26 Febbraio 2023

Superbike: Danilo Petrucci partenza in salita, ci sarà margine per avanzare?

Danilo Petrucci il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? L'operazione Superbike nasconde parecchie insidie

Danilo Petrucci, Superbike

Solo chi conosce poco la Superbike poteva immaginare che per Danilo Petrucci sarebbe stato un debutto in discesa. Il primo week end dell’ex MotoGP va in archivio con tre piazzamenti ai margini della top ten: sul bagnato, in gara 1, ha fatto ottavo incassando 31 secondi di ritardo. In gara 2, in condizioni meteo ideali, è finito nono a 18 secondi. Nella corsa sprint undicesimo, a 13 secondi dal vincitutto Alvaro Bautista. Danilo è andato bene o male?

Fase di rodaggio

Petrucci si è trovato a dover far fronte ad una serie di fattori sconosciuti. Per esempio non aveva mai guidato la Ducati Panigale V4 R con le Pirelli sul bagnato, ragione per cui non è riuscito a sfruttare la sua arcinota attitudine alla pioggia. Correva per la prima volta la Superpole Race, che contando appena dieci giri è una specie di rischiatutto dove nessuno cede un millimetro. “Ho pagato il fatto di non avere esperienza sulle gare corte, ho preso qualche sportellata in partenza e ho fatto un primo giro pessimo” ha commentato Petrux. “In una gara di soli 10 giri non puoi permettertelo, devo ancora prendere le misure.” Certo, l’esperienza conta. Ma, conoscendo la sua determinazione, se fosse stato a posto ci avrebbe pensato lui. Viene dalla MotoGP, dove il primo giro è sempre fuoco e fiamme. Il giorno prima, sul bagnato, all’ultimo giro non aveva usato mezzi termini per provare a sbarazzarsi di Xavi Vierge. Il problema è tecnico, non agonistico.

Il divario non scende

Nella gara 2, l’unica veramente indicativa del week end, Petrucci ha portato a casa punti preziosi ma quello che interessa, in questa fase, è il divario con il riferimento là davanti, cioè Alvarito. Sui 22 giri il distacco è stato 18 secondi, un pò meno di un secondo a tornata. E’, più o meno, il ritardo che Petrucci ha accusato nei test precampionato e anche nelle sessioni di qualifica del round d’apertura. “Non ho fiducia nell’anteriore e il vento che spirava domenica ha peggiorato la situazione” ha spiegato Danilo. “Non sono a posto con il setup, perdevo nei curvoni veloci e pagavo qualche decimo a giro.” Il nuovo arrivato è stato messo dietro anche da due piloti indipendenti Ducati, Bassani e Oettl, che hanno potenziale tecnico identico al suo ma una maggiore esperienza. Il primo obiettivo è proprio questo: essere il migliore dei ducatisti non ufficiali.

Quanto margine c’è?

Petrucci è un gran pilota, ma bisogna essere realisti: nella Superbike il divario tecnico fra un team ufficiale e una struttura satellite, seppure di alto livello come Barni Racing, è abissale. La Ducati è più o meno la stessa, parlando di componenti. Ma Bautista e Rinaldi hanno alle spalle il miglior reparto corse motociclistico del mondo di questi ultimi anni. Il data base è immenso: dati di set up, calibrazioni elettroniche, archivio. Tutto è studuato al millesimo per sfruttare il potenziale di motore, ciclistica e soprattutto le gomme. In Superbike, anche se pochi ne parlano, sono un fattore decisivo: le Pirelli sono velocissime ma trattandosi di coperture “commerciali”, cioè disponibili anche sul mercato, andare fuori strada nella gestione è un attimo.

L’orizzonte

Il debutto è stato quello che era da immaginarsi, cioè una sorta di limbo, praticamente un rodaggio. “L’obiettivo è stare più avanti, ci manca ancora qualcosa, ma non siamo così lontani” è la speranza di Petrucci. “Abbiamo lavorato bene e posso essere contento dei progressi che abbiamo fatto insieme alla squadra”. Già, la strada intrapresa è incoraggiante, ma la domanda che resta sospesa è: Danilo avrà il potenziale tecnico, inteso come complessiva gestione del veicolo, per aspirare a guardare dritto negli occhi un Alvaro Bautista così ispirato?

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Foto: Barni Racing

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