4 Maggio 2023

Jorge Lorenzo poteva essere il Pedrosa della Yamaha: “Che peccato”

Lorenzo ha analizzato il difficile momento della Yamaha in MotoGP e ha ammesso che da tester avrebbe potuto aiutare l'evoluzione della M1.

Jorge Lorenzo Pedrosa Yamaha MotoGP

Le buone prestazioni di Franco Morbidelli in Argentina e il podio di Fabio Quartararo ad Austin hanno rappresentato un fuoco di paglia. La Yamaha continua ad essere in grossa difficoltà tecnica e anche il weekend su una pista potenzialmente favorevole come Jerez è stato complicato.

La casa di Iwata ha lavorato sodo per il nuovo campionato MotoGP, ma evidentemente non è riuscita a farlo nel modo corretto. Lo sviluppo ha preso una direzione sbagliata e la M1 ha smarrito quelli che per anni erano i suoi punti forti. Inoltre, la concorrenza ha lavorato tanto e meglio. Servirà uno sforzo maggiore per mettere i piloti nella condizione di essere competitivi, però nel frattempo l’obiettivo di vincere il titolo è lontanissimo.

MotoGP, Jorge Lorenzo analizza la situazione Yamaha

Jorge Lorenzo ha guidato la Yamaha M1 per tanti anni e ci ha vinto tre titoli mondiali MotoGP. Assieme a Valentino Rossi è stato uno dei migliori interpreti del prototipo di Iwata, che oggi appare solo un parente lontano di quello che trionfava con loro in sella. Il cambiamento più netto è avvenuto dal 2020 e il titolo del 2021 ha tanti meriti di Quartararo, che è riuscito a guidare oltre i limiti della sua moto e a sfruttarne alcune qualità che allora erano ancora presenti.

Lorenzo, interpellato dal sito ufficiale MotoGP, ha analizzato la situazione complicata del team di Iwata: “Yamaha non ha mai avuto il motore migliore. La configurazione scelta non è l’ideale per avere la massima potenza. Però dà comunque alla moto buone caratteristiche, come la stabilità e l’agilità nelle curve. Negli ultimi anni hanno un po’ perso i punti forti e non hanno ottenuto quanto gli serviva in termini di potenza e di accelerazione“.

Un rimpianto non averlo tenuto come tester?

Il cinque volte campione del mondo sottolinea quanto la concorrenza sia migliorata: “Non dico che sia una moto terribile, però non è abbastanza competitiva per lottare per il titolo. Specialmente quando c’è un Pecco Bagnaia così maturo e altri sette piloti Ducati, più altri rivali come KTM e Aprilia che sono molto forti. Hanno perso la via“.

Jorge ha fatto riferimento anche al 2020, anno nel quale era collaudatore Yamaha e l’esperienza fu ostacolata dall’emergenza Covid, concludendosi dopo una sola stagione: “È stato un peccato quando ho guidato per loro come test rider, perché conosco la M1 e avrei potuto aiutarli a trovare la giusta strada per l’evoluzione della moto. Però ora hanno un pilota differente (Crutchlow, ndr) e devono ritrovare la via corretta per il futuro, come la Honda“.

Lorenzo come Dani Pedrosa per la KTM

Secondo Lorenzo, puntando su di lui come tester ci sarebbe stato modo di lavorare meglio sulla crescita della M1. Avendo una grande esperienza con quella moto, poteva essere di aiuto nell’andare nella giusta direzione in termini di sviluppo.

Magari avrebbe potuto essere per Yamaha ciò che Dani Pedrosa è per la KTM. Dopo il ritiro e la mancata permanenza in Honda, il tre volte campione iridato ha sposato il progetto MotoGP della casa austriaca e con la sua esperienza ha dato un grande impulso alla crescita della RC16. C’è anche il suo zampino nei risultati positivi del marchio di Mattighofen, non ci sono dubbi. Jorge avrebbe potuto fare lo stesso per la casa di Iwata? Non lo sapremo mai.

Foto: Instagram

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