17 Dicembre 2023

MotoGP, Casey Stoner contro Yamaha: “Ero un capro espiatorio”

Casey Stoner continua a tirare fuori gli scheletri dall'armadio. Nell'ultima intervista ha parlato delle strategie di Iwata

MotoGP, Casey Stoner

La carriera leggendaria di Casey Stoner continua a fare storia e rivelare alcuni dettagli rimasti a lungo “segreti”. Il due volte campione del mondo di MotoGP ha lasciato anzitempo il Motomondiale a causa di problemi seri di salute e in quanto “allergico” ad un ambiente in cui non riusciva più a rispecchiarsi caratterialmente. In una recente intervista a TNT Sports non risparmia qualche critica alla Casa di Iwata, a suo dire rea di averlo usato come “capro espiatorio”.

L’esordio in MotoGP

Approdato in classe regina nel 2006 in sella alla Honda del team LCR, il pilota australiano ha raccontato che già un anno prima erano iniziate delle trattative con Yamaha per il debutto. Alla fine i dialoghi si sono arenati… “Nel 2005 sarei dovuto andare nel team satellite e l’anno dopo in quello ufficiale. Poi, all’improvviso, silenzio. Evidentemente mi stavano usando come capro espiatorio per convincere qualcun altro a firmare per meno!“.

Nella sua prima stagione da rookie ha centrato una pole e un podio con la squadra di Lucio Cecchinello. Prima della fine del campionato 2006 la Yamaha si è rifatta viva per l’anno successivo, ma ancora una volta senza conclusione. “Mi hanno offerto un contratto per il 2007, poi si sono fermati nuovamente. Così mi sono ritrovato senza nulla. Ci eravamo persi, non avevamo alcun passaggio“, ricorda Casey Stoner. “È stato allora che la Ducati si è avvicinata a noi“. Un segno del destino per la Casa di Borgo Panigale, che ha vinto clamorosamente il suo primo titolo MotoGP.

La vittoria iridata con Ducati

Ma Stoner crede di essere stato inizialmente ingaggiato come “sostituto” per tenere “caldo” il posto a Marco Melandri, che sarebbe arrivato solo nel 2008. “Possono far finta che sia stata una cosa così grande e bella! Ma in realtà ero solo un pilota dell’anno sabbatico! Ero solo un sostituto… Poi ho vinto il campionato! Ad essere sincero, la Yamaha mi ha dato la motivazione – conclude la leggenda australiana -. Tutto quello che volevo fare, all’inizio dell’anno, era ottenere qualche podio. E far pentire (la Yamaha) di non avere scelto me“.

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