26 Febbraio 2019

Eugene Laverty, l’altra Ducati che non vola: “Ma io ho molta fiducia”

Eugene Laverty non ha ancora in mano la Ducati V4R ma era comprensibile: il progetto Go Eleven è partito tardissimo. Vedremo fra 3-4 round...

Eugene Laverty

Eugene Laverty è un pilota di talento che potrebbe dire la sua in questa bollente Superbike 2019. Guida la stessa Ducati V4R che ha firmato il clamoroso “triplete” con Alvaro Bautista, ma lui è rimasto al palo: 12° in gara 1, poi due noni nella Superpole Race e in gara 2. Con distacchi pesanti dallo spagnolo: circa 30 secondi nelle corse lunghe, 12 secondi nella sprint. Laverty si è trovato più o meno nella stessa situazione di Chaz Davies, l’altro ufficiale, e di Michael Rinaldi, ducatista appoggiato al team Barni.

I precedenti

Laverty a Phillip Island ha vinto due volte: nel 2013 con Aprilia e due anni dopo con la Suzuki, che in quella stagione non si rivelò un fulmine di guerra. E’ quindi un talento che, con la moto a posto, può dire la sua. Ma stavolta era impossibile pretendere di più: dopo aver rischiato di restare a piedi, è stato ripescato da Go Eleven a dicembre e dal punto di vista tecnico tutta l’operazione è stata messa insieme in poche settimane. La scelta della squadra piemontese di adottare le sospensioni Bitubo ha ulteriormente rallentato lo sviluppo, perchè Ducati ufficiale usa le Ohlins e i dati di messa a punto diventano scarsamente condivisibili. Curiosità: anche 2018 a Phillip Island, con  l’Aprilia,  l’irlandese si era trovato a navigare lontano dal top. Poi è riuscito a centrare due volte il podio.

“Arriveremo là davanti”

Sono molto contento del progresso che abbiamo fatto questo weekend” ha commentato il viceiridato 2013. “Terminare comunque nella top 10 significa aver fatto un bel salto in avanti rispetto ai test, anche quelli in Australia. Abbiamo portato a casa con tre solidi risultati e sono fiducioso che questo sia solo l’inizio. Sono convinto che potremo che fra qualche round riusciremo anche a noi a sfruttare il potenziale della V4R, che è altissimo.”

La speranza di Go Eleven

Nella FP3 Eugene ha fatto 1’30”4, un tempo di altissimo livello (un decimo meglio del record in gara di Bautista, ndr), per cui ha già fatto vedere di cosa è capace con la nostra moto” spiega Denis Sacchetti, direttore sportivo del team cuneese. “Portiamo a casa tre risultati discreti, ma certo non possiamo essere soddisfatti a pieno perché il potenziale della moto e del pilota sono altissimi. La riteniamo è una buona e solida base di partenza. Ci serve un pò di tempo ma presto arriveremo li davanti, me lo sento…ce lo sentiamo tutti.”

Foto: Diego De Col

 

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2 commenti

  1. l.zecchin_417 ha detto:

    Sono rimasto molto piu’ impressionato dalle prestazione di Bautista in positivo che dagli altri piloti in negativo…
    moto nuova da sviluppare nessu dato telemetrico dell’anno prima da confrontare nessun setting sospensioni si parte da 0 non sapevano neanche che rapporti utilizzare al cambio tra l’altro 3 configurazioni differenti di sospensioni quindi dati non condivisibili
    pareva impossibile essere competitivi subito è stato il pilota a fare la differenza non la moto se pur la migliore del lotto con due test e tanto lavoro riuscito a colmare un gap enorme KRT e Rea lavorano assieme da 5 anni e possiedono una banca dati infinita e un’evoluzione costante per migliore la piattaforma senza considerare che KRT non corre in MotoGP quindi investe risorse e tecnici senza limitazione