Toprak all’assalto, il pericolo “fuoco amico” per Jonathan Rea
Al giovane turco di Puccetti Racing, otto podi negli ultimi sei round manca solo la vittoria. Rischio "fuoco amico" per la Kawasaki
Toprak Razgatlioglu in pista è una tempesta, fuori è un timidone di 22 anni che sembra piovuto per caso in mezzo al branco di lupi della Superbike. Parla sottovoce, in un inglese molto basic, gli occhi bassi. Ma negli ultimi sei round è finito in otto occasioni sul podio, arrivando un paio di volte a far tremare l’impero di Jonathan Rea. Prima della 8 Ore di Suzuka Toprak ha mostrato un certo timore reverenziale, evitando attacchi sconsiderati al pilota di punta della Kawasaki. In particolare a Misano la sua condotta di gara passò per accondiscendente. “Stanno partendo per andare a fare i test a Suzuka, immaginate se Toprak si presentasse davanti allo stato maggiore Kawasaki dopo aver combinato un casino all’ultimo giro” spiegò bene la situazione Manuel Puccetti, proprietario dell’omonimo team satellite e mentore di Toprak fin dai tempi dell’europeo stock 600.
LA PANCHINA COME PRETESTO
Alla 8 Ore sappiamo tutti com’è andata. Toprak è stato lasciato in panchina tutto il tempo, e portarlo sul gradino più alto del podio alla fine, insieme a Jonathan Rea e Leon Haslam artefici del trionfo, non è stata una consolazione per il turco. Anzi ha avuto sapore di beffa. Kawasaki, ovviamente, ha scelto di non farlo girare per precise motivazioni tecniche, legate al consumo di carburante e gestione gomme. La guida super aggressiva di Toprak Razgatlioglu è stata ritenuta non conforme alla strategica di gara. Ma vallo a spiegare a lui, o meglio al suo manager Kenan Sofuoglu. La decisione di servirlo sul piatto d’argento alla Yamaha ha ben altre motivazioni, legate al marketing e a vari affari che l’ex iridato e adesso senatore turco gestirà per conto della marca di Iwata. Ma come pretesto la “panchina” di Suzuka ha funzionato benissimo.
SENZA REMORE
Fatto è che adesso Toprak e il suo entourage l’hanno giurata alla Kawasaki. Fino al termine di questo Mondiale l’astro nascente turco sarà il nemico in casa, e battere Jonathan Rea adesso varrebbe il doppio. “Magny Cours mi piace” assicura. “Alcune staccate decise e la variante prima del traguardo sono molto impegnative, ma mi divertono e spesso riesco a guadagnare qualcosa sui miei avversari. Vengo da un trend di risultati molto positivo, ma mi manca quella vittoria che dall’inizio dell’anno rappresenta il mio obiettivo principale. Spero di trovare subito il set up giusto per dare il massimo ed ottenere i migliori risultati possibili”. La caccia a Jonathan Rea è cominciata.
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