7 Marzo 2024

Effetto Ducati: in Giappone rinasce il motociclismo All Japan

La partecipazione del Ducati Team Kagayama nell'All Japan Superbike ha destato sensazione: i padroni di casa rispondono e ne giova tutto il movimento.

Effetto Ducati: in Giappone rinasce il motociclismo All Japan

Con la classicissima 2&4 Race in abbinamento con la Super Formula, questo weekend a Suzuka prende il via la stagione 2024 dell’All Japan Superbike. Una premiere con ben 29 motociclisti iscritti, numero rimarchevole considerando che, rispetto al recente passato, non sono previsti in palio dei posti per la 8 ore di Suzuka del 21 luglio prossimo (i cosiddetti TRYOUT si svolgeranno soltanto nel secondo round previsto a Motegi). Un circus della Superbike del Sol Levante che si appresta a vivere pertanto una delle stagioni più attese dei tempi moderni e, volenti o nolenti, il merito è anche e soprattutto della partecipazione del Ducati Team Kagayama.

DUCATI CREA SCOMPIGLIO NELL’ALL JAPAN

Proprio così. Strano da dirsi, ma c’è voluta una moto rossa, di un costruttore straniero a di giovare a tutto il movimento del motociclismo All Japan. Il progetto messo in piedi da Yukio Kagayama, con sponsor propri in grado di finanziare un ambizioso programma tra JSB1000 e 8 ore di Suzuka con la disponibilità di una Ducati Panigale V4 R F23, ha obbligato le case concorrenti a correre ai ripari. Chiaramente per non subire l’onta di una sconfitta “in casa“.

LA RISPOSTA DELLE AVVERSARIE

Nel corso della presentazione del progetto tenutasi presso l’ambasciata italiana in Giappone a Tokyo, Yukio Kagayama è stato chiaro. “In questo primo anno saremo di fatto un team satellite, ma con la disponibilità di una moto Factory. Perché Honda e Kawasaki non schierano nell’All Japan le loro moto ufficiali viste alla 8 ore di Suzuka o nel Mondiale Superbike?“. Domanda legittima: di fatto soltanto Yamaha è presente in forma ufficiale sotto le insegne Yamaha Factory Racing Team nella top class JSB1000. Honda si affida a realtà satellite, Suzuki è ben rappresentata tra Yoshimura e AutoRace Ube Racing, Kawasaki sostanzialmente è sparita dopo il disimpegno del Team GREEN. Eppur, come si suol dire, qualcosa si muove.

SCHIERAMENTO TOP CONTRO DUCATI

Ryo Mizuno, per 11 anni pupillo HRC, in sella ad una Panigale V4 R F23 assistita da Ducati Corse e con gli pneumatici Bridgestone inevitabilmente è uno spauracchio per la concorrenza. Nelle prime uscite è rimasto costantemente nella Top-5, nient’affatto male considerando che tutto il progetto del Team Kagayama in Giappone parte da un foglio bianco. Per questo la concorrenza è corsa ai ripari, tra ritorni eccellenti e gradite conferme. Se Yamaha Factory ha girato in lungo ed in largo nel corso dell’inverno con il “Re” Katsuyuki Nakasuga (a caccia del 13° titolo in carriera) e con il giovane Yuki Okamoto, HRC ha messo a disposizione delle squadre satellite alcuni suoi piloti.

RISPOSTA HONDA

Takumi Takahashi, recordman di successi alla 8 ore, correrà con il team JapanPost Honda Dream T.Pro. Addirittura Shinichi Ito, perso Mizuno, ha ingaggiato per il suo Astemo Honda Dream SI Racing il Campione 2020 Kohta Nozane, per tutta la sua carriera legato a Yamaha. Che dire poi di Tetsuta Nagashima, primatista sul giro a Suzuka e collaudatore HRC MotoGP, al via con una CBR gommata Dunlop del team Yahagi/7C. Una controffensiva di questo genere non si era mai vista, segno che il progetto Ducati Team Kagayama preoccupa e non poco. Contestualmente, giovando all’intero movimento dell’All Japan Superbike: in chiaroscuro nell’ultima decade, in progressiva rinascita. Strano da dirsi, con il tricolore italiano sullo sfondo…

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