10 Novembre 2023

Mauro Forghieri: L’ingegnere che rese grande la Ferrari

Mauro Forghieri fu un'ingegnere progettista, che grazie alla sua genialità portò alla casa di Maranello ben 3 titoli piloti e 4 costruttori.

Il nome di Mauro Forghieri è da sempre uno dei più conosciuti nell’ambiente della Formula 1. Questo perché, quando ancora la categoria era più artigianale che tecnologica, Mauro costruì degli autentici capolavori. Capolavori che ancora oggi vengono ricordati nell’immaginario collettivo e che solo grazie ad un genio come Enzo Ferrari, egli riuscì a portare la sua genialità nel mondo della Formula 1. Chi non ricorda la Ferrari 312? O chi non ricorda il nome di Jody Scheckter? Ecco, le cose sono collegate e lo sono grazie al nome e alla passione di Forghieri per le auto.   

L’infanzia difficile della guerra e quella laurea che lo portò subito in Ferrari

Mauro Forghieri nasce a Modena il 13 gennaio 1935, in piena epoca fascista. Mauro come tutti quelli dell’epoca, vive a pieno l’orrore della guerra che scombina la vita della penisola, tanto che il padre operaio lavorò nelle officine di Ansaldo nel napoletano, per aiutare lo sforzo bellico. Il dopoguerra portò mille difficoltà, ma il giovane ragazzo non si arrese mai. La fortuna volle che la famiglia ritornasse a Modena, dove il papà entrò a lavorare in Ferrari come meccanico motorista. Il giovane Forghieri vedendo il lavoro del papà, non poté che apprendere l’amore per i motori e tutto ciò che circondano un’auto.  

Gli anni dello studio sono essenziali per Mauro, che frequenta prima il liceo scientifico di Modena e poi si sposta a Bologna per l’università. Forghieri iscritto alla facoltà di Ingegneria meccanica, si laurea nel 1959 con la tesi su un progetto del motore bicilindrico “piatto”. Una tesi che in futuro darà molto successo all’ingegner Forghieri. Il tempo dello studio era finito, bisognava passare al lavoro e grazie al padre riesce ad entrare a Maranello sin da subito. Il suo compito dal 1961 fu quello di Responsabile Tecnico per le vetture da corsa, sia da Formula 1 sia per le altre auto prototipo. La nomina di tale incarico, arrivò proprio dal Drake, che vedeva in lui il futuro della Ferrari e la storia gli diede ragione.     

Il mito della 312 che cambiò per sempre la vita di Mauro Forghieri

I primi anni passati a progettare le auto, si diversificavano tra i prototipi per la 24h di Le Mans (tanto cara ad Enzo), alle creazioni delle vetture da Formula 1. Oggi fare l’ingegnere per un’auto da corsa è più semplice grazie alla tecnologia, il computer aiuta di più nel lavoro, anche se va detto che il lavoro umano è ancora preziosissimo. Il punto è che Mauro lavorava solo con le mani, testava e testava per arrivare a progettare la migliore auto. La sua conoscenza lo portava a lavorare su ogni parte, dal motore sino al più piccolo degli ingranaggi, per far sì, che la vettura fosse perfetta e che il pilota la potesse portare al traguardo. La speranza era che il pilota poi, potesse passare per primo sotto la bandiera a scacchi.  

Il mito dell’ingegnere nacque alla fine degli anni Sessanta, quando sforna il suo più grande capolavoro. Forghieri mette alla luce la Ferrari 312, che però in quegli anni si rileva non congeniale. Dal 1966 al 1969 conquista solo due vittorie, troppo poche, anche sé nel 1968 diventa la prima vettura in Formula 1 a montare l’alettone posteriore. Quella che nasce nel 1970 è tutta un’altra cosa. La Ferrari 312 B inizia a fare il salto di qualità ed in soli due anni vince ben 5 gare. La cosa sbalorditiva fu che al suo primo anno, il belga Jacky Ickx, lottò per il titolo fino all’ultima gara. Il lavoro di Mauro inizia a dare i suoi frutti.  Il 1975 è la svolta definitiva, la nuova Ferrari 312 T vince il titolo Formula 1 grazie a Niki Lauda, per poi ripetersi l’anno seguente, solo in quello costruttori, visto il rifiuto dell’austriaco di prendere parte all’ultimo appuntamento in Giappone per via della pioggia e il ricordo tragico della gara del Nurburgring.

Il mito che ha condotto la rossa ai grandi traguardi

La Ferrari 312 T montava guarda caso un propulsore a 12 cilindri “piatto”, lo stesso principio illustrato nella laurea. Grazie a Mauro Forghieri la Ferrari ha conquistato 54 vittorie, 3 titoli piloti e 4 costruttori. Il terzo piloti fu vinto da Jody Scheckter nel 1979. Il sudafricano è diventato famoso, perché per 21 anni ha segnato l’epoca dell’ultimo campione in rosso, incubo spazzato via poi nel 2000 da Michael Schumacher. Forghieri fu anche il padre dei motori turbocompressi per la casa di Maranello, con la famosa Ferrari 126, che vinse due titoli costruttori: nel 1982 e nel 1983. Il suo essere sempre grintoso e molto onesto, lo portò a litigare con la direzione della FIAT nel 1984 per divergenze nate sul come gestire il reparto corse Ferrari. Gli anni successivi furono con la Lamborghini, dove nel 1993 ci fu la famosa prova della McLaren da Formula 1 motorizzata dalla casa di Sant’Agata bolognese, dove a guidarla fu un certo Ayrton Senna. Successivamente si spostò in Bugatti e partecipò anche attivamente alla realizzazione del motore aspirato della BMW nel massimo campionato a quattro ruote. Forghieri è morto il 2 novembre 2022, eppure miti come lui non tramontano mai, perché sono quei personaggi che ci ricordano che la Formula 1 un tempo, era passione per lo sport e voglia di sporcarsi le mani.    

FOTO: social Ferrari

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