7 Gennaio 2023

MotoGP, Ducati padrona del Mondiale: i segreti di un’azienda vincente

Ducati sarà la Casa da battere nel Mondiale MotoGP '23. I commenti di Livio Suppo, Alex De Angelis e Loris Capirossi.

MotoGP, Pecco Bagnaia sulla Ducati Desmosedici

Ducati è la grande attesa nel test di Sepang e nel Mondiale MotoGP ’23, dove arriva da campione del mondo dopo la vittoria storica di Pecco Bagnaia. Sarà una squadra ancora una volta ricca di novità, a cominciare dalla line-up piloti, con Enea Bastianini inserito nel box factory al posto di Jack Miller e Jorge Martin che correrà alle medesime condizioni dei due ufficiali. Tifosi e addetti ai lavori non vedono l’ora che la Rossa emiliana ritorni in azione, per capire se riuscirà ad alzare ulteriormente l’asticella delle prestazioni dopo una stagione 2022 strepitosa e con numeri da record (la Tripla Corona).

Ducati, moto e azienda vincenti

La Ducati è diventata la moto ambita da tutti, chiunque vorrà lasciare questa moto dovrà pensarci bene da qui ad almeno i prossimi due anni. Il team di Gigi Dall’Igna, direttore tecnico strappato all’Aprilia, ha raggiunto la semi-perfezione organizzativa, tecnica, sportiva, manageriale. Lo step successivo è provare ad aprire un’era vincente come ha fatto Valentino Rossi con Honda prima e Yamaha poi, da Marc Marquez fino al giorno dell’infortunio nel 2020. A supportare il lavoro del reparto racing ci sono anche i numeri di vendita record, un riflesso imprescindibile per i costruttori della classe MotoGP. Rispetto a venti anni fa è Ducati è un’azienda finanziariamente diversa, “non solo perché fa parte del Gruppo Audi. Nel 2003 noi eravamo messi maluccio, la fabbrica era obsoleta e i numeri di vendite non stratosferici – racconta Livio Suppo -. Hanno fatto un grandissimo lavoro“.

La MotoE affianca il progetto MotoGP

Dopo l’uscita della Suzuki i colossi giapponesi sembrano traballare. La Casa di Borgo Panigale (insieme ad Aprilia e KTM cerca di inserirsi) ha introdotto una nuova filosofia di lavoro, un modo più aggressivo di interpretare le moto e le corse. Nel 2022 il brand della Motor Valley ha incassato 12 vittorie su 20, 16 pole position, 32 podi, ha dominato il WorldSBK con Alvaro Bautista. Ha fatto tabula rasa nei maggiori campionati mondiali di motociclismo e vuole ripetersi. Senza dimenticare che esordirà anche la Ducati MotoE ampiamente testata da Alex De Angelis. “Ogni volta che scendevo in pista per un test, c’era qualcosa di nuovo da provare“, ha affermato l’ex pilota di San Marino a ‘La Gazzetta dello Sport’. A dimostrazione della capacità del marchio di produrre nuova tecnologia, fare ricerca e innovazione, sperimentare terreni poco battuti con temerarietà. “Quello che secondo me caratterizza la Ducati di oggi, è che ha una forza lavoro impressionante. Ho lavorato con tre capitecnici diversi, ognuno era di altissimo livello“.

Ricerca e tecnologia carte vincenti

La Desmosedici era una moto potenzialmente vincente già da diversi anni, ma i tempi non erano ancora maturi ed è mancato un pizzico di fortuna. Andrea Dovizioso per tre volte ha sfiorato il titolo MotoGP, ma davanti c’era il Marc Marquez dell’epoca d’oro, invincibile per chiunque. Eppure la Ducati ha saputo dargli filo da torcere, mentre gli altri costruttori restavano a guardare la sfida tra i due. Fino alla coraggiosa scelta di puntare sui giovani piloti e investire maggiormente sul settore tecnico e in particolare sull’aerodinamica. A Gigi Dall’Igna e i suoi uomini va anche il merito di saper leggere fino in fondo i regolamenti, spulciando la zona grigia e immettendo su pista alcune “diavolerie” che hanno mandato momentaneamente in tilt i rivali. Vedi i vari dispositivi holeshot, il “cucchiaio” sul forcellone posteriore, la salad box.

Honda saprà fermare la Rossa?

Il merito va all’intera squadra, dal primo all’ultimo, compreso il buon Michele Pirro, ormai storico collaudatore Ducati, capace di mettere nelle mani dei piloti ufficiali un prodotto già limato e pronto per la competizione. Ma vietato abbassare la guardia, in MotoGP basta una virgola per fare cadere anche le mura più poderose di un castello. Bisogna spingere sull’acceleratore adesso che il vento è a favore. La Casa emiliana oggi può permettersi il privilegio di non avere bisogno di un fuoriclasse come Marc Marquez. “Se guardo all’oggi lo direi anche io – ha confermato Loris Capirossi -. Pecco è il campione, Enea l’emergente, hanno tanti altri piloti buoni. Ma con Marc non si sa mai, se recupererà pienamente, il punto interrogativo non sarà lui, ma la moto che gli darà la Honda“.

Foto: MotoGP.com

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