31 Ottobre 2022

Guido Pini talento emergente “Ho battuto gli spagnoli a casa loro!”

Guido Pini, toscano di 14 anni, sbanca la European Talent Cup. "Mamma mi diceva bene comunque vada, ma io preferisco vincere"

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Il primo italiano capace di vincere la European Talent Cup. Guido Pini, 14enne di Borgo San Lorenzo, è stato il primo in grado di spezzare il dominio spagnolo (includendo anche David Alonso, colombiano nato in Spagna). Il coronamento di una stagione in forte crescita, conclusa con una battaglia serrata nella gara unica a Valencia: il 2° posto, proprio davanti al rivale Joel Esteban, ha dato il via alla grande festa. Con tanto di pino piantato in una delle vie di fuga del Ricardo Tormo. Un’annata stellare per il pilota toscano di AC Racing Team, che nel mentre s’è anche conquistato l’accesso alla Red Bull Rookies Cup per il 2023. Ora ci sarà un breve periodo di festa e di riposo, ma non troppo: ci sono altri traguardi da raggiungere. Ecco cosa ci ha raccontato Guido Pini (simpaticamente anche “I drive pines”) dopo il suo straordinario trionfo a Valencia.

Il giorno dopo il titolo ETC. Ti sei reso conto di cos’hai fatto?

Diciamo di sì, anche se non riesco mai a tirare fuori le emozioni che ho. Gli altri ci riescono, io invece non sono mai troppo felice.

Raccontaci questo weekend per te stellare.

Non è partito benissimo: sono caduto subito nelle prime prove libere ma non è successo niente, mi sono solo un po’ bruciacchiato il ginocchio. Ci ho messo un po’ di tempo però per ritrovare il feeling. Venerdì invece abbiamo avuto qualche problema alla moto: prima non funzionava il transponder, poi c’è stato un problema alla frizione e ho praticamente perso tutto il turno. Nella seconda sessione invece è andata meglio, è stata quella che ci ha permesso di andare veramente forte.

Sabato poi è andata bene in qualifica.

Nelle prime qualifiche ero primo, nell’altro gruppo solo uno ha fatto meglio di me, quindi eravamo secondi. Nelle qualifiche due ho fatto terzo, ma solo uno dei due davanti a me ha battuto il mio tempo delle prime qualifiche, anche se poi è stato penalizzato per aver fatto troppi settori lenti. È partito ultimo, io invece sono riuscito a partire in seconda posizione.

Un ottimo piazzamento per domenica.

Abbiamo iniziato col warm up, che serve sempre per controllare se la moto va bene, oltre che per scaldarci un po’. In gara poi io ero secondo, il mio avversario principale invece era 5°: per tutta la corsa ho sempre cercato di tenerlo dietro, così avrei vinto il campionato. Se mi fosse arrivato davanti invece… Fosse stato oltre la 4^ posizione, gli bastava arrivarmi davanti per vincere, invece più avanti doveva esserci uno in mezzo a noi per permettergli di vincere. Ma è rischioso stargli dietro, quindi ogni volta che mi superava cercavo di tornargli subito davanti. All’ultimo giro sono riuscito a passarlo in curva 1, lui è andato un po’ lungo e poi io ho chiuso tutte le porte in tutte le curve. Sono arrivato così secondo e ho vinto il campionato.

Durante la gara hai pensato al titolo? Ti ha un po’ influenzato?

Non fossi stato in lotta per il campionato, avrei sicuramente provato a vincere la gara. Diciamo che questo fatto del campionato mi ha un po’ condizionato. Meglio vincere un campionato che una gara, quindi anche all’ultimo giro, all’ultima curva, ci avrei sicuramente provato. Ma non l’ho fatto, alla fine non mi serviva per il campionato. Ha cambiato un po’ le sorti della gara, ma non tantissimo: il mio obiettivo era arrivare davanti a lui e almeno sul podio, dove volevo festeggiare quest’ultima gara.

Tagli il traguardo da campione: qual è stato il primo pensiero?

Il traguardo è molto vicino all’uscita della curva, quindi è difficile che quello dietro riesca a passarti. Mi dicevo “Dai, siamo campioni! Siamo campioni! Siamo campioni!” Poi al traguardo ho visto il team festeggiare… Lì non ho pensato a niente, solo poco prima mi ero detto che ce l’avevamo fatta.

Sei il primo italiano che riesce a vincere la European Talent Cup. Che effetto fa?

Il miglior italiano aveva fatto 5° [Matteo Bertelle nel 2018, ndr]. Li abbiamo battuti a casa loro! È quello per cui abbiamo lavorato per tutto l’anno, anche se penso che l’obiettivo principale non fosse il campionato. Arrivavamo da una stagione abbastanza difficile, con pochi punti: ad inizio campionato avevo fatto zero punti, al primo round quasi non mi qualifico per la gara. Riuscire a vincere l’anno dopo… È stata davvero una bella crescita, sono i frutti del nostro lavoro.

Nel corso dell’anno c’è stato un momento in particolare in cui hai pensato che potevi davvero vincere il titolo?

A Jerez avevamo una grande occasione per recuperare tanti punti su Joel, visto che non c’era [operato per appendicite, ndr]. Non siamo però riusciti a sfruttarla: in quel momento pensavamo di passare primi in campionato, invece siamo usciti da quel round in 3^ posizione. Non è stato un buon momento, ma dopo siamo andati a Portimao e siamo tornati un po’ su, anche se non sul podio. Sempre però dietro a Joel, il pilota che non avevamo mai messo dietro in nessuna gara, quindi sembrava davvero difficile da battere. Poi c’è stato Aragon, un round perfetto: già nelle prove andavo fortissimo, nelle due gare ho fatto 1° e 2°, mentre Joel è rimasto un po’ più indietro. Ero dietro di 15 punti, sono uscito con 3 davanti. Da lì abbiamo pensato che ce la potevamo fare!

Quindi solo a fine anno.

Sì, alla fine del penultimo round. Gara 1 l’ho vinta e mi ero riportato ad un punto da Joel. Anche il team mi diceva di stare tranquillo, che poteva succedere di tutto. Già fino ad Aragon era stata una stagione bellissima, quindi in Gara 2 dovevo solo pensare a divertirmi e portare a casa il massimo possibile. Io ho provato a stare davanti a Joel, ce l’ho fatta e ho mancato per poco la vittoria. Quei 5 punti in più che ci avrebbero portato a Valencia con un vantaggio maggiore, quindi con più possibilità di vincere. Ma alla fine abbiamo vinto lo stesso!

Una bella battaglia di gruppo a Valencia, non eri solo contro Esteban.

Gli altri chiaramente facevano la loro gara, io e Joel ci stavamo giocando il campionato. C’era comunque sempre qualcuno provava a mettersi in mezzo anche se poi non aveva il passo… In mezzo al gruppo c’era qualcuno che si trovava lì per la prima volta, era un po’ pazzo! Ma alla fine la mia gara era su Joel, pensavo solo ad arrivargli davanti.

Avete fatto già un po’ di festa?

Non tanto: ho fatto tantissime interviste, poi alle cinque siamo andati a Barcellona. Alla fine abbiamo solo fatto una cena, poi stamattina presto siamo partiti per tornare in Italia. Ma il 19 novembre all’Autodromo del Mugello ci sarà una conferenza stampa ed allora festeggeremo un po’.

Prima di questo gran finale, ti eri conquistato l’accesso alla Rookies Cup 2023.

Era un programma di tre giorni, ci hanno divisi in due gruppi. Era una moto simile a quelle con cui corro in Talent Cup, ma con gomme stradali, quindi con molto meno grip. Così si vedeva chi ne aveva di più. Io mi sono trovato subito piuttosto bene: il primo giorno l’abbiamo passato abbastanza facilmente, ero stato uno dei più veloci. Nel secondo giorno abbiamo guardato quelli del secondo gruppo, nel terzo invece ha iniziato a piovere al mattino: eravamo pronti ad entrare, invece hanno voluto aspettare che si asciugasse la pista. Penso non avessero neanche le gomme da bagnato… Abbiamo aspettato, poi sono entrato. Nella giornata abbiamo fatto due turni e sono andati tutt’e due abbastanza bene, così mi sono classificato.

L’unico italiano che ci è riuscito quest’anno.

Eravamo sette italiani, hanno preso solo me. C’erano anche 14 spagnoli e ne hanno presi due, poi ne sono passati da altre parti del mondo. Sarà bello poi essere nel paddock del Mondiale: l’ho sempre sognato, è una bella emozione.

Visto che li vedrai più da vicino, chi osserverai di più tra i piloti del Mondiale?

Quelli che sono in MotoGP vanno tutti fortissimo! Bisogna cercare di prendere qualcosa da tutti. Se sei arrivato là è perché sei forte, qualcuno magari va meglio su una cosa ed altri su qualcos’altro. Sarà bello guardare tutti da vicino, come vanno, e cercare di prendere più segreti possibili.

C’è stato qualcosa in particolare che ti ha portato alla grande crescita vista in questo 2022?

Io sono cresciuto tanto da quando io ed il mio allenatore, Nico Ferreira, ci siamo conosciuti. Da quel momento ho cominciato a fare i primi punti in campionato, poi per buona parte dello scorso inverno siamo stati a Malaga ad allenarci. Siamo arrivati al primo test molto più veloci e preparati, infatti alla prima gara sono salito subito sul podio! Passare da 10° a 3° in un solo inverno… Poi ha aiutato anche la gara ad Aragon: va bene fare podi, ma mancava la vittoria e quando è arrivata ci siamo sbloccati.

Sono arrivati tanti messaggi di complimenti dopo il titolo?

Ho un gruppo Whatsapp con i miei amici, credo solo lì ne siano arrivati più di 200. Poi ne sono arrivati tantissimi anche su Instagram… Il telefono quasi esplodeva! Non sono ancora riuscito a leggerli tutti, ma sono a buon punto.

Il tuo numero, il 93, alla fine lo tieni o lo cambi?

In Rookies Cup è già occupato, quindi non posso tenerlo. Abbiamo deciso di optare per il 94, che alla fine torna: il 93 + 1, il campionato vinto, fa 94. Inizialmente pensavo al 19, poi però abbiamo cambiato idea: nel Mondiale c’è già, così come in Moto3 nel CEV, quindi dovrei ricambiarlo subito e non ha senso. Il 94 invece non ce l’ha praticamente nessuno. In Talent Cup però non so se tenere il 93 o andare sul 94 anche là.

Niente numero 1?

[risata] Ci abbiamo pensato! Ma mi sembra un po’ troppo… In un campionato mondiale però mi piacerebbe metterlo!

Che voto ti dai per questa stagione?

Un 10 no, abbiamo vinto poche gare. Credo che 9 sia il voto giusto: abbiamo fatto una stagione sempre a punti, con un 10° posto come peggior risultato. Anche se a metà campionato abbiamo un po’ sofferto e raccolto poco, nessun podio fino ad Aragon. Non c’era Joel e avremmo dovuto fare più punti, invece è stato il momento in cui ne abbiamo raccolti meno.

Cosa non ha funzionato in quel momento?

Dopo Valencia c’è stato il round a Barcellona, in un circuito con un rettilineo molto lungo: io sono abbastanza alto e ho sofferto in velocità. A Jerez invece non sappiamo bene cos’è successo: ero 2° in griglia, ma le gare sono state disastrose, in Gara 1 anzi fuori dal primo gruppo. Forse siamo arrivati troppo fiduciosi, sicuri che senza Joel potevamo vincere tutte le gare e guadagnare tantissimi punti in campionato. Invece siamo usciti terzi… Poi siamo risaliti a Portimao, vicinissimi al podio. Lì ci è mancato riuscire a stare davanti a Joel, andavamo bene ma lui era sempre davanti. Fino ad Aragon, quando sono andato fortissimo.

C’è stata qualche scommessa in caso di determinati risultati?

Sì, con un membro del team. Se arrivavo nei primi 3 mi doveva regalare un telefono, penso l’iPhone 14. In teoria me lo dovrebbe dare all’EICMA. L’abbiamo deciso un po’ dopo l’inizio del campionato, poi ad Aragon eravamo già sicuri nei primi 2, quindi ho cominciato a chiedergli quando me lo dava. Non ho pensato a “Se vinco il campionato” perché non volevo perdere il premio! Poi era veramente difficile vincere, quindi abbiamo pensato solo ai primi 3, era più facile.

A chi dedichi questo titolo?

A tutto il team, che ha lavorato in maniera incredibile durante tutta la stagione. I miei meccanici, che hanno impiegato l’estate per trovare quei cavalli in più per permettermi di andare più forte possibile. Mi hanno fatto crescere tantissimo, senza di loro non ce l’avrei fatta. Poi ci sarebbero tanti altri, come la mia famiglia, però loro hanno lavorato davvero tanto. È solo il secondo anno per la squadra ed abbiamo già vinto un campionato! I campionati non si vincono per caso, ci sono tante gare e bisogna essere costanti. Abbiamo visto Joel che ad inizio anno ha fatto 3 su 3, e poi non ha più vinto. Gli è mancato qualcosa alla fine, forse aveva troppa pressione, mentre io ero abbastanza tranquillo. La mia mamma diceva sempre che comunque vada sarà un successo: sì un successo, ma io preferisco vincere! In un team come Aspar poi si sa che si punta a vincere, poi contro una squadra nuova dall’Italia… Come se fossero molto più grandi di noi, noi invece eravamo una puntina piccolina, ma siamo riusciti ugualmente a vincere.

Adesso quali programmi hai?

Penso di tornare a Malaga ad inizio dicembre: abbiamo fatto una buona annata, ma se non continuiamo i risultati non tornano. Credo però di staccare per qualche settimana. In questo periodo poi è stato difficile anche con la scuola, ero spesso a Malaga. Ho studiato un po’ di inglese per le interviste, ma di scuola ho fatto solo qualche test d’ingresso.

Chi vince il titolo MotoGP?

Sperando per lui, visto che ha tanti punti di vantaggio su Quartararo, direi Bagnaia. A meno che non sbagli, penso abbia ormai vinto lui. Certo non si sa mai, ma anche a Sepang aveva tanta pressione perché poteva chiudere il Mondiale e ha comunque vinto la gara. Vuol dire che la pressione la sente, ma non tanto. C’è chi la sente di più e chi meno: io per esempio la sento tanto prima di una gara, poi mi metto casco e tuta, parto e non sento più niente, penso solo alla corsa.

Foto: fimjuniorgp.com

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