6 Marzo 2024

Vittoria o fallimento: il 2024 di Marc Marquez visto così

Non ci sono mezze misure: Marc Marquez obbligato a vincere con la Ducati GP23 del team Gresini. Tuttavia, la realtà è un'altra...

Vittoria o fallimento: il 2024 di Marc Marquez visto così

Marc Marquez è talmente un personaggio “Larger than life” ed un fenomeno del motociclismo senza confini da non concedere mezze misure. Pur riconoscendone talento e manetta che lo hanno già proiettato tra i più grandi di tutti i tempi, in base alla “bandierina” di appartenenza lo si ama o non lo si sopporta, per non dire altro. Si giudicano spesso le sue scelte e performance espresse non in virtù di analisi obiettive suffragate da elementi oggettivi, bensì a sensazione, per non dire sentimento. Alla vigilia della stagione 2024, la sua sfida con il team Gresini ed una Ducati dell’anno precedente inevitabilmente rappresenta la principale tematica d’interesse. A motori spenti, senza mezze misure per l’appunto, i più giungendo ad una sentenziosa conclusione: sarà vittoria o fallimento.

IL CONTESTO DELLA SFIDA DI MARC MARQUEZ

Una tesi derivante non soltanto dalle “sensazioni” degli appassionati e dal “sentimento” dei tifosi (pro e contro il 93), ma estesa anche ad addetti ai lavori ed a “chi la sa lunga“. Compresi ex-piloti, il cui glorioso passato non li esclude da un presente dove possono anche sparare bestialità. Valutazioni prive di fondamento indossando sciarpa e bandierone a parte, nel giudicare quel che sarà il 2024 di Marc Marquez spesso si trascura un aspetto determinante: il contesto. Proprio così: quel sacrosanto, benedetto, fottutissimo contesto. Perché una situazione, specie da un anno all’altro, non è sempre la medesima e, tutto sommato, ogni stagione fa storia a sé.

OBBLIGATO A VINCERE

Chiariamoci: legittimo aspettarsi un Marquez competitivo. Ci mancherebbe pure. Occasionalmente qualche exploit l’ha tirato fuori con una Honda RC213V 2023 lungi dal definirsi moto competitiva, figuriamoci con una Ducati DesmosediciGP, seppur dell’anno precedente. Un Marquez sano, motivato e determinato è temibile per chiunque. Dal ben figurare al giocoforza vincere come fosse un atto dovuto, c’è di mezzo non il mare, ma un oceano. Il contesto, ecco. OK: con quella squadra e quello stesso staff tecnico, non più tardi di 5 mesi or sono Fabio Di Giannantonio il Gran Premio del Qatar se l’è portato a casa. Che dire poi di Marco Bezzecchi, terzo nel mondiale 2023 con gare vinte all’attivo in sella ad una Desmosedici dell’anno precedente. “Se loro sono stati in grado di fare questo, Marquez deve vincere!“. Un’equazione che non si confà al motociclismo, ma in senso assoluto in tutti gli sport motoristici.

LE PROBLEMATICHE DI MARC MARQUEZ

Spesso si punta il dito nei confronti di Dorna anche in termini comunicazionali, ma alle volte qualche contenuto interessante lo tira fuori. In occasione dei Test di Sepang, con una telecamerina “spiarono” un dialogo tra lo stesso Marquez e Bagnaia. “Ti ho visto guidare ancora come fossi in sella ad una Honda“, l’opinione di Pecco. Marc annuì a questa osservazione, ribadita da lui stesso a più riprese nelle dichiarazioni degli ultimi mesi. Deve dimenticarsi in tutto e per tutto la RCV al fine di sprigionare il meglio che la D16 possa offrire. Un processo lungo persino per uno come lui. Certo: la Ducati GP23 sarà se non la migliore (abbozziamo lo sia la GP24), quantomeno la seconda miglior MotoGP del lotto. Ma anche soltanto le problematiche incontrate da chi è passato da una GP22 ad una GP23 testimoniano come non sia propriamente banalotto il processo di adattamento.

TEST INVERNALI

Lo si è potuto evincere dal rendiconto prestazionale dei suoi test invernali, quasi da montagne russe. Sorrisone a Valencia (senza poter parlare ai media), maluccio a Sepang (“Ci sono almeno 5 o 6 piloti più veloci di me“), decisamente meglio in Qatar dove ha trovato un po’ la quadra. L’analisi dei tempi espressi riflette appieno le parole dell’8 volte Campione del Mondo. Crono alla mano, in Malesia in parecchi sono andati più forte di lui in termini di time attack e, aspetto ben più importante, sul ritmo-gara. A Lusail meglio, per quanto non si può dire “carta canta“: per un problema al transponder, i tempi del suo long-run (in presa diretta, oggettivamente buono) non sono stati riportati “sul PDF“. Non si spiega altresì come si sia parlato di pre-tattica di Marquez o, anche qui, con valutazioni divisive: dall’ottimistica esaltazione già in quel di Sepang (inspiegabile), ad un pessimismo che ha indotto qualcuno persino a recitare il de profundis (anche qui, altrettanto inspiegabile).

MEZZE MISURE

Ecco: con Marc Marquez, le mezze misure non esistono. Fermi nelle proprie convinzioni, senza scendere a compromessi. La sua GP23 si ferma 6 volte (obiettivamente, tante) per problemi tecnici? Ducati sta iniziando a sabotarlo (ha molto senso nei test invernali, eggià)! Marquez sta davanti a chi dispone di una GP24? Che scarsoni, usurpatori di vittorie e di moto competitive, manigoldi! Eccessi che non giovano al godimento nell’assistere ad uno sport meraviglioso e alla fruizione di una sfida e di una storia, quella di Marc Marquez con il team (privato) Gresini Racing, da raccontare. Trovando altre tonalità al bianco o al nero ed un punto di incontro nelle valutazioni. Magari una mezza misura, ecco.

Foto Red Bull Content Pool

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