21 Dicembre 2023

BMW M12/M13: il motore più potente della storia della Formula 1

Il motore BMW M12/M13 è ancora oggi ritenuto il più potente mai utilizzato in Formula 1, un propulsore che non potrà mai essere dimenticato.

Il tempo passa e ciò che resta impresso diventa prima storia, per poi entrare nei secoli nella leggenda. Quanti ricordano la Formula 1 agli inizi degli anni ’80? Molti, anche perché all’epoca il campionato era davvero un baluardo per la ricerca. Ognuno, portava qualcosa di folle, che paradossalmente funzionava anche se purtroppo non era sempre così. Gli anni ’80 videro il ritorno come fornitore di propulsori da parte della BMW. La casa tedesca creò il famigerato motore M12/M13, qualcosa che ancora oggi sembra imbattibile. Gli appassionati, infatti, lo ritengono ancora il più potente motore mai costruito che abbia calcato una pista di Formula 1.

La Brabham crede nel progetto della BMW

Il team Parmalat Racing o comunemente conosciuto come Brabham nel 1982, aprì ad una collaborazione con la BMW. La scuderia gestita da Bernie Ecclestone decise di provare il propulsore M12/M13 progettato dall’ingegnere Paul Rosche. Il tedesco studiò a lungo per realizzare il miglior motore turbo che si potesse utilizzate in Formula 1, tanto da crearne uno rivoluzionario. La specialità di tale motore era che si basava su un 4 cilindri in linea da 1499cc. Qualcosa di davvero insolito, visto che le rivali montavano V6 biturbo per quanto riguarda la Ferrari e la Renault e un V12 nel caso dell’Alfa Romeo e della Matra. Il V8 invece, vi era nelle vetture motorizzate dal motore Ford Cosworth ad aspirazione naturale. 

Quest’ultimo motore era quello che riforniva il team britannico, ma Ecclestone decise di utilizzare il propulsore teutonico in alcune gare quell’anno. La vettura cambiò anche il telaio passando dal modello BT49 che utilizzava con i motori Cosworth, con quello BT50 per il propulsore tedesco. Il vero anno della svolta fu quello del 1983, quando Nelson Piquet vinse il titolo piloti con la Brabham BT52. La vettura grazie a questo motore riuscì ad imporsi in 4 appuntamenti nel corso della stagione: 3 con Piquet ed una volta con il nostro Riccardo Patrese. Il motore BMW M12/M13 iniziò così ad essere ricercato dalle varie scuderie, tanto da essere montato anche su: la Benetton, la ATS, la Arrows e la Ligier.

La forza di questo motore

Il motore costruito da Rosche si basava, come detto, su un 4 cilindri in linea. La sua specialità era che fu il primo motore turbo. Nessuno credeva che il monoblocco d’acciaio tedesco potesse reggere così tanto, visto anche il fallimento del precedente motore BMW M10. La sua più grande qualità rispetto alla concorrenza era che aveva perdite d’attrito minori e quindi il calore veniva disperso in molto meno tempo. La BT52 creata dalla mente geniale di Gordon Murray, si adattò alla perfezione a tale propulsore perché consentì di creare una vettura con radiatori più piccoli, che rendeva così la monoposto molto più aereodinamica.

L’altro grande pregio del motore BMW M12/M13 era quello di avere un numero di giri minori rispetto ai motori che venivano creati dalle altre case. Questo consentiva di avere una pressione media effettiva (PME), migliore delle rivali. Il tutto portava le vetture che montavano il motore teutonico ad avere una potenza molto più elevata di tutte le altre. Le parole dei piloti che hanno guidato un veicolo con tale motore, infatti, hanno sempre dichiarato che la potenza sprigionata fosse fuori ogni logica. Il problema fu, che una monoposto con tale motore vinse un solo titolo in tutto l’arco della sua esistenza. Questo dovuto anche al fatto, che le scuderie che lo montavano non erano di primissima fascia. 

Con l’ibrido il motore turbo della BMW è un lontano ricordo

Gli anni Ottanta, come detto, aprirono all’era turbo in Formula 1. Un’epoca mastodontica, in cui la BMW riuscì a scrivere una pagina di storia. Il motore M12/M13 rimase in vita fino al 1989, quando la FIA decise per l’abolizione dei propulsori turbo. Il mitico M12/M13 a 4 cilindri cessò quindi la sua attività dopo il cambio di regole. Oggi tale propulsore è possibile ammirarlo nel museo della BMW. La Formula 1 di oggi è passata all’ibrido, e sembra che la casa teutonica non abbia voglia di rientrare, frutto anche della storia di tale marchio nel campionato più importante al mondo. Questo anche perché, quando la casa di Monaco di Baviera rientrò in Formula 1 nel 2000, collaborando con la Williams, lasciò il segno anche nell’era dei motori V10, con il record sul tracciato di Monza nel 2004. Juan Pablo Montoya, infatti, fermò il cronometro in 1:19.525, un record che è rimasto in vigore per 14 anni. La conclusione ci porta ad osservare che, nessun motore successivo in Formula 1 è riuscito a scalfire la potenza del M12/M13 e chissà se mai accadrà. 

FOTO: social Formula 1

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