15 Dicembre 2023

Doriano Vietti “Bene portare piloti al CIV, ma senza imposizioni”

Doriano Vietti estromesso dal National Trophy per via del regolamento "Partecipare al CIV Superbike, lo sappiamo, è costosissimo"

Doriano Vietti CIV National Trophy

Doriano Vietti nel National Trophy 1000 si trovava particolarmente bene. Era stato autore di un 2023 molto positivo e tutto in progressione. Era salito tre volte sul podio, se l’era giocata con due campioni del mondo quali Christian Gamarino e Niccolò Canepa e con leader della categoria Gabriele Giannini. Aveva terminato poi il campionato al quarto posto finale ed in cuor suo ambiva al titolo 2024. Speranze vane, anche lui non potrà gareggiare per via del regolamento che estromette gli under 30 scesi sotto il crono di 1’37 a Misano (leggi qui).

“Sono molto contento di com’è andata la stagione di quest’anno – commenta Doriano Vietti a Corsedimoto – io e il team RR siamo andati molto forte. Certo, avevamo un gran bel pacchetto tecnico ma ci siamo confrontati con piloti più esperti di me e con moto di livello mondiale. Mi scoccia che uno s’impegna per cercare di andare forte, fa sacrifici a livello di tempo e soprattutto economici e alla fine dell’anno tutto lo sforzo non viene minimamente ripagato: non c’è l’interesse da parte di nessuno. In più uno si vede tagliato fuori da un campionato che avrebbe potuto rifare, sempre per divertirsi, restando ad un livello alto e con dei costi mediamente contenuti. Mi trovo estromesso solo perché sono andato forte”.

Il nuovo regolamento impedisce ai piloti di scegliere

“Io capisco benissimo la Federazione che vuole avere più piloti nel CIV Superbike e ci sta ma per raggiungere questo obbiettivo bisogna incentivare le persone a farlo non impedire di fare altro. Partecipare al CIV Superbike, lo sappiamo, è costosissimo. Non do la colpa a nessuno ma qua in Italia, a parte che il calcio non c’è interesse ad investire nello sport. I piloti sono lasciati a se stessi: se hanno un grosso portafoglio continuano a correre, se non l’hanno stanno a casa e guardano gli altri che magari vanno anche più piano ma continuano. Se il campionato poi va bene o male non importa a nessuno: i piloti super paganti una sella per l’anno successivo la trovano ugualmente e i team se incassano molto bene non fatto troppo caso ai risultati”.

Al CIV Superbike al top altrimenti ci si brucia

“Quest’anno io sono obbligato ad andare a fare il CIV Superbike che ci sta, è un bellissimo campionato non è che uno non lo voglia fare, ma dovrebbe esserci un aiuto. Il livello è altissimo e se uno ci va al risparmio fa una figuraccia. O si va con una moto competitiva, cambiando le gomme necessarie, facendo test o ci s’iscrive giusto per fare presenza ma ci si brucia. Questa cosa mi fa girare le scatole. Io non voglio puntare il dito contro nessuno ma in Italia non c’è nessun tipo di meritocrazia in generale e nel nostro sport men che meno: non esiste proprio. Capisco le esigenze di tutti però ci potrebbe essere un modo per invogliare la gente a correre perché se andiamo avanti così ci saranno sempre meno piloti che corrono in Italia: la gente si sta stancando”.

Foto Salvatore Annarumma

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