5 Luglio 2019

MotoGP: Parla Fabio Quartararo “La Yamaha gira bene, va forte”

Il ventenne francese diventerà il più serio rivale di Marc Marquez? "L'importante è stare calmi e non bruciare le tappe, la M1 va forte"

Fabio Quartararo

Fabio Quartararo ha solo vent’anni ed è al debutto in MotoGP. Ma dopo due podi e tre pole, i top rider ormai sanno di dover fare i conti con il debuttante della Petronas Yamaha. La Gazzetta dello Sport in edicola venerdi 5 luglio gli ha dedicato la pagina d’apertura della sezione motori. Ecco alcune parti dell’intervista realizzata dall’inviato Paolo Ianieri.

Lei viene da una famiglia normale.

«Che soprattutto all’inizio ha dovuto fare grandi sacrifici. Dal 2007 al 2012 credo di avere fatto con mio papà oltre 250 mila chilometri per allenarmi e correre in Spagna. Ogni settimana erano minimo 500 chilometri, ma alcune sono stati anche 3000».

Impossibile andare a scuola.

«Ho mollato presto. Ma non mi piaceva troppo».

Ha origini siciliane.

«Non conosco tanto la storia della mia famiglia, ma la Sicilia mi piacerebbe visitarla. A casa i nonni mischiano spesso il francese con l’italiano, la sorella di mia nonna addirittura non sa il francese. Così con loro parlo italiano».

Le manca molto per vincere una gara?

«Mi manca esperienza. Perché la velocità credo di averla. Sono stato in testa e ho visto cosa fare per essere più incisivo».

Quando le hanno detto che si apriva la porta della MotoGP cosa ha pensato?

«Era dopo Assen dell’anno scorso, quando finii 2°. Tornavo a casa con il mio manager e mi disse che c’era una opportunità con Petronas e la Yamaha. “Ma è qualcosa di possibile o solo un’idea?” gli chiesi. Mi rispose che c’era già un progetto, ma che voleva che ci pensassi bene. Non gli ho fatto finire la frase. Mir aveva firmato con la Suzuki dopo due belle gare in Moto2, non volevo essere da meno».

Ha messo in crisi Rossi e Viñales.

«Per me la Yamaha va forte, gira bene, è vero che al Mugello faticavamo in rettilineo, ma è comunque una ottima moto».

Il sogno è il team ufficiale?

«No. Credo di essere nel team perfetto. E sto pensando solo a come migliorare per essere più incisivo in pista e una persona migliore nel box. Il resto è ancora troppo lontano».

Quando è arrivato, Marquez ha cambiato velocemente le gerarchie della MotoGP. Sente di poter fare lo stesso?

«Non come ha fatto lui, ma a modo mio, più semplice. Alla squadra ho detto le cose che a me piacciono molto, e abbiamo provato ad adattarle al metodo di lavoro».

L’errore da non fare quest’anno?

«Bruciare le tappe. L’esempio sono i test in Malesia, Bagnaia girava 1”2 più veloce, ma ci siamo imposti di seguire il nostro piano e stare tranquilli. Puoi provarci all’ultimo giro, se ne vale la pena, ma non in maniera stupida in prova».

Sarà Quartararo a mettere in crisi Marquez?

«Lo spero. Sto lavorando duro per andare ogni volta più veloce».

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