25 Maggio 2022

Moto2 Alessandro Zaccone, il deb più deb: “Il Mondiale è tostissimo”

Alessandro Zaccone neofita della Moto2: "Qui è tutto diverso rispetto a qualsiasi campionato, da fuori ti rendi conto che vanno forte, ma quando ci sei dentro..."

alessandro zaccone, moto2

È uno degli “esordienti più esordienti” della Moto2. Alessandro Zaccone si sta adattando alle tante novità incontrate, dai dettagli tecnici ai circuiti, in queste prime gare mondiali. Non mancano le difficoltà, ma il rookie di Gresini Racing è concentratissimo sul suo processo di apprendistato, sempre a caccia di solidi e costanti passi avanti. A breve affronterà il Mugello da pilota del Motomondiale, un’emozione ancora più grande per un debuttante. Ecco cosa ci ha raccontato a pochi giorni dal GP d’Italia.

Com’è iniziata questa tua prima stagione mondiale?

Qualche volta è andata bene, qualche volta un po’ meno. Diciamo che mi aspettavo fosse un po’ più semplice all’inizio, invece è proprio tosta! Bisogna prendere dei ritmi completamente diversi, la moto è abbastanza difficile, così come le gomme… C’è un po’ da lavorare, oltre a prendere i ritmi del Mondiale che sono nettamente più alti rispetto a qualsiasi altro campionato. Ma ci stiamo adattando, abbiamo fatto qualche bella gara, qualche bella prova, anche se al momento stiamo ancora cercando di mettere insieme i pezzi per capire la nostra strada. Speriamo di andare sempre in crescendo.

C’è qualcosa in particolare che ti sta creando le maggiori difficoltà?

Direi le gomme. Non ci avevo mai corso, nel CEV si utilizzava la gomma vecchia, questa è abbastanza diversa e più complessa. Bisogna capire un po’ come utilizzarla, sarà una chiave importante, al momento però ci sto ancora lavorando.

E per quanto riguarda lo stile di guida?

Questa è una moto che va guidata in maniera molto estrema. Nel senso, è molto rigida, quindi se la si guida dolcemente si fa molta fatica. Dopo un anno solo di MotoE devo un po’ riprendere questa forza. È una moto che va caricata sempre tanto sull’anteriore, un po’ il contrario rispetto alla MotoE, quindi devo riprendere tutti questi automatismi.

C’è qualcosa che ti ha sorpreso in queste prime gare?

Una cosa che mi ha sorpreso è il livello che c’è, dal primo all’ultimo. Da fuori lo noti, ma non come quando sei dentro. Ad esempio a Jerez nelle FP3 ero 19° a mezzo secondo! Sono distacchi risicatissimi, è una cosa molto bella ma tosta, non la credevo così ‘esasperata’.

Alla fine però a Jerez hai ottenuto il tuo miglior risultato finora, a ridosso della top ten.

Non è andata malissimo. Avevamo anche fatto i test ed erano stati positivi. Da dire che aver fatto un po’ di chilometri su quella pista ci ha sicuramente aiutato. Mi dispiace però perché siamo partiti molto indietro, purtroppo non sono riuscito a passare in Q2 in quell’occasione. Se fossimo partiti più avanti… Il ritmo era davvero molto buono, specialmente alla fine, quindi si poteva anche pensare a qualcosa di più. Ma va benissimo così, devo sempre ricordarmi che sono un esordiente che non ha mai fatto il Motomondiale ed è abbastanza scottante al primo impatto. Dobbiamo stare tranquilli, lavorare, poi le cose verranno.

Uno degli “esordienti più esordienti” della Moto2.

Pensavo che aver fatto il CEV Moto2 alla fine fosse un vantaggio, invece è quasi più un vantaggio aver già fatto il Motomondiale, anche se con la Moto3. Hai dei ritmi diversi, dei metodi di lavoro differenti che nei campionati minori non hai. Sono tutte cose che devo apprendere, che mi stanno insegnando, ogni volta è una cosa nuova.

Hai anche scoperto qualche nuovo circuito. Quali sono state le prime impressioni?

Sono tutte piste bellissime, ma anche il fatto di andare fuori dall’Europa, per me è la prima volta. È un impatto diverso, soprattutto per i posti dove vai, le tradizioni, i circuiti, tutta una serie di cose nuove. Certamente molto belle, è stata un’esperienza da subito fantastica! Poi chiaramente affrontare una pista nuova non è facile, soprattutto per un esordiente che deve ancora conoscere bene la moto e quindi fare ancora chilometri. ‘Perdi’ anche del tempo per imparare un tracciato quando quel tempo ti servirebbe per qualche prova sulla moto o qualche progresso. Ma bisogna passarci e devo dire che sono tutte stupende.

Ce n’è una che ti ha colpito più di altre?

Sono tutte particolari a modo loro. Quella del Qatar è una pista enorme, al primo impatto ti fa brutto, come entrare in un Mugello! È una pista stupenda, come anche quelle in Argentina, Indonesia… Molto belle, ma soprattutto i luoghi sono qualcosa di speciale e di diverso da quello a cui siamo abituati in Europa. È proprio il contesto che è molto bello.

Ci saranno poi tanti altri nuovi circuiti. Ce n’è uno in particolare che non vedi l’ora di conoscere?

Sicuramente Phillip Island dev’essere qualcosa di bellissimo. Visto da fuori sembra bello, veloce, anche lì in un contesto particolare con l’Oceano attaccato. Tutti dicono che è una pista da pelo, sono proprio curioso di vederla!

Tra pochi giorni affronti il Mugello da pilota del Mondiale. Emozionato?

Ancora devo realizzare. Il Mugello non lo vedo dal 2014, quando correvo nel Campionato Italiano. Rientrarci dalla porta principale sarà qualcosa di bellissimo! Anche per l’atmosfera, visto che adesso hanno riaperto al pubblico quindi sarà pieno di gente, di tifosi italiani. Una carica in più!

Hai in programma qualcosa di speciale, ad esempio un casco celebrativo?

No, il casco celebrativo per lo tengo per Misano! E spero per allora di essere in una posizione migliore, in modo da farlo vedere! Per ora rischio che non si veda, ce lo teniamo per quando saremo più competitivi! [risata] Scherzi a parte, diciamo che voglio tenerlo per ‘casa mia’, visto che Misano è a 5 km da dove vivo: preferisco farlo lì.

Ti sei prefissato qualche obiettivo?

L’unica cosa che voglio è cercare di lavorare bene. Le gare in cui ho fatto più fatica sono dovute ad un lavoro magari sbagliato, quindi voglio concentrarmi su questo per tutto il weekend, come fatto a Jerez. Non voglio pormi un obiettivo, l’unico è crescere il più possibile ed ogni GP fare sempre più chilometri. Al momento penso solo a questo, un risultato al momento non è così importante. Certo miro alla zona punti, dire che voglio la top ten sarebbe stupido, bisogna essere obiettivi. Lavorare per cercare di prendere punti in ogni gara intanto non è male, poi andremo sempre in crescendo.

Foto: Gresini Racing

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