16 Settembre 2023

Vita da ingegnere “Vi racconto come si resiste nel box per 24 Ore al Bol d’Or”

La 24 Ore è massacrante per i piloti, ma anche per i tecnici. Ecco come si è preparato e si gestisce Massimo Neri, elettronico di Yart Yamaha.

Bol d'Or, Mondiale Endurance

L’edizione 86 del Bol d’Or, la mitica 24 Ore che si corre a Le Castellet, in Francia, forse sarà la più speciale di tutte. In un giorno e una notte si decide il Mondiale, perchè fra Honda FCC TSR, Yamaha Yart, Suzuki Yoshimura e BMW Motorrad ballano una manciata di punti. In qualifica, per quello che conta, la BMW ha avuto la meglio (qui la cronaca) L’Endurance, specie negli ultimi anni, è un lungo romanzo pieno di sorprese, drammi tecnici, colpi di scena di ogni genere. Stavolta anche di più, perchè il sogno mondiale agita i pensieri di mezzo paddock. Per i piloti sarà una sfida al limite: velocità, resistenza, rischio. Un’incertezza può costare carissima. Ma anche per i tecnici la 24 Ore è un impegno pieno di grandi difficoltà, che richiede una gestione e una preparazione, anche fisica, particolare. Massimo Neri è uno degli ingegneri elettronici più esperti del paddock del Mondiale Superbike. E’ stato in BMW (sfiorando il Mondiale con Melandri) e Ten Kate Honda. Da fine 2018 è in Yamaha e da tre anni è impegnato anche sul fronte Endurance con Yart Yamaha, la formazione ufficiale nell’Endurance. Nella foto d’apertura è accanto a Karel Hanika, che affronterà il Bol d’Or insieme al nostro Niccolò Canepa e al tedesco Marvin Fritz.

“La settimana precedente: dormire tanto”

“Ormai comincio ad avere una certa esperienza di 24 ore. L’accorgimento che seguo è dormire più a lungo possibile nella settimana prima della corsa. Se arrivi nel box stanco, sei fritto, perchè i ritmi e gli impegni notturni diventano insostenibili. Qui a Le Castellet lavoro in tandem con Andrew Pitt (due volte iridato Supersport, da anni in Yamaha e attualmente capo tecnico di Andrea Locatelli nel WorldSBK, ndr) per cui di notte ci diamo il cambio. La gara parte alle 15 del sabato, e fino a mezzanotte ci arrivano tutti senza problemi. Il difficile comincia lì, fino alle 06 del mattino vedi le stelle…”

“L’alternanza degli stint”

“Qui a Le Castellet ogni turno di guida durerà 52 minuti, per cui spero di poter chiudere occhio 20-30 minuti ogni volta. Devo essere sveglio cinque giri prima del pit stop, esattamente come fa il pilota, che deve essere pronto a subentrare con questo anticipo. Durante la sosta scarichiamo i dati e quando la YZF-R1 riprende la pista facciamo un’analisi dei parametri, in modo da poter inviare eventuali istruzioni via cockpit durante la gara. Possiamo indicare che ritmo tenere riguardo ai tempi sul giro, oppure se e quando cambiare mappa, in modo da ottimizzare prestazione, consumi e tutto il resto. Cerco di tenere questo ritmo fino alla fine.”

“Ecco cosa a quando si mangia”

“Per il Bol d’Or la Yamaha ha portato nel paddock la stessa hospitality utilizzata nel Mondiale Superbike, quindi abbiamo un supporto super. Riguardo l’alimentazione, è meglio mangiare poco e leggero, ma abbastanza di frequente, perchè l’assunzione di cibo ti fa stare più vigile e più sveglio. Abbiamo molta frutta a disposizione. I ragazzi dell’hospitality ogni due ore riforniscono il box di generi di conforto. E’ un aspetto importantissimo.”

“C’è una tensione particolare”

“Ci giochiamo il titolo Mondiale, quindi nel box c’è un’atmosfera ancora più febbrile del solito. La posta in palio è altissima e siamo preparati a tutto. Si, perchè in una 24 Ore è difficilissimo non avere alcun problema, la “normalità” è che se ne presentino due-tre, succede a tutte le squadre. Vince chi riesce a superare gli scogli nel più breve tempo possibile, minimizzando l’impatto sulla prestazione. Se gestiamo al meglio le criticità che si potranno presentare, siamo a posto. Abbiamo davanti un giorno e una notte, sarà un Bol d’Or che non dimenticheremo.”

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