8 Luglio 2023

MotoGP, bufera in casa Honda: Stefan Bradl risponde alle critiche

Honda alle prese con il suo peggior momento nella storia MotoGP. Stefan Bradl precisa il suo ruolo di collaudatore per il marchio giapponese.

MotoGP, Stefan Bradl

Honda si ritrova nella tempesta dopo la deludente prima parte di stagione MotoGP, con gli infortuni di Joan Mir e Alex Rins. Marc Marquez ha saltato sei gare su otto, nelle restanti due non è arrivato al traguardo e il suo futuro con Honda è fortemente incerto. Sotto i riflettori anche l’operato di Stefan Bradl, considerato il primo perno nell’evoluzione della RC213V, quindi complice del disastro in campionato.

Bradl collaudatore Honda dal 2018

Il pilota tedesco riveste il ruolo di collaudatore Honda dal 2018 e lo scorso settembre ha annunciato il rinnovo di contratto. Con il costruttore giapponese ha vissuto momenti d’oro e l’ultima parentesi deludente, iniziata quando Marc Marquez si è infortunato a Jerez nel luglio 2020. Ha preso parte a molte gare di MotoGP come sostituto e wildcard, diventando un profondo conoscitore della moto, sebbene i risultati in pista non siano stati dei migliori. Nella bufera scatenatasi in casa Hrc inevitabilmente viene coinvolto mediaticamente anche Stefan Bradl che, sulle colonne di Speedweek.com, precisa il suo ruolo. “Se ho l’impressione che certe novità non portino alcun beneficio, di certo non vanno al team ufficiale. Perché se i miei commenti sono negativi, di solito non si vedono progressi cronometrici“.

Il lavoro del collaudatore MotoGP

Impossibile non sentirsi chiamati in causa e sentire il fiato sul collo, ma Bradl ricorda: “Non faccio solo il collaudatore. Lavoro con HRC e Marc da cinque anni e mezzo. Quindi sappiamo che se qualche componente non mi rende più veloce, non dobbiamo passarlo a Marc per la valutazione“. Nel 2011 Stefan ha assicurato a Kalex la prima vittoria in Moto2, ha contribuito all’evoluzione della Casa tedesca, prima di lui nessun top driver voleva salire su quella moto. In merito al suo lavoro in Honda sottolinea: “Non sviluppo la moto. Piuttosto, provo le nuove parti che arrivano nel test team e valuto se migliorano o meno il pacchetto. Naturalmente, se il mio commento è positivo, le parti andranno al team ufficiale il prima possibile. In caso contrario, di solito viene aggiustato o rispedito indietro, quindi adattato e migliorato“.

Alla luce delle critiche che piovono in casa Honda, Stefan Bradl precisa il suo ruolo. “Il termine pilota di sviluppo è sbagliato. Sono un pilota collaudatore e di riserva. Gli ingegneri sono responsabili dello sviluppo delle moto da corsa. Assorbono le mie informazioni e il mio feedback, quindi traggono le loro conclusioni. Successivamente sviluppiamo al computer con disegni CAD e così via“. Di certo non tira una bell’aria tra le fila dell’Ala dorata.

Foto: MotoGP.com

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