26 Giugno 2023

Roberto Tamburini si confida “Rientro in Superbike? Non m’illudo”

Roberto Tamburini ha 32 anni ma è già fuori dalla Superbike. Perché non è riuscito ad emergere? La nostra intervista.

Roberto Tamburini a Spa

Roberto Tamburini da bambino si divertiva a demolire i record delle piste di minimoto. Era una piccola peste ed un super talento, non c’era in pista in cui non siglava il primato. Gareggiava spesso con piloti più grandi di lui ma era un dettaglio. Lui collezionava titoli italiani ed europei in serie, fino a perderne il conto. E’ subito approdato al CEV ed al Mondiale 125 ma poi tra problemi fisici, di moto ed una gestione sbagliata, nel Motomondiale non è riuscito a brillare.

Il Bike Service lo ha fatto debuttare allora su una Yamaha R6 ed ha iniziato così la carriera sulle 600, correndo poi nel Mondiale Supersport, nella Stock 1000, fino al Mondiale Superbike nel 2022 centrando regolarmente la zona punti ed una brillante top 10. Nel suo palmares un titolo Italiano Supersport, una vittoria al National Trophy 1000, due secondi posti finali nella Coppa del Mondo STK 1000 e tanti bei piazzamenti internazionali però non è riuscito a sfondare realmente.

Ora, a 32 anni, gareggia nel Mondiale Endurance e la sensazione è che sia già verso fine carriera. Cosa non ha funzionato? Perché Roberto Tamburini non gareggia a tempo pieno e non è riuscito a diventare un campione con la C maiuscola? Ci crede ancora o si è messo il cuore in pace? Tante domande a cui prova a dare una risposta, in esclusiva a Corsedimoto.

“Nel Mondiale Endurance sto molto bene – dice Roberto Tamburini – è stato bellissimo correre a Spa, anche di notte. L’ambiente è splendido, riesco anche a guadagnare qualcosa quindi non potrei chiedere di più. Certo, io corro per una squadra privata e c’è una notevole differenza tra privati ed ufficiali anche nelle gare di durata però è un campionato che mi piace”.

Credi di poter tornare nel WorldSBK o ti sei messo il cuore in piace?

“Il cuore in pace forse no però non m’illudo più. So bene come vanno le cose nel motociclismo, lo so da anni, sono i soliti discorsi però non mi piango addosso, assolutamente. Sono pronto, motivato ma non mi aspetto miracoli. Sono già stato fortunatissimo a fare una stagione nel Mondiale Superbike senza sponsor e ringrazierò per sempre Carusi per quella possibilità. Eravamo entrambi all’esordio nel Mondiale Superbike, avevamo una moto privatissima ed insieme abbiamo raccolto grandi soddisfazioni. Per me sarà molto difficile correre ancora nel Mondiale Superbike o nel Mondiale Supersport, almeno con un team competitivo. Se capitasse ovviamente sarei felicissimo ma sono realista” .

Cosa ti è mancato e cosa ti manca?

“Probabilmente mi è mancato un manager al top in grado di trovarmi le sistemazioni giuste e le condizioni per poter correre anche senza budget. Io da solo non sono bravo a trovare grossi sponsor, c’è chi ha questa dote ma io purtroppo non lho mai avuta. Qualche piccolo sponsor personale ce l’ho ma è sufficiente solo per pagarmi le spese degli allenamenti. Non ho e non ho mai avuto un budget tale da poter portare un contributo economico alle squadre. Se oggi lo avessi comunque dovrebbe essere grande perché pagherei solo per gareggiare ad alti livelli nel Mondiale o per fare un’esperienza nel MotoAmerica. Non sarei disposto a spendere per un campionato nazionale, quello no. Non avrebbe senso”.

Ti hanno cercato dei team del CIV?

“Sì ma io credo che con il mio curriculum sportivo, con la mia esperienza, i team del CIV mi dovrebbero pagare per correre. Farei il CIV solo se avessi un ritorno economico, non lo farei certo da pagante o dovendo sostenere comunque delle spese per le trasferte e quanto altro”.

Chi ti ha aiutato di più in questi anni?

“Un nome su tutti: Sandro Carusi di MotoXRacing. Se non fosse stato per lui non avrei mai corso nel Mondiale Superbike. Sono tutt’ora iscritto al suo Moto Club e collaboriamo ancora. Se lui avesse la possibilità di aiutarmi lo farebbe sicuramente, lo ha sempre fatto in tutti questi anni”.

Il mese scorso hai gareggiato su un’Aprilia in Romania ed hai stabilito il record della pista al MotorPark. Come ti sei trovato?

“Era da sette anni che non salivo su un’Aprilia ma il team che mi ha invitato come ospite aveva quella. Era in configurazione stock però mi sono divertito ed è stata una bella esperienza. L’ho trovata molto competitiva. Per quanto riguarda le moto mi adatto, il problema non è certo quello, ma è solo riuscire a correre a livello internazionale senza budget e con mezzi all’altezza della situazione”.

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