1 Gennaio 2023

Storie di Moto, i fratelli Francesco e Walter Villa: da meccanici a campioni

Walter Villa era soprannominato "Il reverendo" per il suo carattere molto tranquillo. Il fratello Francesco aveva fondato Moto Villa

Walter Villa

Francesco Villa e Walter Villa, dalle campagne modenesi ai palcoscenici mondiali. Francesco, era il più grande. Nato nel 1933, si avvicinò al motociclismo come meccanico nel Reparto Corse diretto da Fabio Taglioni, l’ingegnere padre del sistema a distribuzione desmodromica. Dal ruolo di meccanico a quello di pilota il passo fu breve. Francesco Villa vinse numerosi campionati nazionali ed approdò poi al Motomondiale dove nel 1958 conquistò il suo primo podio al Gran Premio delle Nazioni a Monza con una bicilindrica sperimentale. Complessivamente partecipò a sei gare del Mondiale salendo due volte sul podio. Costruì poi una 125 due tempi da competizione: il Beccaccino. Fondò poi la Villa, casa motociclistica attiva fino al 1987. Gareggiarono con la Villa, tra gli altri, Luca Cadalora ed Ezio Gianola.

Diversa la carriera di suo fratello, il mitico Walter Villa, soprannominato “Il reverendo” per il suo carattere molto tranquillo. Nato nel 1943 iniziò anche lui come meccanico, nell’officina di Albinelli, allora concessionario MV Agusta. Corse nel motomondiale tra il 1967 ed il 1981.

Durante la sua carriera si aggiudicó 4 titoli mondiali tra il 1974 ed il 1976, anno in cui trionfò sia nella 250 che nella 350, vinse 24 gare e conquistò un posto nella storia tra i più grandi campioni d tutti i tempi. Complessivamente ha partecipato a 87 gare, vincendone 24 di cui 20 nella classe 250 e 4 nella 350. Ha collezionato anche tre secondi posti nella 250 e altrettanti nella 350. Walter Villa ha gareggiato con numerose case motociclistiche tra le quali Mondial, Ducati, Moto Morini, MV Agusta, Benelli, Yamaha, Aermacchi-Harley Davidson, Honda, Kawasaki e Triumph. Più ovviamente la Moto Villa di suo fratello. Ha sfidato i più grandi: da Giacomo Agostini a Jarno Saarinen a Renzo Pasolini.

Tra l’altro venne coinvolto nel drammatico incidente di Monza in cui persero la vita Renzo e Jarno ma riportò un forte trauma cranico. Perse conoscenza e non ricordò niente di quella giornata, una tra le più nere della storia del motociclismo mondiale.

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