. La domenica è una giornata che vola via.. 3 warm up poi 3 o 4 o 5 gare. Finito si smonta e andiamo alla prossima gara.

Da quanto tempo collabori con Lucio Cecchinello e come lo hai conosciuto? Un particolare ricordo che ti lega a lui…

Lavoro con Lucio dal ’98. L’ho conosciuto per caso a Milano Marittima e da allora è nata una stima reciproca consolidata nel 2009, quando ho deciso di cambiare lavoro ed accettare la sua proposta di inserirmi in questo mondo. Un particolare che mi lega a lui, non posso essere troppo melenso, ma posso dire che ammiro e ci accumuna la sua sensibilità verso coloro che hanno avuto sfortuna o disgrazie nella vita.

Il bello e il brutto del tuo lavoro? Qual è la parte più difficile?

Le parti belle del mio lavoro sono il viaggiare, conoscere tante persone ma senza alcun dubbio la parte più bella in assoluto sono le tante storie diverse che si vengono a conoscere visitando così tanti paesi e parlando con tantissime persone. Storie belle e storie tristissime, storie di successo e storie di persone che hanno avuto alterne vicende, storie di problemi di salute e di soluzioni incredibili oppure inesistenti. Ho conosciuto persone con problemi tali che qualsiasi mio problema da risolvere oggi risulta una banalità.

La parte più difficile è ovviamente la famiglia, 20 gare significano almeno 20 settimane lontano da casa.

Durante i week-end dormi nel paddock o in hotel? Come vi dividete le stanze? Come siete organizzati per la cucina?

Durante i weekend dormo in Hotel, con il resto del team. Non c’è una logica precisa sulle stanze, stiamo molto bene tutti con gli altri. Nella cucina siamo organizzati con uno chef davvero bravo che cucina come se avesse ospiti a casa sua, con lo stile della cucina casalinga,. È bravissimo si chiama Nicola, ed ha un tocco speciale nei suoi piatti forti, come il goulash oppure il pesce, il risotto, il coniglio con il sugo di fegatini. È davvero un piacere mangiare da noi, tutto viene cucinato in loco. In Hospitality ci sono diversi ragazzi che montano la struttura dal lunedì al mercoledì nelle gare europee, e poi lavorano in sala o cucina o bar fino alla domenica e poi smontano. Loro sono davvero una colonna portante del team, perché su di loro non abbiamo mai ricevuto una lamentela ma solo complimenti sinceri. Loro ci aiutano tantissimo a coccolare i nostri ospiti.

Com’è il rapporto con i manager degli altri team? Sicuramente di concordia… ma un minimo di rivalità ci sarà… E c’è qualcuno con cui hai legato in particolar modo?

Il rapporto con i manager degli altri team per quanto mi riguarda è fantastico. Con alcuni c’è stima reciproca ma con altri sono davvero in amicizia. Certo che c’è rivalità in pista, ma fuori dal tracciato c’è rispetto, voglia di aiutarsi in caso di problemi. I manager con i quali ho legato di più sono Francesco Guidotti adesso in Ktm, toscano come me, Livio Suppo, Carlo Merlini di Gresini e Paolo Campinoti titolare di Pramac anche lui toscano. Anche con Marco Riva ho avuto un ottimo rapporto, ma adesso lui cerca di godersi la pensione. Poi sono molto amico con Eitan, team principal di American Racing in Moto2.

Cosa ne pensi dell’uscita di Suzuki?

È stata una doccia fredda. Io credo che questi grandi gruppi industriali abbiano come obiettivo la soddisfazione degli investitori. E per questo scopo devono talvolta fare scelte impopolari che magari feriscono anche i manager stessi che devono prendere queste decisioni. È un peccato anche perché dopo anni, Suzuki si era appena portato a casa un mondiale MotoGP nel 2020 ed è anche oggi una squadra molto competitiva, e per una corretta evoluzione e sviluppo è ottimo quando ci sono molte aziende diverse a competere.

Se tu non lavorassi in LCR Honda, se fossi uno spettatore come tanti, per chi faresti il tifo?

(Ride, ndr) Se non lavorassi in LCR… io ero comunque uno spettatore prima di lavorare qui. Ho tifato per Doohan poi per Valentino ma ho sempre avuto grande stima e grande senso sportivo per tutti i piloti veloci, le gare belle erano quelle in bagarre. Non dimenticherò mai gli ultimi 3 giri di Lorenzo e Rossi a Catalunya 2009. Non mi è mai venuto in mente di gioire della caduta di altri piloti, il motociclismo è sempre stato uno sport molto nobile e con altissimo senso di sportività. Ovviamente nel presente sono condizionato, lavoro con due piloti che sono due persone eccezionali, Takaaki Nakagami e Alex Marquez, sono davvero persone incredibili, delle volte mi sembra che siamo amici da tanto tempo, c’è confidenza, stima e massimo rispetto. E’ bellissimo quando i piloti si rendono conto che anche chi non lavora direttamente sulla moto è fondamentale per il team e per la buona riuscita del campionato. In fondo chi procura gli sponsor contribuisce in maniera fondamentale al team anche se non si prende cura della moto.

Come stai trascorrendo questa estate? Ti manca il paddock MotoGP o una pausa ci voleva?

Questa estate cerco di rilassarmi un po’, dedicare tempo alla famiglia, e andare un po’ al mare, certo che ci voleva un break. Ho una Goldwing e mi concedo qualche viaggetto rilassante nel massimo del comfort.

Alex Rins ormai lo sappiamo… Arriverà Ai Ogura?

Alex Rins si è ufficiale, per quanto concerne Nakagami, io francamente spero tantissimo che rimanga, è anche un amico per me, spero che dimostri nelle prossime gare di MotoGP il suo valore ma tutta la decisione è nelle mani di HRC. Non è un ambito di mia competenza, posso solo esprimere il mio desiderio in merito.

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