MotoGP, Ducati-Aprilia ai ferri corti: “Se vogliono possono copiarci”
Ducati schiera otto MotoGP in griglia, Aprilia e altri team chiedono un cambio di regolamento. Il punto di vista di Gigi Dall'Igna.
Dietro le quinte della MotoGP sono tanti gli argomenti che tengono banco e su cui Dorna e gli addetti ai lavori stanno lavorando. Tra questi la superiorità numerica della Ducati che dallo scorso anno può contare ben otto moto in pista, a fronte delle quattro Honda, Aprilia e KTM e solo due Yamaha. La Casa di Borgo Panigale blinda il suo vantaggio e ricorda agli avversari: “Il regolamento lo consente, gli altri possono copiare la nostra strategia“.
Ducati a otto punte
Il costruttore emiliano ha messo a segno un doppio colpo di mercato, nel vero senso della parola, quando nel 2022 ha firmato le collaborazioni con Gresini Racing e Mooney VR46. La squadra di Valentino Rossi ha ereditato senza problemi i due posti Avintia e ha preferito l’offerta Ducati rispetto alla Yamaha. D’altronde la Casa di Iwata aveva già il suo team satellite (RNF) e nessuna intenzione di scritturare una seconda squadra cliente, prima di restare beffata dall’addio di Razlan Razali. Da questa stagione MotoGP si ritrova a schierare due YZR-M1, quelle di Franco Morbidelli e Fabio Quartararo, senza spiragli di cambiamenti anche per la prossima stagione MotoGP.
Il regolamento della MotoGP
Una serie di circostanze che ha giocato a favore della Ducati che ha semplicemente sfruttato il libero mercato, offrendo un pacchetto vincente ad un prezzo fortemente concorrenziale. Per Massimo Rivola, a.d. Aprilia, si tratterebbe di “concorrenza sleale”, perché con otto Desmosedici in pista può raccogliere più dati di qualsiasi altra Casa. Gigi Dall’Igna, direttore generale Ducati Corse, ribatte ai mormorii del paddock MotoGP. “Quello che facciamo è consentito dal regolamento. Ogni marchio riceve un compenso di 3 milioni dall’organizzatore del Mondiale quando fornisce una squadra cliente. Nessun sussidio viene pagato per gli altri team clienti. Queste norme esistono fin dall’inizio, sono le stesse per tutti“.
Il regolamento della MotoGP non prevede un numero massimo di team clienti o piloti. Nessuno costringe a scegliere Ducati e i manager di Pramac, Gresini e VR46 hanno scelto spontaneamente di unirsi al produttore di Borgo Panigale. “Se un team cliente privato vuole usare moto Ducati, lo fa perché le nostre moto sono migliori di certe altre. Questa è la mia opinione“, ha proseguito Gigi Dall’Igna su Speedweek.com. “Il regolamento non prevede un numero massimo di team o piloti. Abbiamo la libera concorrenza. Non vedo cosa ci sia di ingiusto in questo. Se Aprilia vuole più moto in griglia, può provare a convincere più squadre. Ogni squadra MotoGP può decidere autonomamente e liberamente sulla scelta del materiale“.
Ducati risponde ad Aprilia
Adesso Aprilia e altre Case propongono un ulteriore cambio di regolamento che preveda un numero massimo di team satelliti. Ancora una volta i rivali insorgono per cercare di mettere un freno allo strapotere della Ducati, come già successo in passato con le winglets, l’aerodinamica, i dispositivi holeshot. “Durante il mio periodo in MotoGP con Ducati non ho mai chiesto una modifica del regolamento. Tutti gli altri produttori vogliono cambiare costantemente i regolamenti. Studio i regolamenti – ha concluso Dall’Igna – e mi muovo nell’ambito di ciò che è consentito… Anche KTM o Aprilia possono decidere di copiare la nostra strategia se vogliono“.
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Foto: Ducati Corse
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