12 Novembre 2023

Moto2, parla il campione “Io sono Pedro Acosta, non il nuovo Marc Marquez”

"Lo Squalo" Pedro Acosta campione Moto2. Le prime parole commosse, ricordando i tratti salienti del percorso e schivando i paragoni.

Pedro Acosta, lo Squalo è campione Moto2

L’unica cosa da sapere era quando Pedro Acosta avrebbe festeggiato il suo secondo iride in tre anni. L’occasione ufficiale si è presentata pochi giri dopo il via della gara Moto2 a Sepang. Pedro Acosta 2°, Tony Arbolino in scatenata rimonta, per poi incappare nell’errore: doveva provare a rimandare ancora la festa, ma non ha funzionato. Da quel momento “Lo Squalo di Mazarron” ha solo dovuto gestire.

Arriva così il risultato tanto atteso, con gli abbracci, la passerella celebrativa per ricordare i suoi successi, l’incontro con “Lo Squalo” per ricevere il casco dorato, la festa nel parco chiuso col team. Pedro Acosta rimanda l’emozione “da lacrime” a Valencia, ma c’è lo stesso un po’ di commozione quando ripercorre i tratti salienti di una storia che, senza KTM e Ajo, non sarebbe mai iniziata.

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Acosta: “Abbiamo guidato più con la testa”

“Eravamo in una situazione ‘facile’ per conquistare il titolo, ma doveva essere un weekend normale, come sempre.” Pedro Acosta esordisce così da neo campione del mondo Moto2. Un mondiale apparso ovvio fin dall’anno scorso, che sembrava più combattuto al via di questo, ma che si è rivelato poi una cavalcata trionfale senza rivali. “Negli ultimi GP abbiamo guidato più con la testa” ha poi sottolineato. Ammettendo anche che “Sembra che Speed Up abbia qualcosa in più di noi. Ci dovremo lavorare.”

L’obiettivo è chiudere il biennio in Moto2 da vincente prima del passo in MotoGP nel 2024. Probabilmente a Sepang gli sarebbe piaciuto chiudere i conti dal primo gradino del podio, ma con quel Aldeguer c’era poco da fare… Mancano ancora due GP, ora possiamo dire che Pedro Acosta s’è tolto un peso: è umano, inevitabilmente ha sentito un pizzico di tensione in più del solito. Ora però è tutto finito, vedremo quale effetto farà in Qatar ed a Valencia.

Acosta e KTM Ajo, accoppiata stellare

“Suona molto bene” ha ammesso alla fine della gara più importante della stagione. In Moto3, nel 2021, Pedro Acosta ha destato l’ammirazione del mondo realizzando una stagione pazzesca valsa il titolo. Il vero momento in cui tutti hanno capito il potenziale, appena all’inizio, del giovanissimo pilota di Mazarron. Un anno più difficile però di quello che si sta concludendo. “Nelle ultime gare della stagione ero molto nervoso perché avevo perso parecchi punti” ricorda Acosta. “Ma ero anche un bambino: avevo 16 anni quando ho debuttato, adesso lascerò la squadra che sono vicino ai 20. È una bella storia.”

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La sua avventura mondiale infatti poteva finire ancora prima di iniziare… “Ero in Rookies Cup, il mio primo contratto per il Mondiale è durato una settimana e poi il team è sparito.” Arrivo in seguito l’accordo con Red Bull KTM Ajo: un marchio, KTM, ed uno scopritore di talenti del calibro di Aki Ajo che l’hanno proiettato nella storia. “Non voglio piangere adesso. A Valencia sicuro succederà, perché non voglio lasciare il team, ma fa parte anche questo della storia” ha ammesso Acosta a motogp.com con la voce un po’ rotta dalla commozione. “No, non voglio piangere, oggi è una giornata felice” ha rimarcato.

Passi avanti costanti

Ci si aspettava che mettesse tutti in riga da inizio 2022, invece l’adattamento alla KALEX ha richiesto un po’ più di tempo. “L’anno scorso non capivamo come sistemare questa moto, essendo io piccolo e leggero per la Moto2. Ho anche commesso tanti errori: nei primi 5 round credo di essermi avvicinato alle 20 cadute.” Il lavoro con Aki Ajo l’ha aiutato molto. “Quest’anno abbiamo messo tutti gli errori in una scatola, niente poteva uscire da lì” ha spiegato Pedro Acosta. “È vero che abbiamo commesso qualche errore anche quest’anno, come a Le Mans: mi sono sentito malissimo per la squadra.”

L’errore del GP di Francia ancora non è digerito del tutto, ma ha rappresentato in un certo senso la svolta. I passi avanti ci sono stati in tutti i turni del weekend, raggiungendo una maggiore costanza di rendimento rispetto agli alti e bassi visti nel suo unico anno in Moto3. Certo non tutti i circuiti sono i suoi ‘preferiti’, ma ha imparato anche ad accontentarsi, senza strafare per forza e senza mettersi troppa pressione da solo. “Lo Squalo” ha così colpito nel segno.

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No ai paragoni

Pedro Acosta ha rischiato di polverizzare il record assoluto di precocità in classe minore, rimasto infine nelle mani di Loris Capirossi. Ora è tra i più giovani campioni in classe intermedia, nello specifico è secondo solo ad un certo Dani Pedrosa, iridato 250cc 2004. È invece il più giovane campione del mondo dell’era Moto2, battendo un tale Marc Marquez. Quest’ultimo è stato spesso un metro di paragone… “Io sono Pedro Acosta, non il nuovo Marc Marquez” ha infatti dichiarato il neo campione nella sua conferenza stampa dedicata, schivando ancora una volta i confronti.

“Sono periodi e moto differenti. Di sicuro fa piacere essere già tra certi campioni, ma non è il momento di pensarci. Voglio solo divertirmi e pensare a quello che devo ancora fare.” Nel 2024 lo attende la MotoGP in GASGAS Tech3. Gli altri dovranno già preoccuparsi? “Non credo proprio” è la risposta. “Partiremo da zero, con calma, pensando solo che devo imparare ed i risultati non contano. Sono curioso di vedere come lavora il team e come riusciremo a creare il gruppo per lavorare bene l’anno prossimo.”

Foto: Red Bull KTM Ajo

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