11 Agosto 2022

Moto3: Matteo Bertelle fermato sul più bello “Datemi un’altra possibilità”

Padovano, classe 2004: era debuttante nel Mondiale ma un grave infortunio ha fermato tutto. Adesso si sta preparando per ripartire nel 2023

matteo bertelle, moto3

Un esordio Moto3 in crescendo, fino allo sfortunato incidente al Sachsenring. Matteo Bertelle ha chiuso quindi prematuramente il suo primo anno nel Motomondiale, costretto ad un intervento che richiede lunghi tempi di recupero. Lo ritroveremo nel Campionato del Mondo l’anno prossimo? Il futuro al momento è piuttosto nebuloso… Abbiamo fatto due chiacchiere con il giovane pilota padovano, che ci ha raccontato com’è andata finora.

Prima di tutto come stai?

Che periodo… Ho ancora un po’ di raffreddore, la tosse è passata, e l’altro giorno avevo 39° C di febbre. Forse un’influenza, o hanno detto che potrebbe anche essere una conseguenza dell’operazione, non lo so. Il Covid so che non ce l’ho perché ho fatto il tampone… Comunque adesso va meglio.

Raccontaci poi del tuo ginocchio.

L’incidente è stato il 19 giugno in Germania, purtroppo non siamo riusciti ad operarci subito. Il ginocchio era tanto gonfio e dalla risonanza non si riusciva a capire cos’avevo. Quando siamo riusciti a vedere, abbiamo scoperto che avevo rotto tre legamenti. Ci siamo messi d’accordo anche con la Federazione e la Clinica Mobile della MotoGP, siamo poi andati da un dottore che ci ha detto di aspettare: il terzo legamento, il collaterale, poteva cicatrizzarsi. Abbiamo quindi aspettato un mesetto, un mese e 10 giorni circa. Ci siamo poi operati, è andato tutto bene ed anzi il dottore è stato contentissimo: ha detto che il ginocchio è in una buona forma. I tempi di recupero però sono sempre di 5-6 mesi per la ripresa dell’attività sportiva. Quindi devo rimanere fermo e fare fisioterapia, purtroppo è stata una bella batosta.

Tutto per un episodio sfortunato.

Ero troppo vicino, non potevo fare nulla per evitare la caduta. I primi giorni dopo l’incidente però non pensavo davvero che fosse qualcosa di così grave. Quando mi hanno detto dei tre legamenti rotti… Sono andato a cercare i tempi di recupero: per un calciatore parlavano di 6-7 mesi, magari un motociclista, che non deve fare scatti o simili, ce ne mette tre. Purtroppo non è così.

Adesso come si procede col recupero?

Sto andando tutti i giorni a fare fisioterapia. Dopo l’operazione mi hanno detto che dopo 15 giorni mi avrebbero tolto in punti. Praticamente il mercoledì del GP d’Austria, che andrò a vedere. Mi sbloccano un po’ il tutore, poi andremo per gradi, a seconda di come reagisce il ginocchio. Il dottore ha detto che il ginocchio è veramente bello, però comunque ha sempre i suoi versamenti, bisogna sgonfiarlo… Ha pur sempre subito un intervento. Ho sei buchi! Ma spero intorno ai tre mesi di ricominciare a caricare un pochino: andare in palestra, in bici… Ovviamente non come prima ma con modo per non causare infiammazioni. Non ci sono tempi specifici al momento, dipende da come va.

Il tuo anno d’esordio s’è interrotto presto, ma come valuti la tua ‘mezza stagione’ mondiale?

Diciamo che non ero molto contento nella prima parte, ovvero nelle tappe extraeuropee. C’era qualcosa nell’aria che non funzionava, forse io che non conoscevo le piste, o che non ero fiducioso sulla moto, non so di preciso. Quando però siamo arrivati in Europa è cambiato qualcosa e mi piazzavo costantemente in top 15, quindi in zona punti. Stavo andando bene, mi stavo anche divertendo molto e con la squadra si stava creando un bellissimo rapporto. E poi niente, è successo quello che è successo. Io però mi sono divertito tantissimo! Sarebbe bello ripetere l’anno prossimo…

Nessuna notizia quindi sul tuo futuro?

Al momento non ho sentito nessuno, non so se qualcuno vuole tenermi… Spero che qualcuno si faccia avanti, che abbia visto quello che ho potuto dimostrare nelle poche gare che ho fatto. Sennò vado a tagliare il prosciutto dal mio papà! (risata) Comunque ancora nulla, le uniche voci sono per i piloti più veloci, quelli più avanti in classifica, credo stiano aspettando un po’ tutti. Per Guevara, García e Foggia ormai si sa, ci sono queste voci sulla Moto2. Anzi, sinceramente spero ci vadano in Moto2, se continuo in Moto3 ci sono tre rompiscatole in meno! (risata)

E tra quei tre secondo te chi vince il Mondiale Moto3?

Prima di Silverstone avrei risposto Guevara. Ma mancano ancora otto gare, poi sono caduti sia lui che García… È tutto strano! Io spero però che vinca Foggia, se succedesse di nuovo qualcosa come in questo GP si avvicinerebbe ancora e si riaprirebbe tutto. Guevara però lo vedo davvero in forma, gira da solo e va fortissimo. Fa un po’ paura, il Mondiale se lo meriterebbe tutto.

Tornando a te, qual è stata la tua gara migliore? E invece quella peggiore, che quasi vorresti dimenticare?

Da dimenticare di sicuro quella a Mandalika: ho conquistato il mio primo punto, ma ho preso tanto distacco dai primi. La gara che mi è piaciuta di più invece è quella a Jerez, od anche al Mugello. Ma questa la direi solo perché il circuito è molto bello. Ma direi più la gara a Jerez: è quella che mi ha fatto fare il click, il passo avanti.

Arrivando nel Mondiale, qual è stata la maggiore difficoltà?

Ho notato subito che i piloti del Mondiale vanno subito dentro e, chessò, se il record della pista è 40 loro al primo giro fanno 42. Io arrivo dal CIV e facevo per esempio 45, poi 44 e mezzo, 44.3, 43 alto… Per gradi. Ultimamente però stavo imparando anche io ad entrare ed a girare subito discretamente. Secondo me questa però è solo una questione psicologica, di fiducia con la moto. Certo, poi loro vanno veramente forte! È il Mondiale, non penso vadano là per giocare con le bambole. Come livello non è neanche da paragonare. Nel CIV eravamo in tre a lottare per le posizioni importanti, a Silverstone ad esempio erano in 20 fino a 5-6 giri dalla fine!

Come vedi poi la questione delle scie?

Alla fine serve sempre. Prendi un rookie come me che per esempio non è mai stato in Qatar: un giro o due devo farli per forza dietro a qualcuno perché non so dove mettere le ruote. Un riferimento serve, può aiutarti se devi togliere quei cinque decimi. Se invece usi proprio la scia per togliere tre secondi, allora non hai capito niente, ma hai solo chiuso gli occhi e guardato quello che fa il pilota davanti. Hai fatto il giro, bravo, ma secondo me non si impara niente. Ad esempio io al Sachsenring ero già al limite, avevo fatto un buon giro dietro a Foggia, ma in gara mi sono accorto subito che ero un po’ impiccato per stare in quel gruppo dei primi cinque. Mi sono dovuto adeguare quindi al gruppo più indietro. Poi certo ci sono anche altri fattori.

C’è stato un avversario ‘più difficile’ per te finora?

Non saprei dirne uno in particolare… Tutti! Prendi uno come Tatay, in Indonesia ha fatto la pole e poi lo trovi 22° al via a Silverstone. Il livello è talmente alto che in pochi decimi ci sono un sacco di persone. I rivali davvero forti però sono sempre quelli: Foggia, García, Masiá che risale sempre, Guevara, Tatsu [Suzuki] che si è messo ad andare fortissimo adesso, poi anche Sasaki e Öncü. Sono sempre loro che si giocano le gare.

E tra gli esordienti?

Uno davvero forte secondo me è Moreira. Direi poi Muñoz, anche se per me non ha la testa attaccata al collo… Alla fine però siamo allo stesso livello. Anche se mi piacerebbe provare una loro situazione mentre loro ne provano una mia. Ad esempio Guevara o comunque uno forte sulla mia moto, per capire quanto riesce a girare e vedere realmente quanto potenziale c’è. In alcune occasioni si fa fatica a capire il potenziale della moto, tu dai sempre il 100% ma a volte arrivi ad un punto che, se vai oltre, cadi. Mentre se ti tieni vai troppo piano.

A che punto eri a livello di feeling con la moto?

Io mi sentivo all’85%, mi stava piacendo tanto. Alla fine avevo soltanto dei piccoli problemi da sistemare, stavamo migliorando parecchio. Mi è dispiaciuto tantissimo. Poi a prescindere da come stava andando, fare le gare ti tiene sempre allenato. Adesso io sono fuori allenamento, due mesi che non faccio niente… Poi fai quello che ti piace, invece di stare a casa tutto il giorno con un macchinario che ti piega la gamba. E chissà, forse sarei cresciuto ancora o forse avrei avuto qualche difficoltà, mi sarebbe piaciuto vedere. Oltre al fatto che ci sono altre cinque piste nuove che non conosco ancora, le altre extraeuropee, ed è un peccato.

Tra quelli nuovi per te, quale circuito ti è piaciuto di più?

Mi sono piaciuti tutti, è stata una figata correrci! Anche in Indonesia, nonostante la gara particolare. Ma che mi è piaciuto di più, forse direi quello in America: pista lunga, faticosa, ti fa sentire che c’è, con 800 cambi di direzione nel primo settore… Bellissima.

Ce n’è uno invece che non ti è piaciuto?

I circuiti nuovi sono tutti belli. Diciamo invece che, tra tutti quelli in cui ho corso, non mi piace proprio il Sachsenring! Quella pista là mi ha rotto il ginocchio, poi una volta mi hanno buttato giù in Rookies Cup… Anche se il giorno dopo ho vinto. Un tracciato in cui giri sempre intorno, a sinistra… Diciamo che non sono mai riuscito a digerirlo, è una questione personale.

Cos’hai imparato in questa mezza stagione mondiale?

Forse è il fatto di correre con piloti di altissimo livello, ma si cambia tanto. Sicuramente ho aumentato la mia ‘forza di guida’ sulla moto, per esempio in frenata ho fatto dei piccoli step. Ho capito le varie mescole di gomme. Lavorare poi nei vari turni è tosta: hai 40 minuti, ma alla fine non è così tanto tempo. Devi anche avere una sorta di fortuna, un team che, bene o male, ti mette già la moto a posto per quella pista, così parti un attimo avvantaggiato e ti carichi ancora di più. Ci sono mille fattori, è un mondo strano ma bello.

Chiudiamo con altri due pronostici: chi vince in Moto2?

Vorrei che vincesse Vietti. È un mio grande amico, poi il mio papà ed il suo si conoscono da dio: alle minimoto andavamo assieme in camper, quindi c’è un bellissimo rapporto. Spero riesca a mettersi a posto, non so cos’ha adesso, non riesce più ad essere forte come ad inizio stagione. Vedo che sta facendo un po’ più di fatica rispetto a Fernandez, ai primi. Se continua così però il Mondiale lo vince Fernandez: ha vinto tre gare di fila, è carico a manetta.

Ed in MotoGP?

Spero che Quartararo cada in tutte… No dai scherzo! Spero solo che Pecco vinca sempre, così arrivano ad essere molto più vicini coi punti e si giocano il campionato in gara. Certo mi auguro che vinca Pecco, va fortissimo. Mi ricordo che il giovedì del CIV a Misano c’era la VR46 ad allenarsi con le moto stradali, ci siamo messi a guardarli. Quanto vanno forte, sono davvero bravi!

Foto: Instagram

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