29 Luglio 2023

Io, Giulia, in pista a Imola: che libidine il test con Pirelli Supercorsa SC3

La nostra tester nella fornace di Imola ha messo alla frusta le gomme montate su ipersportive top. C'è sempre una prima volta...

Giulia Bassani, Pirelli

Ci eravamo lasciati al Pirelli Track Day effettuato all’indomani del round Superbike a Misano con la speranza di testare le gomme Pirelli in una condizione migliore. In quella occasione il meteo ci aveva creato più di un grattacapo. Ho sperato per settimane che tornasse un bel sole, e il mio desiderio è stato esaudito. Fin troppo, oserei dire… Ricordate il round Mondiale Superbike a Imola? Vi saranno rimaste bene impresse le immagini dei piloti che combattevano quasi di più con il caldo che contro i loro avversari. Il giorno dopo è toccato a me, e vi posso assicurarvi che non c’era nulla di teatrale nelle loro smorfie. Con 38 gradi correre in moto non è facile.

Imola: leggenda e libidine

Tutto questo caldo, però, è stato sopportabile quando si cominciato ad accostare la parola “moto” al tracciato di Imola. Girare in questo posto leggendario è una libidine assoluta. Ancor di più poche ore dopo Toprak, Bautista, Bassani (non siamo parenti :-)) e tutto il resto della compagnia.  A Misano avevo avuto il piacere di mettere alla frusta in pista le Pirelli Diablo Supercorsa V4 SP, gomme da strada ultra performanti che si adattavano in modo egregio anche all’uso competitivo, fra i cordoli.  Questa volta, invece, sono state testate le nuove Pirelli Diablo Supercorsa SC3 intagliate. Nota tecnica: le Pirelli Diablo Supercorsa V4 SP presentano, sui lati,  la stessa mescola SC3 degli pneumatici utilizzati in questo test. 

L’asfalto bollente, adrenalina a mille

La presa di contatto è avvenuta, come dicevo, in una giornata fra le più calde dell’anno. Cioè in condizioni davvero estreme: alle 16 del pomeriggio sono scesa in pista con l’asfalto a 65 °C! Ho girato con tre moto differenti: Yamaha R6 GYTR, Aprilia RS 660 Extrema e ciliegina sulla torta Ducati Panigale V2. E’ stata  la mia prima volta sul tracciato di Imola, che come tutti sanno è uno dei tracciati più difficili. Lì dentro ti trovi ad affrontare molti sali e scendi, punti ciechi e le vie di fuga sono un pò old style, cioè ridotte al minimo. Tutto questo lo rende anche il circuito più emozionante. Una volta presa confidenza, rimane spazio solo al divertimento.

Yamaha R6 GYTR

R6 è una sigla che non ha bisogno di presentazioni. La media Yamaha è una delle ipersportive più longeve. La configurazione GYTR le ha dato un meraviglioso tocco in più. Versatile, con un’impostazione molto racing, si adatta molto al layout del tracciato di Imola. Sfruttabile specialmente nelle varianti, dove è richiesta molta agilità nell’effettuare il cambio di direzione.  Ho scelto proprio lei per muovere i miei primi passi, meglio i primi giri, sul tracciato imolese. 
Quando si scende dalla variante Gresini (la ex Variante Alta) e mi lancio a  tutta velocità verso la Rivazza è giusto fare affidamento ai propri pneumatici (oltre ai freni). Devo dire che la R6 è già molto caricata sull’avantreno e in quei momenti si sente davvero la pendenza del tracciato, ma con in dotazione le Pirelli SC3 la moto anche in quel punto così impegnativo non si è mossa. Durante il turno la temperatura dell’asfalto e dell’aria erano ancora sopportabili. La Yamaha R6 è sempre un’evergreen, che grazie al pacchetto GYTR la rende sempre la 600 da battere.

Ducati Panigale V2

Non è semplice descrivere l’emozione di poter correre tra le curve di Imola in moto, ma farlo con una Ducati rende l’esperienza indimenticabile. Seppur non si tratti della sorella maggiore V4s, la Panigale V2 non manca di certo di potenza. Per essere un mille da 155 cv è una moto agile e la posizione in sella è ergonomica. Ci si trova facilmente a proprio agio, tanto che infonde sicurezza anche quando si tratta di aprire il gas. A quel punto capisci benissimo che…stai guidando una milla! . Il motore bicilindrico di Ducati non ha bisogno di presentazioni. Il test della Panigale V2 è avvenuto durante il turno più caldo.  Le condizioni della pista erano cambiate rispetto alla sessione che avevo svolto con la Yamaha R6. L’aria era diventata davvero infuocata e il motore ha raggiunto in fretta la soglia dei 100 gradi.

Come mi sono trovata

Gli aspetti sorprendenti di questa moto sono: la compattezza (nonostante si tratti di un mille) e la risposta mai aggressiva del motore. Riesce sempre a infonderti fiducia e così puoi  spingere sempre più ad ogni giro, l’elettronica è presente ma mai invadente. Il grip offerto dalle Pirelli permette di sfruttare al massimo questa piccola ma agilissima mille. È il connubio perfetto tra motore, ciclistica ed elettronica.  Date le alte temperature prima della curva Rivazza ho avvertito un leggero scivolamento delle Pirelli SC3, nulla che potesse preoccupare. Come accennato precedentemente, la temperatura dell’asfalto era davvero elevatissima ed è normale che si sia verificato qualche movimento.

Aprilia RS 660 Extrema

Ho voluto concludere in bellezza il test riprendendo in mano la piccola che sta dando tante soddisfazioni a Noale.  Sono stata molto felice di provarla una seconda volta perché mi ha fatto apprezzare maggiormente le sue qualità. In una pista come quella di Imola qualsiasi motociclista può divertirsi con questa moto senza troppe preoccupazioni. Meritatamente è la sportiva più venduta in Europa. Il motore bicilindrico è gentile nella sua erogazione, il peso leggero e la sua ergonomia permettono una guida agevole, incredibile pensare che pesi solo 166 kg. La confidenza è davvero tanta e la posizione che risulta bilanciata nella parte centrale risulta valida anche in pista, nonostante in rettilineo si percepisca il serbatoio quando ci si mette dietro al cupolino. 

Aderenza senza sconti

Questa moto è un gioiellino e può essere davvero usata da tutti. Non ti offre una reattività al pari della Panigale V2 e  della Yamaha R6 ma la sua agilità e velocità di percorrenza in curva permette di recuperare l’eventuale gap.  Le Pirelli SC3 di cui era dotata l’Aprilia RS 660 mi hanno garantito un grip senza mai nessuna perdita di aderenza, a partire dalla frenata fino a poi passare per l’inserimento in curva e concludere con l’uscita. Con un’aderenza e una stabilità di questo genere,  l’elettronica non è dovuta mai intervenire.

E per finire…

Le gomme Pirelli Diablo Supercorsa SC3 sono davvero degli pneumatici che si riescono ad adattare anche a temperature  estreme sull’asfalto della pista.  Contando che si tratta della mescola più dura tra quelle che Pirelli mette a disposizione per l’uso  in pista (ricordiamo le SC2, SC1, SC0, SCX e SCQ) posso dire che mi hanno sempre garantito un’aderenza superlativa. Aumentando i cavalli (come nel caso della prova con la Panigale V2) la mescola tende ad essere sottoposta ad un maggiore stress e qualche movimento si sente, il tutto però rientra nella normalità di chi è abituato a vivere la propria passione tra i cordoli. Non mi aspettavo che la gomma si consumasse in modo così uniforme, come neppure che avrebbe permesso di mantenere sempre la massima confidenza con tutte e tre le moto, ognuna con caratteristiche e cavallerie completamente diverse tra loro.

Ci tengo profondamente a ringraziare tutto il personale, tecnici Pirelli e meccanici che hanno permesso di trovare moto impeccabili e hanno lavorato in una giornata davvero infernale, che per tutti è stata piena di emozioni. Figuratevi per me! Sono tornata a casa con un pensiero pressante in testa: quando sarà la prossima volta?

  • 7
  • Immagini

    Lascia un commento