23 Gennaio 2023

F1, Lewis Hamilton e il razzismo: “Venivo picchiato e insultato”

Lewis Hamilton ha raccontato quanto sia stata difficile la sua vita quando era piccolo e ha dovuto fare i conti con razzismo e bullismo.

Lewis Hamilton razzismo

Lewis Hamilton è un sette volte campione del mondo di F1 e, nonostante i 38 anni da poco compiuti, ha ancora grande voglia di correre e vincere. Il suo contratto scade a fine anno e con la Mercedes parlerà presto del rinnovo, che stando alle ultime notizie potrebbe anche essere di durata biennale.

Ma l’inglese è qualcosa in più di un pilota di enorme talento. È una persona molto sensibile a tematiche come i diritti umani e le lotte contro le discriminazioni. Più volte in questi anni ha preso posizioni nette e ha invitato tutto il mondo della Formula 1 a fare di più per veicolare determinati messaggi.

Hamilton tra bullismo e razzismo da piccolo

Hamilton oggi è un uomo di successo, però da piccolo non ha avuto vita facile e lo ha raccontato nel podcast On Purpose: “La scuola è stata la parte più traumatizzante e difficile della mia vita. Ero vittima di bullismo già a sei anni. A scuola ero uno dei pochi bambini di colore e i ragazzi più grandi, più forti e prepotenti mi prendevano in giro per la maggior parte del tempo. I continui colpi, le cose che mi venivano lanciate addosso – come le banane – o le persone che usavano la N-Word“.

A scuola la situazione era veramente complicata per Lewis, che non ha trovato grande supporto neppure in certi suoi insegnanti: “Quando frequenti un corso di storia e non c’erano immagini di persone di colore, mi chiedevo dove fossero le persone che assomigliano a me. Gli insegnanti mi dicevano ‘Non sarai mai nessuno’. Andavo dietro il cortile in lacrime e ripetevo a me stesso che non sarei stato nessuno“.

Episodi discriminatori anche nelle gare

Non solo a scuola, il pilota inglese ha dovuto fare i conti con il razzismo pure quando si trattava di correre e realizzare il suo grande sogno di arrivare fino alla F1. Non sono mancati gli insulti nei suoi confronti e papà Anthony è stato fondamentale in quei momenti, spingendolo a concentrarsi unicamente sulla pista.

Hamilton spera che con il passare del tempo migliori la cultura in tutto il mondo e che scompaiano certi modi di pensare e di comportarsi. Ha creato la fondazione Mission 44, che mira a migliorare la vita delle persone appartenenti a gruppi sottorappresentati. E insieme a Mercedes ha dato vita a Ignite, progetto per migliorare l’inclusione nelle corse automobilistiche.

Foto: YouTube / Podcast di Jay Shetty

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